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Einaudi: Letture Einaudi

Tutte le nostre collane

Misteri dei ministeri

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 384
Una sorta di trattato beffardo e paradossale della burocrazia italiana, con movenze kafkiane e un estro linguistico da scrittore di razza. Tutto ruota intorno a un misterioso manoscritto firmato da un fantomatico signor D.K. 55. Il manoscritto contiene materiali vari fra i quali una serie di documenti che testimoniano i soprusi del potere amministrativo nei confronti dei cittadini. Esposti e lagnanze rivolti alle autorità si alternano mescolate cronologicamente, così che i destinatari – un Ministro, il Presidente della Repubblica, il Re o il Duce – sembrano la stessa cosa in un tempo, il tempo della pubblica amministrazione, che non cambia mai. Al di là dell'originale struttura narrativa, il pregio del libro è il viaggio dentro la lingua italiana a più livelli, dal burocratese perfettamente riprodotto alla parodia della scrittura saggistica, dall'italiano popolare al delirio surrealistico. Un classico della letteratura satirica che tanto piacque a Italo Calvino. Con un'appendice di carte inedite. Prefazione di Paolo Mauri.
21,00 19,95

L'amour fou

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 152
Uscito nel 1937, "L'amour fou" è un racconto autobiografico che riprende la formula già usata con "Nadja" di mescolare narrazione, saggio, fotografie e disegni. Tutto ruota intorno all'incontro di Breton con Jacqueline Lamba, poi sua terza moglie, e alle coincidenze «magiche» e alle premonizioni che conducono a questo momento fatale. Le riflessioni che si innervano nel racconto scandagliano il rapporto che l'innamoramento improvviso, l'amour fou per l'appunto, ha con l'ignoto e ruotano intorno ai concetti di desiderio e di rivelazione. Mai come in questo libro la letteratura è vita, e la vita è l'attesa del proprio destino. Prefazione di Emanuele Trevi.
17,50 16,63

D.D. Deliri Disarmati

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 220
Nell'Occhiale malinconico, Ceronetti si rammarica di scrivere «in una lingua europea ex magnifica, sfigurata e sopraffatta da scorie verbali tossiche, non più creativa nel popolo». Nei Pensieri del Tè ne denuncia la fiacchezza sonora: «Il latino ha meno suono del greco ma più dell'italiano (più contenuto sacrale), l'italiano del Trecento più di quello attuale (infinitamente più)». Il suo dissenso dalla lingua di oggi lo esprime in vari interventi (indimenticabile, fra i tanti, quello contro l'abuso del verbo «gestire» nella Musa ulcerosa), evitando i sintagmi-cliché e i luoghi comuni, ma anche utilizzando parole desuete o improbabili, neologismi e applicazioni morfematiche possibili ma non esistenti. (In questo slancio, devo dire, sento una forte affinità con lui). [...] Nei Deliri Disarmati: «sfacibile sfacitore», «elettuari per monache», «Cagòdromo», «lercia e slampadata», «una palpebrata segreta», «un sergozzone», «resti di laniato», «prepuziare… prepuziatrice… prepuziazione», «un Dio pirchio», «potenza plutoniale», «occhi fredegondi», «i loro ganziboldi», «grido marlupo» (dalla prefazione di Tiziano Scarpa). «Poeta, scrittore, polemista profondamente antimoderno, apocalittico, anarchico-reazionario, quasi sempre paradossale nelle forme e nei contenuti, Ceronetti ha adottato di volta in volta svariati mezzi espressivi, non solo verbali (si pensi ai suoi disegni, ai collage, alle performance teatrali). Questi 'Deliri', pubblicati originariamente nel 1993, sono fondamentalmente racconti satirici, grotteschi e surreali. Ma piúù che lo sviluppo narrativo, a Ceronetti interessa il nucleo enigmatico, simbolico, forse profetico delle situazioni che «mette in scena». E qui, più che in altri libri, le geniali invenzioni linguistiche della sua prosa si colorano di comicità. Ne risulta un concentrato della scrittura ceronettiana e, nello stesso tempo, una delle sue opere più divertenti. Intuizioni, imposture, sgambetti, convulsioni, risentimenti, nostalgie di prodigi, illuminazioni assetate d'ombra» (Tiziano Scarpa).
19,50 18,53

Germogli della terra

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2021
pagine: 440
"I nemici della sostenibilità in Germogli della terra sono le imprese minerarie (straniere) che non sentono alcuna responsabilità nei confronti del territorio in cui si stabiliscono, lo sfruttano finché c'è qualcosa da afferrare e poi abbandonano i luoghi e i loro abitanti lasciando dietro di sé carcasse di macchinari e paesi fantasma in cui avevano creato un'effimera economia. Non è di investitori e di soldi che ha bisogno il paese – sostiene il personaggio di Geissler, che può essere considerato l'ideologo del romanzo – ma di uomini come Isak, che sanno usare l'aratro e andare lenti, camminare al ritmo della vita. E se al tempo del Nobel il romanzo fu premiato per la proposta di un epos del lavoro unificante (il lavoro agricolo solidale in opposizione all'alienazione di quello operaio), oggi – a un secolo di distanza – è possibile leggerlo con gli occhi di chi ha assistito al disastro dovuto allo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali in nome del capitale" (dalla prefazione di Sara Culeddu). La scelta del luogo, la richiesta di una compagna per condividere le fatiche, la costruzione di una capanna, poi di una casa, poi di una stalla per gli animali da allevamento. Le semine, i raccolti, la siccità, il freddo. Il paese più vicino a una giornata di cammino. E a poco a poco, con gli anni, Sellanraa si popola. Qualcuno vorrebbe fare i soldi con le miniere, qualcuno tenterà l'avventura nelle città, ma Isak e suo figlio Sivert continueranno a passare l'aratro e l'erpice e a seminare: «Il bosco e la montagna li guardano, ogni cosa è sublime e potente, tutto ha un senso e uno scopo». In questa epopea quotidiana del colono nelle terre selvagge, Hamsun racconta il sentimento della vita contadina con uno stile particolarissimo che alterna scrittura minuziosa ed ellittica. E lo fa attraverso personaggi indimenticabili. Traduzione di Sara Culeddu.
22,00 20,90

Atlante occidentale. Con il Taccuino di Ginevra

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2019
pagine: 230
Un romanzo, uscito a metà degli anni Ottanta, che fece epoca misurandosi con le scoperte della fisica e anticipando alcune mutazioni radicali del nostro tempo. Viene riproposto in questa nuova edizione arricchito dal diario inedito che Del Giudice scrisse durante i giorni del sopralluogo al Cern di Ginevra prima di scrivere il romanzo. La prefazione è di un famoso fisico italiano che al Cern ha lavorato per molti anni e che, oltre ad amare il romanzo di Del Giudice, nelle pagine del diario ginevrino ha riconosciuto colleghi, situazioni e atmosfere a lui ben note. «Eccolo qua il romanzo dell'incontro fra i due esploratori: lo scrittore che scandaglia gli angoli più intimi e nascosti dell'animo umano e lo scienziato che indaga i componenti più minuti della materia. Due mondi apparentemente distanti che nascondono in realtà insospettabili analogie. A prima vista il mondo di Pietro Brahe è quanto di più solido e materiale si possa immaginare: acceleratori e apparati grandi come case, magneti, rivelatori, cavi e circuiti elettronici. Ma basta scavare appena al di sotto di questa superficie per scoprire che le strutture più nascoste e recondite della materia sono elusive, hanno forme cangianti, talvolta inafferrabili. Non così dissimili quindi dalle impalpabili mutevolezze che rendono imprevedibile il comportamento intimo dei protagonisti dei romanzi di Ira Epstein. Fino al punto che i due punti di vista quasi si rovesciano: "lui vedeva cose di cui non c'era immagine" pensava di sé Pietro Brahe, mentre lo scrittore argomentava: "Nel mio (lavoro), come le ho già spiegato, si vede parecchio. Si vede così tanto che resta ben poco da immaginare". Il regno della concretezza e della realtà materiale che si rovescia, come in uno specchio, in quello dell'immaginazione e della finzione letteraria.» (dalla prefazione di Guido Tonelli)
20,00 19,00

I racconti

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2016
pagine: XVII-225
Negli anni Ottanta e Novanta quando usciva un libro di Daniele Del Giudice era un evento per critici e lettori, in Italia e all'estero, e ancora oggi per tanti scrittori stranieri (ad esempio McEwan e Carrère) rimane lui l'autore italiano con cui confrontarsi. Qui vengono raccolti tutti i suoi racconti usciti in volume e alcuni racconti meno noti, fra i quali due inediti. Se teniamo presente che la narrativa breve può essere considerata la quintessenza dell'idea di letteratura di Del Giudice, all'incrocio fra percezione e mistero, questo volume è una via naturale per rileggerlo e riconoscere appieno il fascino della sua scrittura. Prefazione di Tiziano Scarpa.
19,00 18,05

Il libro di Johnny

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2015
pagine: 791
In un primo momento, Beppe Fenoglio aveva ideato un unico grande ciclo di Johnny, che partiva dagli anni del liceo di Alba, proseguiva con il corso ufficiali a Roma, l'8 settembre, il complicato e pericoloso ritorno in Piemonte e l'adesione alla guerra partigiana, fino al passaggio dai garibaldini ai badogliani, a cui seguirono i vari scontri e la morte di Johnny. Successivamente, però, Fenoglio riscrisse la prima parte di questo suo ambizioso "progetto" narrativo, facendo di "Primavera di bellezza" un romanzo autonomo. Tagliò tutta la parte iniziale e aggiunse un finale che non c'era. E mise mano alla seconda redazione del "Partigiano Johnny", che poi abbandonò. In questa edizione, curata da Gabriele Pedullà, viene per la prima volta ricostruito il continuum narrativo del grande romanzo, così come Fenoglio l'aveva inizialmente pensato e concepito. E la saga di Johnny, frammento dopo frammento, riemerge in tutta la sua forza epica.
28,00 26,60

Pedro Páramo

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2014
pagine: 142
"Con 'Pedro Páramo', Juan Rulfo annuncia il modo attraverso cui la cultura di un intero continente trova forse per la prima volta una voce propria, magari a partire dalla contrazione di nuovi debiti, primo fra tutti quello con William Faulkner, e dalla contemporanea accensione di futuri crediti, come la citatissima apertura del frammento 41: 'Il padre Rentería si sarebbe ricordato molti anni dopo della notte in cui la durezza del suo letto lo tenne sveglio e poi lo obbligò a uscire', che è evidente modello per il famoso incipit di 'Cent'anni di solitudine': 'Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendia si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio'. Con quella voce trovata l'America Latina entra in conversazione con il resto del mondo e a sua volta lo rigenera, lo porta a trovare nuove strade, racconti e nuove voci ancora." (Dalla prefazione di Ernesto Franco)
16,00 15,20

Ulisse

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2013
pagine: X-988
"L''Ulisse' è un libro scritto da qualcuno che doveva diventare tenore (Joyce quando abitava a Trieste), uno che aveva imparato a trasmettere sulla pagina ciò che i musicisti chiamano 'orecchio interno', al di là del senso oggettivo delle parole. In effetti, se facessimo il calcolo di quante cantate spuntano nell''Ulisse' ogni poche pagine, vedremmo un ventaglio di citazioni canterine che sono la spina dorsale joyciana per scavalcare tutti i discorsi e intendersi con diversi richiami musicali: dall'opera lirica alla filastrocca oscena, da un canto gregoriano ('Gloria in excelsis Deo') al rumore della carrozza del viceré che passa sul lungofiume ('Clapclap, Crilclap'), dai nursery rhymes a una poesia tedesca sul canto delle sirene ('Von der Sirenen Listigkeit...'), dal verso del cuculo ('Cucù! Cucù') al Fiore di Siviglia (opera lirica), dalle battute per tenere il ritmo d'una pagina ('Tum' 'Tum') a quelle di altri suoni ('Pflaap! Pflaap! Pflaaaap'), alla cantata mozartiana, ricorrente nei pensieri di Mr Bloom: 'Vorrei e non vorrei, mi trema un poco il cor', e cosi via." (dalla prefazione di Gianni Celati)
28,00 26,60

La pianura in fiamme

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2012
pagine: 161
I racconti che compongono "La pianura in fiamme" ripropongono, come pezzi di un mosaico, i personaggi e gli spazi di un Messico che Rulfo trae direttamente dai racconti degli abitanti del suo paese e dalla sua biografia. Le vicende narrate, dettate da un'infanzia vissuta tra morte e distruzione, racchiudono la stessa visione crudele del mondo che ritroviamo nell'universo di "Pedro Parámo": grida, preghiere e imprecazioni di una terra che mostra le sue radici più profonde. Rulfo racconta di uomini braccati e ammazzati, stremati dalla fame, dal sonno, dalla vita, di mammelle di pecora morse dal succhiare di un uomo affamato, di pallottole nel cielo. Nelle sue parole si sentono la terra, la polvere, le ore passate a camminare senza incontrare anima viva, circondati da una natura maligna: c'è la pianura dove si fatica a parlare perché "le parole si scaldano in bocca con il calore di fuori", dove cade solo una goccia di pioggia, non due. Dove non ci sono conigli. Né uccelli. Dove prima erano in venti a cavallo e ora sono in quattro a piedi. "I cicli vitali, il volgersi delle stagioni, il destino dell'uomo trovano in Rulfo un cantore eccezionale". Prefazione di Ernesto Franco.
18,00 17,10

Le cose. Una storia degli anni Sessanta

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2011
pagine: XLI-122
Una giovane coppia parigina, Jérôme e Sylvie, fresca di studi universitari, vive in un mondo dove impera l'abbondanza consumistica. Di quanto i negozi di scarpe e di dischi, i salumieri e gli antiquari offrono di meglio, sanno apprezzare la finezza, il sapore, l'eccellenza. Hanno i gusti della borghesia raffinata, ma per mancanza di denaro sono sempre respinti verso il loro status sociale: "sempre un pochino troppo in giù". La loro non è solo una ricerca di elevazione sociale, essi chiedono alle cose di operare in loro, per forza e magia, una metamorfosi: cercano di avere per essere. Sono due personaggi singolari ma allo stesso tempo comuni. Sono vittime di un consumismo che sembra innescare solo frustrazioni, frenesie e tensioni; ma Perec li racconta senza sarcasmo, con umorismo e distaccata ironia, perché rimane consapevole della forza estetica, emozionale, perfino erotica, che l'universo degli oggetti sa produrre su ognuno di noi. Prefazione di Andrea Canobbio.
18,00 17,10

Storie naturali

Storie naturali

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 296
Le "Storie naturali" di Primo Levi uscirono nel 1966 con lo pseudonimo di Damiano Malabaila. Fu la casa editrice a suggerire all'autore una qualche presa di distanza da questi racconti fantascientifici apparentemente così lontani dai due libri di Levi pubblicati in precedenza: "Se questo è un uomo" e "La tregua". Oggi che finalmente sappiamo distinguere il testimone dallo scrittore, i racconti delle "Storie naturali", come già quelli del "Sistema periodico", sono destinati a crescere nella considerazione dei critici e dei lettori. È un libro di invenzioni geniali, di incredibili premonizioni, di punti di vista capovolti, di giochi linguistici molto divertenti. Però, a leggerli così come li leggono i curatori di questa edizione, si potranno trovare momenti inquietanti nei quali gli incubi del Lager tornano in forme nuove. Un grande libro del Novecento per celebrare al meglio i cento titoli della collana «Letture Einaudi».
20,00

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