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Giuffrè: Per la storia pensiero giuridico moderno

Tutte le nostre collane

Un diritto per l'agricoltura. Itinerari giuridico-economici nella Toscana dell'Ottocento

Libro: Libro in brossura
editore: Giuffrè
anno edizione: 2021
pagine: XXXI-138
Il volume ricostruisce il contributo offerto dai giuristi toscani – tra questi Lorenzo Collini, Giovanni Carmignani, Girolamo ed Enrico Poggi, Francesco Forti, Giuseppe Cosimo Vanni, Napoleone Pini, Vincenzo Salvagnoli, Celso Marzucchi, Ferdinando Andreucci, Giuseppe Panattoni – alla costruzione di un diritto per l’agricoltura nella Toscana dell’Ottocento, un’esperienza giuridica comprensibile nella ‘lunga durata’, percepita e sostenuta come «diversa» anche alle soglie dell’introduzione del codice civile italiano. Già nel 1808 l’Accademia dei Georgofili opponeva con successo la giurisprudenza patria e le liberalizzazioni dell’‘iconico’ Pietro Leopoldo al tentativo di Napoleone di introdurre un Project de code rural nella Toscana francese. Il codice rurale si sarebbe rivelato ‘impossibile’, con l’eccezione dei Principati di Lucca e Piombino, mai ricordati nel dibattito della Restaurazione; da allora l’Accademia dei Georgofili era un ponte tra la cultura giuridica ed istituzionale toscana, fino all’Unità terra di ius commune, e quella d’oltralpe. I ‘giuristi-economisti-politici’ credevano che la «potenza dello Stato» dipendesse dalla «cultura delle terre»; si impegnavano in Discorsi al pubblico – ai Georgofili, il Vieusseux, l’Accademia dei Nomofili – ed in ampie opere teorico-pratiche, coniugando diritto ed economia in vista di un «progresso per l’agricoltura» e dunque per la società, alla ricerca del legame «dati legali, dati sociali». Intendevano offrire un ‘sapere utile’ come contributo ‘civile’, tra proposte di «buone dottrine» e di un ‘pedagogico’ «codice rurale», per istruire i «campagnoli». Nell’ambito dei contratti agrari meritavano un’attenzione particolare i «livelli di Toscana», irriducibili alla dimensione contrattuale individuale, piuttosto «pubblica istituzione». Per questo profilo di identità di «toscana cittadinanza» si poneva il tema dell’aggiornare il celebrato sistema livellare leopoldino «al paragone dei tempi», verso un contrastato processo di affrancazione generale. Sul piano ‘costituzionale’ era chiara la percezione del legame tra proprietà fondiaria, «amministrazioni economiche», «poteri politici»; la «libertà della terra» era indicata come l’architrave del «diritto pubblico della nazione».
17,00 16,15

Letture corsare di Tullio Ascarelli. Penalisti e criminologi da Weimar al Terzo Reich

Libro
editore: Giuffrè
anno edizione: 2021
pagine: VIII-206
Questo libro nasce dalla scoperta degli scritti di un inedito Tullio Ascarelli che si era occupato diffusamente dello studio del commento e della traduzione di opere tedesche in materia di diritto penale e criminologia. In particolare l'autore si è imbattuto nelle recensioni di tre importanti lavori di Freud nella rivista nelle quali tra le altre cose erano discussi il clima politico della Germania degli anni da Weimar al Terzo Reich illustrando il pensiero di molti penalisti e criminologi tedeschi. L'autore ha raccolto questi contributi e ne propone un commento partendo dalla struttura e il funzionamento della rivista sulla quale sono stati pubblicati per poi occuparsi degli scritti rinvenuti e con l'occasione occuparsi del clima giuridico e culturale di quegli anni cruciali per la storia della Germania.
22,00 20,90

20,00 19,00

La giustizia e altri scritti

Libro
editore: Giuffrè
anno edizione: 2021
pagine: XXII-368
38,00 36,10

27,00 25,65

La Costituzione di Weimar

Libro
editore: Giuffrè
anno edizione: 2019
pagine: XXII-122
14,00 13,30

Lucien Levy-Bruhl. Filosofia, scienze sociali, giustizia

Libro: Libro in brossura
editore: Giuffrè
anno edizione: 2019
pagine: VIII-796
Lucien Lévy-Bruhl (1857-1939), per trent'anni storico della filosofia moderna alla Sorbona e poi infaticabile uomo d'azione nel difendere l'esigenza morale dell'intelligenza dell'altro (all'epoca, il «primitivo») e l'attenzione ad un modo del pensiero, o «mentalità», al contempo concettuale ed affettiva, ha attraversato con perfetta lucidità non pochi ambiti delle scienze umane a cavallo fra Otto e Novecento (antichità classica, storia della filosofia, sociologia, antropologia, politica), imprimendo in ciascuno di essi il segno indelebile di un pensiero singolare ed inconfondibile, e non meno offrendo idee vivissime per l'estensione anche in ambiti ulteriori - tra i quali il giuridico - di prospettive di ricerca filosofica centrate sull'esperienza della «partecipazione». Oltre ad offrire il ritratto intellettuale del percorso molteplice di un filosofo impegnato nell'«aggiungere qualcosa alla conoscenza scientifica della natura umana utilizzando i dati dell'etnologia», in dialogo con Spinoza e Hume; nonché a sottolineare in maniera specifica ed inedita la riflessione sui temi del diritto e della giustizia nell’intera sua opera; il volume ricostruisce, anche, alcuni profili del rapporto che con Lévy-Bruhl hanno intessuto in forma diretta o mediata le culture giuridiche francese ed italiana nella seconda metà del Novecento, attraverso personalità di indubbia centralità ed animate da grande sensibilità antropologico-filosofica come Villey, Carbonnier, Capograssi, Grossi, Costa, Sacco. Corredato da un approfondito apparato bibliografico, il volume include una selezione di documenti di e su Lévy-Bruhl, dei quali alcuni inediti; nonché prime o nuove traduzioni di testi di Gilson, I. Meyerson, M. Blondel, Lévinas, Gurvitch ed altri.
80,00 76,00

37,00 35,15

19,00 18,05

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