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Libri di Annamaria Fantauzzi

Biografia e opere di Annamaria Fantauzzi

Di corpo in corpo. Etnografie tra cura e assistenza infermieristica

Libro
editore: CEA
anno edizione: 2014
pagine: 328
Questo libro è una raccolta di saggi che hanno in comune l'intento di mettere al centro della cura e dell'assistenza la persona, intesa non come puro corpo o organismo biologico ma come costrutto culturale, con un bagaglio storico, emotivo ed esperienziale da cui ogni professionista (sociale e sanitario in particolar modo) non può prescindere. I diversi contributi propongono l'analisi di un contesto di assistenza in cui un professionista sanitario, nella maggior parte dei casi un infermiere, si pone a contatto con una persona bisognosa di cura, intesa quest'ultima non esclusivamente come somministrazione di una terapia quanto piuttosto come predisposizione a osservare, ascoltare, interpretare la narrazione della malattia, la dichiarazione di bisogni fisici, sociali e psicologici, ad aiutare e assistere la persona a preservare la sua autonomia. I primi contributi si collocano in questo ambito di humanities cares, mentre i successivi rientrano nell'ambito dell'infermieristica transculturale, ovvero in quel dominio dell'assistenza che oggi si pone di fronte a culture differenti da quella italiana, occidentale ed europea, constatata l'evidente presenza sul territorio nazionale di una sempre crescente popolazione immigrata.
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Sangue migrante. Pratiche e culture dell'emodonazione tra il Marocco el'Italia

Libro
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2012
pagine: 240
Questo libro è un.analisi antropologica della pratica della donazione del sangue in due comunità di immigrati marocchini a Torino. Nella prima parte del testo la riflessione socio-antropologica si sofferma sui concetti di donazione e di dono del sangue, quest'ultimo indagato come pratica culturale e sociale, oltre che medica. Nella seconda parte del volume invece l'attenzione è rivolta, attraverso il resoconto etnografico, al fenomeno migratorio in Italia e alle implicazioni positive del migrante, considerato anche come ricchezza e non solo come problema. Dalla ricerca etnografica, svolta a Torino e in diverse città del Marocco, emerge, in primo luogo, una concezione della donazione del sangue come insieme di valori e di pratiche condivise non obbligate ma volontarie e senza alcuna costrizione. Il dono del sangue da parte degli immigrati marocchini esprime un gesto di altruismo incondizionato e il desiderio di integrazione nella società d'accoglienza, a dimostrazione della fallacia di tutti gli stereotipi che designano "l'altro" in termini negativi. In secondo luogo, affiora il contrasto fra corpi immaginati - gli stereotipi del marocchino-musulmano - e corpi parlanti - degli immigrati donatori di sangue -, in una dialettica nella quale sono in gioco culture, idiomi, religioni e simbolismi diversi.
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