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Libri di Elvio Fassone

Biografia e opere di Elvio Fassone

Fine pena: ora

Libro
Una corrispondenza durata 26 anni tra un ergastolano e il suo giudice. Nemmeno tra due amanti, ammette l'autore, è pensabile uno scambio di lettere così lungo. Questo non è un romanzo di invenzione, ma una storia vera. Nel 1985 a Torino si celebra un maxi processo alla mafia catanese; il processo dura quasi due anni, tra i condannati all'ergastolo Salvatore, uno dei capi a dispetto dei suoi 28 anni, con il quale il presidente della Corte d'Assise ha stabilito un rapporto di reciproco rispetto e quasi - la parola non sembri inappropriata - di fiducia. Il giorno dopo la sentenza il giudice gli scrive d'impulso e gli manda un libro. Ripensa a quei due anni, risente la voce di Salvatore che gli ricorda, "se io nascevo dove è nato suo figlio adesso era lui nella gabbia". Non è pentimento per la condanna inflitta, né solidarietà, ma un gesto di umanità per non abbandonare un uomo che dovrà passare in carcere il resto della sua vita. La legge è stata applicata, ma questo non impedisce al giudice di interrogarsi sul senso della pena. E non astrattamente, ma nel colloquio continuo con un condannato. Ventisei anni trascorsi da Salvatore tra la voglia di emanciparsi attraverso lo studio, i corsi, il lavoro in carcere e momenti di sconforto, soprattutto quando le nuove norme rendono il carcere durissimo con il regime del 41 bis. La corrispondenza continua, con cadenza regolare caro presidente, caro Salvatore. Il giudice nel frattempo è stato eletto al CSM, è diventato senatore, è andato in pensione...
10,00 9,50

Il diritto alla speranza. L'ergastolo nel diritto penale costituzionale

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2019
pagine: XV-495
Se il fine della pena è la risocializzazione del reo, la reclusione in carcere non può essere senza fine: ecco perché, da sempre, l’ergastolo è e resta un nodo giuridico da dibattere e da sciogliere. Il presente volume intende farlo, nella condivisa prospettiva di un suo definitivo superamento. La Sezione I della Parte Prima ospita i contributi più rilevanti che, nel tempo, gli autori hanno dedicato al tema, restituendo così un quadro d’insieme delle vicende ordinamentali della pena perpetua, considerata in tutte le sue tipologie. La Sezione II della Parte Prima riproduce due amici curiae, presentati a Strasburgo nel caso Viola v. Italia n. 2, decidendo il quale la Corte europea dei diritti umani si è pronunciata – per la prima volta – sull’ergastolo ostativo. E lo ha dichiarato in violazione dell’art. 3 della Convenzione, quindi, della dignità umana, la quale, secondo le puntuali parole della Corte, situata al centro del sistema creato dalla Convenzione, impedisce di privare una persona della sua libertà, senza operare al tempo stesso per il suo reinserimento. L’intera Parte Seconda, invece, offre una silloge delle sentenze più rilevanti riguardanti il regime giuridico della pena perpetua, pronunciate dalla Corte di Cassazione, dalla Corte costituzionale e dalla Corte europea dei diritti umani (tra le quali la recentissima Viola v. Italia n. 2, qui tradotta in lingua italiana). Vista nel suo insieme, si tratta di una giurisprudenza che, dal 1956 ad oggi, ha sferrato duri colpi alla perpetuità dell’ergastolo, senza tuttavia colpirlo in modo definitivo. Anche per questo, la Sezione II della Parte Seconda ospita tre atti di promovimento alla Consulta con i quali è stata posta, ed è ora riproposta, la questione di costituzionalità sulla variante del carcere a vita che più delle altre nega la speranza, l’ergastolo ostativo. Altro non è il diritto alla speranza, se non la presa d’atto che, dietro a qualsiasi perpetuità e a qualsiasi automatismo, esiste una persona, che – per la Costituzione – non è mai persa per sempre. Prefazione di Mauro Palma.
48,00 45,60

Fine pena: ora

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2015
pagine: 210
Una corrispondenza durata 26 anni tra un ergastolano e il suo giudice. Nemmeno tra due amanti, ammette l'autore, è pensabile uno scambio di lettere così lungo. Questo non è un romanzo di invenzione, ma una storia vera. Nel 1985 a Torino si celebra un maxi processo alla mafia catanese; il processo dura quasi due anni, tra i condannati all'ergastolo Salvatore, uno dei capi a dispetto dei suoi 28 anni, con il quale il presidente della Corte d'Assise ha stabilito un rapporto di reciproco rispetto e quasi - la parola non sembri inappropriata - di fiducia. Il giorno dopo la sentenza il giudice gli scrive d'impulso e gli manda un libro. Ripensa a quei due anni, risente la voce di Salvatore che gli ricorda, "se io nascevo dove è nato suo figlio adesso era lui nella gabbia". Non è pentimento per la condanna inflitta, né solidarietà, ma un gesto di umanità per non abbandonare un uomo che dovrà passare in carcere il resto della sua vita. La legge è stata applicata, ma questo non impedisce al giudice di interrogarsi sul senso della pena. E non astrattamente, ma nel colloquio continuo con un condannato. Ventisei anni trascorsi da Salvatore tra la voglia di emanciparsi attraverso lo studio, i corsi, il lavoro in carcere e momenti di sconforto, soprattutto quando le nuove norme rendono il carcere durissimo con il regime del 41 bis. La corrispondenza continua, con cadenza regolare caro presidente, caro Salvatore. Il giudice nel frattempo è stato eletto al CSM, è diventato senatore, è andato in pensione...
14,00 13,30

La riforma penitenziaria

Libro
editore: Jovene
anno edizione: 1987
pagine: VIII-362
30,00 28,50

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