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Einaudi: Saggi

Tutte le nostre collane

Sempre verdi. Salvare le grandi foreste per salvare il pianeta

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 312
Sulla Terra rimangono cinque grandi foreste: l'Amazzonia, la Taiga russa e la foresta boreale nordamericana, le megaforeste del Congo e della Nuova Guinea. Questi vasti territori boschivi sono ecosistemi unici e ricchissimi, anche dal punto di vista antropologico (vi si parla un quarto delle 7000 lingue viventi del pianeta). Ma soprattutto costituiscono un'indispensabile «spugna» in grado di assorbire, neutralizzandole, le micidiali emissioni di anidride carbonica. La tutela di queste sconfinate aree verdi, delle loro dimensioni e della loro varietà biologica, è nettamente più decisiva, rispetto a tutti i provvedimenti (certo encomiabili e utili, ma non altrettanto efficaci ed economici) che individui e comunità possono mettere in atto per ridurre le emissioni stesse. Insomma, se inquinare è inevitabile, è di vitale importanza che i nostri «polmoni verdi» siano conservati in buona salute. Con questo libro avventuroso e militante, scritto in una prosa che celebra la maestosità di queste antiche foreste insieme alle persone e agli animali che ancora le abitano, l'economista John W. Reid e il celebre biologo Thomas E. Lovejoy ci accompagnano in un emozionante viaggio globale nella biodiversità. Un'opera che interesserà tutti coloro che hanno a cuore e vogliono approfondire il destino climatico e ambientale del nostro pianeta, e della vita stessa.
30,00 28,50

A cosa serve la matematica? L’irragionevole efficacia di una disciplina

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 312
Molti pensano che la matematica sia una disciplina inutile, ma si sbagliano. Ian Stewart si domanda perché ci sia un divario così ampio tra la percezione prevalente della matematica, magari influenzata dal ricordo dei noiosi calcoli scolastici, e la realtà. E dimostra quanto la matematica sia invece vitale e presente, spesso in modi sorprendenti, dietro le quinte della nostra vita quotidiana. La matematica ci offre nuove e profonde intuizioni sul nostro mondo, permettendoci di compiere imprese significative come l'esplorazione dello spazio o la messa a punto di un efficiente metodo di donazione degli organi con l'aiuto di un curioso piccolo rompicapo risalente a 300 anni fa. Dalla trigonometria che tiene in orbita un satellite ai numeri primi utilizzati nei sistemi di sicurezza più avanzati del mondo, dai numeri immaginari che permettono la realtà aumentata alla curva di Peano che ottimizza le consegne a domicilio, la matematica non solo è rilevante per le nostre vite, ma è il tessuto stesso della nostra esistenza.
28,00 26,60

Roma, città della parola

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 424
Secondo Plinio il Vecchio, se la 'vitalitas' dell'uomo risiede nelle ginocchia, la memoria risiede «nell'orecchio». Relegare questa affermazione nello sgabuzzino delle curiosità sarebbe un errore. «La memoria dell'orecchio» infatti ha l'immediato potere di svelarci uno dei fattori determinanti nella formazione della cultura romana, la parola parlata. I Romani cioè, e molte altre testimonianze ce lo confermano, sono ancora consapevoli del fatto che i costumi, le norme, i rituali, il ricordo del passato si tramandano (e si ricostruiscono) per via aurale. Come recita un proverbio ghanese «le cose antiche stanno nell'orecchio». A Roma non solo la produzione letteraria, ma anche il diritto, la pratica dello 'ius', viveva di «parola parlata», tanto che ai caratteri dell'alfabeto essa oppose spesso un'abile resistenza. E che dire del destino, concepito non come una «porzione» di vita ('móira'), alla maniera dei Greci, ma come una «parola», 'fatum', pronunziata dall'una o l'altra divinità? Perfino la norma indiscutibile e suprema che regolava il giusto e l'ingiusto, il lecito e l'illecito, ossia il 'fas', traeva origine da questa sfera: 'fas est', celebre e solenne locuzione romana, altro non significava se non «è parola che», proprio come molti secoli dopo si dirà «sta scritto che». Anche a Roma, però, la parola è soprattutto un evento sonoro. Come rivela la meravigliosa tessitura di «armonie foniche» che avvolgeva gli enunciati della produzione poetica, religiosa e giuridica di Roma arcaica: «armonie foniche», così le definì il grande Ferdinand de Saussure, che fu tra i primi ad appassionarsene.
29,00 27,55

I nostri più vecchi amici. La storia dei primi cani

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 216
«Perché furono i cani i primi e più comuni animali domesticati? Perché furono loro a diventare i nostri compagni di viaggio, di vita, di gioco, che per noi fanno da guardiani, mandriani, protettori, pastori, che ci danno calore e ci sostengono nella caccia? Perché gli umani inventarono – o scoprirono per caso – il processo della domesticazione interagendo con lupi o cani e non con cervi o bovini selvatici o capre? Per rispondere dobbiamo comprendere la natura della caninità e cosa significa domesticare un altro predatore e viverci a stretto contatto. Nei limiti di quanto è possibile desumere dalle testimonianze, tenterò di descrivere come questo processo straordinario si configurò nella vita reale. Comprendere la domesticazione del cane significa spiegare il motivo per cui formiamo legami emotivi così forti con questa specie. Ritengo anzi che il legame emotivo sia stato il primo passo». I cani e gli uomini sono inseparabili da più di 40 000 anni. Una relazione fondamentale per la nostra storia evolutiva come per quella dei nostri amici canidi; ma come e perché ci siamo scelti a vicenda? Fu un caso? Era inevitabile? L'antropologa Pat Shipman rintraccia ogni risposta scavando nel passato dell'umanità. Dalla tundra ghiacciata dell'estremo nord agli infuocati deserti australiani o le umide foreste pluviali dell'Amazzonia, abbiamo sempre domesticato dei canidi, sperimentandone enormi vantaggi. Ma quando iniziammo a domesticare i lupi, non prevedevamo certo la profonda comunicazione e il forte legame di cui oggi godiamo. I lupi, infatti, erano allora temuti e considerati un pericoloso e feroce concorrente nella caccia alle prede. Eppure, questa sorprendente trasformazione riuscì con dei lupi evoluti, e con reciproci benefici. Lungo il percorso, i cani cambiarono fisicamente, nel comportamento ed emotivamente, come del resto è accaduto anche a noi. La collaborazione dei cani ha notevolmente ampliato la gamma delle capacità umane, ci ha modificato diete e habitat, contribuendo alla nostra stessa sopravvivenza. Shipman dimostra che non possiamo comprendere appieno la storia della nostra specie senza riconoscere il ruolo centrale che in essa ha svolto il miglior amico dell'uomo.
24,00 22,80

Oceano. Una navigazione filosofica

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 216
Dipendiamo dal mare come risorsa per respirare, per nutrirci, e anche per sognare. Il mare fa parte del nostro ambiente pur restando un mondo altro, temibile quanto irresistibilmente suggestivo, un altrove radicale. Ma è proprio questa sua alterità a permetterci di ripensarlo da una prospettiva inedita, per capire in che misura esso ha fatto di noi quello che siamo, indicandoci quello che dovremmo diventare. Questo libro è un viaggio dentro il mare aperto, leggendo queste pagine salpiamo come Ulisse per iniziare un'avventura, siamo un pensiero in movimento. Ci scopriamo accanto all'autore mentre attraversa l'Oceano su una barca a vela in veste di marinaio/filosofo. Perché navigare ci trasforma, asseconda il nostro desiderio di conoscenza e apre le porte della percezione. Veleggiare dentro uno spazio di libertà senza confini che dialoga con il cielo muta radicalmente il nostro rapporto con l'ambiente, con le persone e persino con gli oggetti. La barca diventa una scuola di vita che ci obbliga a pensare ogni cosa da capo per agire in modo nuovo. Dà vita a una forma di conoscenza attiva, costruita dall'azione: una filosofia del mare. Grazie a cartografie stranianti e inversioni di prospettiva, Roberto Casati fa vacillare le nostre opinioni e certezze «terrestri», per introdurci a nuovi valori e responsabilità, suggerendo risposte alle nostre mancanze o colpe verso la natura e il mondo che ci circonda: dal ruolo del plancton al soccorso in mare dei migranti. Perché «sulla spiaggia davanti al mare aperto c'è chi incontra un limite e si ferma, e chi invece scorge una possibilità e si imbarca». «La filosofia e il mare sono legati a doppio filo. Voglio proporre un'ipotesi: non la filosofia in sé, ma la filosofia come si è consolidata e tramandata, nel modo in cui la conosciamo, nasce dal mare, dal confronto esigente con qualcosa che non comprendiamo ma con cui dobbiamo interagire».
20,00 19,00

L'età del legno. Come un unico materiale ha plasmato l'intera storia dell'umanità

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2021
pagine: 288
«Le fondamenta del nostro rapporto con il legno risiedono nelle sue straordinarie proprietà. È un materiale strutturale versatile che non ha paragoni in tal senso. È più leggero dell'acqua, eppure, a parità di peso, è duro, tenace e resistente come l'acciaio e resiste alla trazione e alla compressione. È facile da sagomare, visto che si spacca facilmente nel senso della venatura, ed è abbastanza tenero da essere tagliato, soprattutto quando è verde. Si trova in formati abbastanza grandi da sorreggere una casa, ma può essere tagliato in utensili delle dimensioni di uno stuzzicadenti. Può durare secoli, se mantenuto costantemente asciutto o umido, o anche bruciare, per tenerci al caldo, per cuocere il cibo e per azionare innumerevoli processi industriali. Con tutti questi vantaggi, il ruolo centrale del legno nella storia dell'umanità non appare solo comprensibile, ma inevitabile. […] Soprattutto, mi auguro di invogliare il lettore a guardare il mondo senza il condizionamento dettato dall'opinione comune che vede la storia dell'umanità contraddistinta dal rapporto dell'uomo con tre materiali: la pietra, il bronzo e il ferro. Questo libro confuta l'assunto diffuso secondo cui il legno sarebbe poco più che un'obsoleta reliquia di un nostro lontano passato. Mi auguro di dimostrare come, per gran parte del tempo trascorso su questo pianeta, l'uomo abbia vissuto in un'era dominata dal più versatile dei materiali, e come per molti versi sia ancora così. E, infine, come, per il bene dell'ambiente e del nostro benessere psicofisico, occorra tornare all'Età del legno». Siamo la specie dominante sulla Terra, abbiamo fatto progressi sorprendenti da quando i nostri antenati sono scesi dagli alberi. Ma come siamo riusciti a camminare in posizione eretta, a diventare superpredatori e a popolare il mondo? E in che modo abbiamo sviluppato la civiltà fino a produrre un'economia globalizzata? Nell'Età del legno, Roland Ennos mostra per la prima volta che la chiave di tale successo è stata la nostra peculiare relazione con il legno. Combinando genialmente le più recenti ricerche con le acquisizioni di diverse discipline (primatologia, antropologia, archeologia, storia, architettura, ingegneria e carpenteria), Ennos reinterpreta l'intera storia dell'umanità, e dimostra come la nostra capacità di sfruttare le straordinarie proprietà del legno abbia profondamente modellato le nostre società e le nostre vite. L'autore ci accompagna così in un vertiginoso viaggio lungo dieci milioni di anni: dal Sud-est asiatico e dall'Africa occidentale, dove grandi scimmie dondolano tra gli alberi, costruiscono nidi e utensili di legno, all'Africa orientale, dove i cacciatori-raccoglitori
30,00 28,50

Pinocchio. Le avventure di un burattino doppiamente commentate e tre volte illustrate

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2021
pagine: 200
«Nessun libro finisce», ha scritto di Pinocchio Giorgio Manganelli. «I libri non sono lunghi, sono larghi. La pagina non è che una porta ad altra porta, che porta ad altra. Finire un libro significa aprire l'ultima porta, affinché nessuna porta si chiuda piú». È una porta di questo genere, che comunica segretamente col suo libro precedente su Hölderlin, che Agamben apre con questo doppio commento, tre volte illustrato, del libro piú letto e tradotto di tutta la letteratura italiana. E lo fa togliendo decisamente di mezzo e, insieme, riformulando da capo le interpretazioni esoteriche delle avventure del burattino, dalla morte alla rinascita, dalla metamorfosi asinina all'inghiottimento nel ventre della balena. Collodi inventa poeticamente, non applica dottrine massoniche trasmesse da imprevedibili iniziati. È vivendo le sue avventure di burattino, la vendita dell'Abbecedario, l'ingresso nel Gran Teatro, la fuga nel Paese dei balocchi, l'incontro col Gatto e la Volpe, la trasformazione in ciuco e il viaggio nel ventre del Pesce-cane che Pinocchio, come Lucio nel romanzo di Apuleio, è iniziato, ma ciò a cui è iniziato è la sua stessa vita. E il libro che ne risulta non è una fiaba, non è un romanzo, non è ascrivibile ad alcun genere letterario, proprio come il suo protagonista, che non è né un animale né un ragazzo, non è nemmeno un «che», ma solo un «come»: è, nel senso piú stretto della parola, una via di uscita o di fuga, tanto dall'umano quanto dall'inumano – per questo non fa che correre, e quando alla fine si ferma è perduto. «Il naso è l'espressione dell'incorreggibile, picaresca insolenza di Pinocchio, e solo secondariamente della sua altrettanto picaresca furfanteria. In questione, in quel naso che non finisce mai è, piuttosto, qualcosa come una costitutiva indefinizione della natura del burattino, che, come quella degli abitanti del Regno segreto , è "pendula" e in continua rivoluzione. La menzogna è qui per cosí dire fisiologica, legata al carattere indeterminabile, alla vaghezza di un'esistenza che per questo non può che essere indefettibilmente mancata. Il naso senza fine di Pinocchio, che non passa piú dalla porta della camera e che rischia di conficcarsi negli occhi della fata, è la sua verità, che smentisce la falsa antinomia con la quale la fata vorrebbe definirlo: le bugie che hanno le gambe corte e quelle che hanno il naso lungo. La verità non è un assioma fissato una volta per tutte: cresce e diminuisce "a occhiate" insieme alla vita, al punto di diventare sempre piú ingombrante e difficile per chi vi aderisce senza riserve – come il naso di Pinocchio, appunto».
20,00 19,00

La follia di Hölderlin. Cronaca di una vita abitante (1806-1843)

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2021
pagine: 241
La vita di Hölderlin è divisa esattamente in due metà: i 36 anni dal 1770 al 1806 e i 36 anni dal 1807 al 1843 che trascorre come pazzo nella casa del falegname Zimmer. Se nella prima metà il poeta vive nel mondo e partecipa nella misura delle sue forze alle vicende del suo tempo, la seconda metà della sua esistenza trascorre del tutto fuori del mondo, come se, malgrado le visite saltuarie che riceve, un muro la separasse da ogni relazione con gli eventi esterni. Per ragioni che forse risulteranno alla fine chiare a chi legge, Hölderlin ha deciso di espungere ogni carattere storico e sociale dalle azioni e dai gesti della sua vita. Secondo la testimonianza del suo più antico biografo, egli ripeteva ostinatamente: «non mi succede nulla». La sua vita può solo essere oggetto di cronaca, non di una biografia e tanto meno di un'analisi clinica o psicologica. E, tuttavia, l'ipotesi del libro è che in questo modo Hölderlin ha consegnato all'umanità un'altra, inedita figura della vita, il cui significato genuinamente politico resta ancora da misurare, ma ci riguarda da vicino. «La vita abitante di Hölderlin neutralizza l'opposizione fra pubblico e privato, li fa coincidere senza sintesi in una posizione di stallo. In questo senso, la sua vita abitante, né privata né pubblica, costituisce forse il lascito propriamente politico che il poeta consegna al pensiero. Anche in questo ci è vicino, a noi che della distinzione fra le due sfere non sappiamo più nulla. La sua vita è una profezia di qualcosa che il suo tempo non poteva in alcun modo pensare senza sconfinare nella follia».
20,00 19,00

Nutrirsi. Storia di un gesto umano

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 256
Una sontuosa storia illustrata del cibo e del nostro rapporto con la cucina, dall’antico Egitto ai moderni bistrot.
50,00 47,50

Come scoprire il Graal. Storie di cavalieri, occultisti, cercatori

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 224
Il Graal non si trova: si scopre e basta, e chi si ostina a cercarlo senza aver ricevuto la chiamata deve rassegnarsi a non trovarlo. Il problema, casomai, è che nel corso della storia le chiamate sono state fin troppe. E così i presunti Graal si sono moltiplicati: chi si è trovato fra le mani un calice d’argento affiorato tra le sabbie del deserto; chi un bacile di smeraldo guadagnato come bottino di guerra in Terrasanta; chi ancora un piatto nascosto in un ruscello e rivelato da una misteriosa voce celeste. Antiquari newyorkesi, cavalieri crociati, archeologi e, ancora, occultisti dell’Inghilterra vittoriana, esperti di arabo medievale, ufficiali del Terzo Reich: Claudio Lagomarsini scrive l’epopea, allo stesso tempo rigorosa e avventurosa, di questi «cercatori», e del loro irresistibile oggetto del desiderio. Chi desidera rivendicare la scoperta del Graal deve dimostrare che l'oggetto ritrovato è compatibile con l'epoca del Cristo storico. Inoltre, poiché di calici e altri recipienti antichi sono pieni i musei, lo scopritore di turno deve poter allegare al ritrovamento una narrazione che spieghi come e perché il Graal è venuto a trovarsi proprio dove lo si è riportato alla luce. Ma prima ancora di tutto questo, che cos'è il Graal? Perché alcuni autori medievali lo descrivono come un calice per l'eucarestia, mentre altri ne parlano come di un generico vassoio, e altri ancora lo identificano con il piatto usato da Gesú per consumare l'agnello pasquale? In che rapporto stanno i romanzi cavallereschi con le fonti storiche che menzionano le reliquie dell'Ultima Cena? Claudio Lagomarsini - filologo, specialista di materia arturiana e scrittore - ripercorre in un saggio narrativo la storia delle più significative scoperte del Graal rivendicate dal Medioevo ai nostri giorni. I profili degli scopritori non potrebbero essere più vari. Non tutti, però, sono riusciti a convincere gli esperti di aver scoperto il vero Graal. E chi in una certa epoca ha superato la prova, ha poi dovuto fare i conti con il progresso delle conoscenze scientifiche e storiche, che in alcuni casi hanno rimesso in dubbio scoperte passate in giudicato. In definitiva, che cosa sappiamo oggi dei Graal finora ritrovati? Ce n'è almeno uno che ha superato con successo tutti gli accertamenti?
22,00 20,90

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