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Libri di Elvira Mujcic

Biografia e opere di Elvira Mujcic

La gatta alla fine del mondo

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2025
pagine: 336
Com’era quando l’Adriatico era il mare del Nord, ai confini del mondo? Come è nata la civiltà che oggi chiamiamo Europa? Chi erano i Liburni, il cui cielo era femmina? Come è possibile che il primo gatto sia arrivato in Adriatico sulla stessa barca su cui viaggiarono l’alfabeto e l’urbanistica? Robert Perisic ci conduce in un viaggio avventuroso a bordo di una nave che nel IV secolo a.C. parte dalla colonia greca di Siracusa per fondare un’apoikia, una nuova polis, una casa lontano da casa. Sulla nave diretta a Issa c’è Kalia, un ragazzino che fugge dal suo padrone, e poi Miu, la gatta, le piante della vite e dell’ulivo, la filosofia e il modello di società nel quale ancora viviamo. Una favola ecologica sulla nascita della civiltà europea.
20,00 19,00

La stagione che non c'era

Libro: Libro in brossura
editore: Guanda
anno edizione: 2025
pagine: 256
Jugoslavia, 1990. L'aria è tesa, le voci dei nazionalisti si fanno sempre più insistenti. Ma c'è ancora tempo, c'è ancora spazio per scongiurare gli allarmi che arrivano dalle zone di confine. In questa atmosfera elettrica, due giovani fanno ritorno alla loro cittadina nella Bosnia orientale. Nene è un artista ossessionato dall'eventualità che il suo Paese possa d'improvviso non esistere più, che nessuno ricordi più cosa significa essere jugoslavi, e immagina di realizzare un'opera che testimoni il mondo in cui la sua generazione è cresciuta. Merima, l'amica degli anni della scuola, crede nella politica, nel sogno di «fratellanza e unità» dei popoli, e cerca di contrastare i venti burrascosi che soffiano nel Paese, sperando così anche di distrarsi da una ferita d'amore. E poi c'è Eliza, la figlia di Merima, una bambina di otto anni che sta pianificando un viaggio per raggiungere il padre che non ha mai conosciuto e di cui conserva solo un biglietto di auguri. Elvira Mujčić, che durante le guerre jugoslave era una bambina come Eliza, racconta i destini individuali attraverso cui si muove il destino di un Paese intero, animato dagli stessi sogni dei suoi protagonisti, che inevitabilmente si scontrano con la fine delle proprie utopie. La Jugoslavia diventa così il simbolo di ciò che accade quando il culto del passato si esaspera e si trasforma in violenza, teatro di paure e inquietudini così simili a quelle del nostro presente.
18,00 17,10

Disastri esistenziali e spese folli

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2023
pagine: 208
Storie di giocatori di bocce, disadattati di quartieri periferici, anziani partigiani e stranieri che attendono il buio su una panchina a Central Park, soldati, donne che scrivono lettere in luoghi imprecisati di un paese in transizione economica. Dai personaggi esilaranti e assurdi del mondo globalizzato, Perisic dipinge senza vergogna i fallimenti esistenziali e le perdite della sua generazione, trovando spesso una dolorosa bellezza in entrambi e trascinando i lettori in situazioni che costituiscono le nostre vite, che ce ne rendiamo conto o meno. Sono esistenze a un passo dal disastro, sempre in bilico tra il male e il peggio, raccontate e raccolte negli ultimi trent’anni in un libro che dimostra perché la prosa ironicamente incisiva di Perisic ha un grande successo tra i lettori di tutto il mondo. "Robert Perisic è una luce di brillante intelligenza e scintillante ironia" (Jonathan Franzen)
17,00 16,15

La buona condotta

Libro: Libro in brossura
editore: Crocetti
anno edizione: 2023
pagine: 240
All'indomani dell'indipendenza del Kosovo, in un piccolo paese sul confine si tengono le elezioni per il sindaco. Gli albanesi sono 1362, i serbi 1177. Cosa accade se a essere eletto è un serbo che vuole andare d'accordo con gli albanesi? Succede che a Belgrado non va per niente bene, e mandano un nuovo sindaco che continui a soffiare sul fuoco della rivalità etnica. Il suo arrivo non porta solo scompiglio politico, ma stravolge le vite dei protagonisti. Quella di Miroslav, il sindaco eletto, forse nato nell'angolo sbagliato del pianeta, visto che detesta i toni accesi ed è terrorizzato dai conflitti. Quella di Nebojša, spedito dalla capitale per fare l'antagonista obbediente e salvarsi da un passato pieno di ombre, e che invece fa deflagrare gli ingranaggi di un sistema assurdo. Quella di Ludmila, la ragazza che credeva nell'amore e per questo era stata considerata pazza, Ludmila che si difende dalla realtà mandando a memoria le vite degli altri e inventando filastrocche. A partire da un fatto realmente accaduto, Elvira Mujcic dà vita a una storia emozionante dove i personaggi combattono per sfuggire il destino che la Storia, la politica o i benpensanti disegnano per loro. Il passato recente, la guerra mai capita e mal conclusa, i rancori e le manipolazioni pesano su di loro, che però lottano per rimanere fedeli a sé stessi. Mostrandoci così che un futuro migliore può sempre sorgere anche nelle condizioni più avverse, grazie a singoli uomini e donne, a dispetto dei governi.
18,00 17,10

Chiamatemi Esteban

Libro: Libro in brossura
editore: Nutrimenti
anno edizione: 2022
pagine: 112
Il libro che ha rivelato una delle voci emergenti della nuova letteratura balcanica, ricevendo importanti apprezzamenti dalla critica internazionale. Un diario di viaggio emotivo che racconta la dissoluzione di una famiglia e di un paese, l'ex Jugoslavia, la ricerca interiore della protagonista e la rivendicazione della propria identità. Sua madre è morta a ventidue anni, quando Lejla ne aveva due. Sulla scena sono rimasti suo padre, i quattro nonni, e una Sarajevo bucolica e misteriosa. Ma suo padre passa le notti in osteria, i nonni invecchiano, e il paese in cui Lejla è nata all'improvviso si dissolve. La guerra è raccontata con gli occhi di una ragazzina, nell'impossibilità di tracciare una linea netta tra le parti, poiché lei stessa è figlia di un matrimonio misto, un'anomalia in un mondo improvvisamente ossessionato dalle identità. E la pace, quando arriva, non è che un'inquilina imbrogliona e inadempiente. Attorno a Lejla le figure importanti si spengono una alla volta, lasciandola in balia di un compito difficile da apprendere, l'arte di perdere. È una caduta a corpo libero: perdere le persone, le case, i luoghi e infine ritrovarsi sul fondo, disorientata, sola e spezzata in un ospedale psichiatrico. La risalita è un percorso a ostacoli in cui l'incontro con una ragazza, la scoperta dell'amore, è un faro e un terremoto, un ponte gettato sull'abisso - un dito che passa sulla cicatrice che non sanguina più, una risata che risuona sulla lapide e libera di tutte le lacrime non piante. In ventidue racconti composti in un unico flusso narrativo, Lejla Kalamujić sviscera intimità, ricordi e conflitti di una figlia alle prese con il fantasma della madre, tra voli di colombe, conversazioni immaginarie con scrittori, esìli e ritorni, sullo sfondo di un paese lacerato dalla guerra.
16,00 15,20

Racconti a orologeria

Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2020
pagine: 130
Racconti a orologeria di Faruk Šehic è un testo in cui echeggia puntuale il suono della nostra epoca, il ritmo cadenzato del battito ora forte, ora tenue. La lingua di Šehic misura ininterrottamente il tempo dell’uomo e il tempo delle stelle, il tempo della guerra e il tempo dell’inquietudine, il passato e il futuro, quello che ci sfugge e quello che abbiamo irrecuperabilmente consumato. La vita è un orologio, ma tra il martello della lirica e l’incudine della dura prosa, lo scrittore ci parla del cambiamento. Nei “Racconti a orologeria” si alternano in maniera vertiginosa le nazioni e i popoli, la storia e la memoria, ma soprattutto l’individuo, il mutante, colui che è attraversato dai cambiamenti. Impercettibile a un orologio comune, la velocità di questa dissoluzione svela la fragilità di ogni identità, ma anche della nostra natura umana.
12,00 11,40

Il mio fiume

Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2017
pagine: 205
Essere di nuovo intero, ricucire gli stralci del tempo e dello spazio spezzati dalla guerra per trovare una continuità e superare il proprio trauma è ciò che Mustafa Huser, poeta e soldato, si propone di fare. Nasce così un labirinto onirico che si dipana su tre tempi diversi: quello dell'innocenza, l'infanzia e la giovinezza in un paesino bosniaco sulle rive del fiume Una, dove il protagonista vive immerso nell'idillio della natura, innamorato del fiume, dei suoi abitanti reali o immaginari, della sua vegetazione rigogliosa e dei cicli vitali che detta inesorabilmente. Irrompe poi il tempo della distruzione, quando sulla linea del fronte Mustafa percorre i meccanismi di lucidità e follia di chi si trova a imparare a odiare e uccidere per sopravvivere. Infine, il dopoguerra," carico dei fantasmi e dei tentativi di tornare alla normalità in una città e un Paese ormai distrutti. E proprio da questa impossibile normalità Mustafa ci conduce nel suo mondo interiore allucinato, rabbioso, doloroso e tenero. Il linguaggio si accorda al percorso intimo del protagonista: ora è malinconico, ora crudo. Sulle rive del suo fiume immutabile ed eterno, Mustafa, archivista e cronista del mondo passato, affida alla parola scritta il compito di ricreare la bellezza di quanto è andato perduto.
16,00 15,20

La lingua di Ana. Chi sei, quando perdi radici e parole?

La lingua di Ana. Chi sei, quando perdi radici e parole?

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2015
pagine: 176
Ana, la protagonista di questa vicenda, è un'adolescente moldova catapultata in Italia che improvvisamente si rende conto di non sapersi esprimere totalmente né in italiano né in moldavo. "C'è un detto secondo cui un uomo che parla due lingue vale due uomini. E quello che parla metà di una e metà di un'altra, vale un uomo? O ne vale mezzo?", si chiede Ana, un'adolescente moldova catapultata in Italia, nel momento in cui si rende conto di non sapersi esprimere totalmente né in italiano né in moldavo. Protagonista di questo libro è la lingua con il suo potere evocativo e al contempo alienante; la lingua che accoglie e respinge. L'incapacità di esprimersi si tramuta in difficoltà di esistere, ma con la possibilità di reinventarsi. Ana vive passo dopo passo il doloroso passaggio da una lingua all'altra, che non è un semplice cambio di simboli e significati, ma è una ricerca emozionale tra le ibridazioni dell'Io. "Forse non parlare e non capire una lingua è un po' come perdere uno dei cinque sensi. O forse, più probabilmente, è come perdere un pochino di ogni senso. Come se la realtà fosse percepita solo a metà e il resto andasse perso nella confusione. Inoltre, il mio non voler parlare era anche il mio non voler vivere qui, non volermi interessare di nulla e lasciare che il mondo se ne andasse per i fatti suoi, senza che io ne dovessi fare parte...". "Crescere sradicati, in un altro Paese, alieno, in una lingua sconosciuta, più che problemi umani provoca problemi sovrumani".
14,00

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