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Libri di Ferdinando Zuccotti

Biografia e opere di Ferdinando Zuccotti

Actio pecuniae traiecticiae. Contributo alla dottrina delle clausole penali

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2019
pagine: 174
Biscardi perseguì una conglobante visione unitaria dei diversi aspetti del diritto, capace di spaziare dalla Grecia arcaica e dall’ordinamento attico, passando per il contesto ellenistico e la relativa documentazione papiracea, al diritto romano di età arcaica e classica sino al periodo postclassico e bizantino, nonché di spingersi sovente fino al diritto moderno e contemporaneo. Nella prima edizione del volume, egli enuncia una nuova teoria relativa alla difesa processuale del prestito marittimo in diritto romano, consistente nell’impiego dello strumento della stipulazione penale. La trattazione segue l’evoluzione del prestito marittimo e della sua difesa processuale dal mondo greco fino all’età tardoantica e a quella giustinianea. La seconda edizione riprende fedelmente la prima, salvo l’aggiunta di un’ampia Postilla e di una Appendice. Il lavoro di Biscardi venne ampiamente discusso nella letteratura successiva e costituisce un punto di riferimento per chi voglia approfondire lo studio del prestito marittimo nonché della stipulazione penale in diritto romano, mentre il nucleo delle tesi formulate risulta ancora oggi resistere alle critiche avanzate dalla storiografia più recente. Ristampa emendata della seconda edizione
35,00 33,25

Della transazione, purtroppo

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2018
pagine: 248
Questo pamphlet rappresenta la critica e la inevitabile ridicolizzazione di una delle pubblicazioni che ai suoi tempi si segnalò per essere un incredibile coacervo di errori di ogni tipo. Molto di più, questo scritto mostra come essa fu in certo modo l’archetipo di quella decadenza della produzione cosiddetta scientifica che ha ormai pervaso le università italiane, specie per quanto riguarda il diritto romano: creando così una inevitabile situazione ove prolifera sempre più numerosa una pseudoletteratura scientifica che inesorabilmente scende sempre più in basso. Un sistematico sfacelo del livello della produzione romanistica di cui si preferisce non parlare ufficialmente, mentre le riviste specialistiche del settore persistono a recensire benevolmente simili obbrobri.
35,00 33,25

Sequestro di persona, riduzione in schiavitù e traffico di esseri umani. Studi sul «crimen plagii» dall’età dioclezianea al V secolo d.C.

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2018
pagine: 140
Il crimen plagii dall’età dioclezianea al tardo impero è diventato, rispetto al crimine in origine previsto dalla lex Fabia, un contenitore di fattispecie diverse che coesistono tra loro: in quest’epoca il crimine individua sovente più azioni criminose: il sequestro di persona, la riduzione in schiavitù e il traffico di esseri umani. Spiccano in questi secoli due costituzioni: una prima di Massimiano, che individua un «reato continuato» al fine di applicare la pena più grave nei confronti dei colpevoli di plagio ogni qualvolta si riscontri un concorso di persone nel reato; un’altra singolare costituzione è quella di Costantino, la quale prevede pene severe in caso di aggravanti e riguarda un crimen plagii ancora più riprovevole, in quanto le vittime sono i minori. L’analisi delle fonti giuridiche mette in evidenza le trasformazioni di questo crimine, la gravità che questo rappresentava per l’impero, il conseguente inasprimento delle pene, ma, soprattutto, come in tempi diversi erano andate a enuclearsi fattispecie differenti intorno a quelle previste dalla lex Fabia, mentre d’altra parte avevano continuato a coesistere le diverse procedure nonché le diverse pene comminate.
27,00 25,65

Sacramentum civitatis. Diritto costituzionale e Ius Sacrum nell’Arcaico ordinamento giuridico romano

Libro
anno edizione: 2016
pagine: 168
L’argomento degli articoli qui riuniti è quello del problema di rintracciare uno strumento giuridico atto a fornire, nell’ambito della costituzione romana, un carattere immodificabile a determinate norme fondamentali che si volevano rendere eterne e parte irrinunciabile della conformazione strutturale dello Stato, come in particolare quella sul carattere per sempre repubblicano di Roma o come quella della inviolabilità dei tribuni della plebe, cardine essenziale del nuovo assetto patrizio-plebeo dell’ordinamento romano. Una più che soddisfacente soluzione in tal senso venne tuttavia con ogni verosimiglianza reperita nella religione e specificamente nello ius sacrum romano, in quanto la città non si limitò a votare semplicemente queste norme in sede comiziale, ma le rese oggetto di un giuramento da parte di tutti i cittadini prestato per se stessi e per i propri discendenti. Per tal via, simili scelte costituzionali divenivano irremeabili e senza alternativa, dato che il venirvi meno avrebbe violato i giuramenti così prestati e reso Roma una città spergiura, come tale invisa alla divinità e destinata dunque alla rovina.
31,00 29,45

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