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EGEA: Diritto dell'economia

Tutte le nostre collane

Il concorso di azioni. Volume Vol. 1

Libro: Libro in brossura
editore: EGEA
anno edizione: 2018
pagine: XII-279
Il concorso di azioni è un fenomeno processuale che si verifica ogni qualvolta un certo risultato pratico sia alternativamente conseguibile mediante due o più azioni processuali. Il rapporto di concorrenza tra le azioni riflette, pertanto, un rapporto di concorrenza tra i diritti soggettivi che sono deducibili in giudizio mediante le azioni concorrenti. Se la scelta dell'attore di esercitare una delle azioni in luogo dell'altra può dirsi astrattamente idonea a prevenire situazioni di conflitto, non è tuttavia in grado di evitare completamente il rischio di duplicazione della tutela giurisdizionale in relazione al medesimo soggetto o al medesimo interesse economico. Di qui la necessità - comune alla riflessione sulla tutela giurisdizionale dei diritti - di regolare il rapporto tra le azioni concorrenti mediante un bilanciamento tra il diritto del privato di scegliere gli strumenti processuali più efficienti in rapporto al caso concreto e l'interesse dell'ordinamento ad evitare indebiti arricchimenti e il rischio di giudicati contrastanti. Il volume mira, pertanto, ad esaminare il fenomeno concorsuale in una prospettiva eminentemente processuale, evidenziandone i caratteri fondamentali ed illustrando le tipologie in cui esso viene a manifestarsi. La duplice valenza - processuale e sostanziale - del fenomeno consente, in particolare, di valorizzare sia le problematiche relative alla proposizione delle domande alternative in via di cumulo subordinato e alla formazione del processo cumulativo, sia le vicende sostanziali in cui il fenomeno del concorso di azioni si manifesta con maggiore evidenza e problematicità. Sotto quest'ultimo profilo, il volume dedica particolare attenzione ai rapporti tra le azioni poste a tutela del contraente non inadempiente, tra le azioni di impugnativa del contratto e della delibera assembleare, e tra le azioni risarcitorie in ambito contrattuale ed extracontrattuale.
38,00 36,10

L'esercizio dell'attività d'impresa nel private equity

Libro: Libro in brossura
editore: EGEA
anno edizione: 2018
pagine: 249
Il fenomeno economico dei fondi di private equity si caratterizza frequentemente per l’interesse degli investitori a un comportamento da parte del gestore volto non solamente a individuare società target, ma altresì ad attuare azioni finalizzate a incrementarne il valore, al fine di una (auspicabilmente) lucrosa successiva vendita delle relative partecipazioni. In questa prospettiva, l’attività della società di gestione risulta composta non solo dall’esercizio del diritto di voto nelle assemblee delle società partecipate, ma potenzialmente anche dal coinvolgimento nell’amministrazione delle medesime società. Ciò può accadere, a maggior ragione, nel caso di assunzione del controllo. L’obiettivo di questa monografia consiste, quindi, nel valutare se il gestore di fondi di private equity possa esercitare attività di direzione e coordinamento delle società controllate, nell’interesse degli investitori. Dalla risposta affermativa consegue il posizionamento del fondo – pur privo di soggettività – al vertice di un gruppo di imprese, quale centro di imputazione degli effetti della gestione delle imprese stesse, in un contesto di equivalenza funzionale tra patrimonio autonomo e personalità giuridica. A tale risultato si perviene a fronte del generale processo di normazione di istituti caratterizzati dalla segregazione patrimoniale per perseguire una specifica destinazione. Il fondo di private equity, da mero mezzo di investimento, diventa, dunque, strumento per l’esercizio di un’attività di impresa di gestione delle partecipazioni, ulteriore e autonoma rispetto all'attività propria della società di gestione.
34,00 32,30

I consulenti di voto

Libro: Libro in brossura
editore: EGEA
anno edizione: 2018
pagine: 376
Sviluppatisi negli Stati Uniti, i consulenti di voto (proxy advisors) si sono progressivamente affermati anche in Europa, alimentando incertezze in ordine all'impatto della loro influenza sugli interessi coinvolti nel voto esercitato nell'assemblea dagli investitori istituzionali loro clienti. Scarsa trasparenza sui metodi di analisi e di elaborazione delle raccomandazioni di voto, conflitti di interesse, assenza di efficaci forme di controllo sulla qualità e "affidabilità" delle prestazioni, forte concentrazione del mercato di riferimento, nonché insufficienti incentivi al controllo in capo agli intermediari clienti, costituiscono i profili problematici associati ai consulenti di voto. Questi ultimi sono ora oggetto di specifiche previsioni normative contenute nella direttiva 2017/828/UE. La ricognizione delle possibili tecniche, dirette e indirette, di disciplina dei proxy advisor evidenzia tuttavia i potenziali limiti dell'approccio del legislatore europeo alla materia, principalmente basato su regole di trasparenza informativa poste in capo ai consulenti di voto senza "responsabilizzare" maggiormente gli intermediari clienti riguardo all'esercizio del diritto-dovere di voto connesso con gli strumenti finanziari di pertinenza dei patrimoni gestiti. Per ovviare a questi limiti è possibile, anche sulla scorta delle indicazioni provenienti dalla disciplina dell'esternaiizzazione di funzioni operative aziendali da parte degli intermediari finanziari, prefigurare un eventuale più incisivo intervento legislativo diretto ad ancorare la regolamentazione dei consulenti di voto al dovere degli intermediari di operare nell'interesse dei titolari sostanziali degli investimenti da loro gestiti e, in particolare, al loro dovere di controllo sui servizi acquisiti e sul loro prestatore.
48,00 45,60

Patti sociali e parasociali nelle operazioni di «private equity» e «venture capital»

Libro: Libro in brossura
editore: EGEA
anno edizione: 2017
pagine: XX-387
A seguito dell'entrata in vigore della Riforma del diritto delle società, quasi tre lustri or sono, la prassi nel settore del "private equity" e del "venture capital" ha colto le notevoli possibilità offerte dall'ampliamento dell'autonomia statutaria e dal correlativo arretramento dell'ambito di applicazione delle norme inderogabili, trasformando in clausole statutarie svariate pattuizioni che, in precedenza, venivano usualmente collocate in patti parasociali. Nonostante questa tendenza, lo strumento dei patti parasociali continua ad essere normalmente utilizzato nelle operazioni di "private equity" e dì "venture capital". Da qui l'esigenza di ricostruire in questo studio, sulla base dei più recenti contributi della dottrina e della giurisprudenza, lo stato dell'arte delle pattuizioni più importanti utilizzate nella prassi delle suddette operazioni e relative, rispettivamente, al governo della "target company", ai limiti alla circolazione delle partecipazioni e al c.d. "diritto di exit". Considerando, in particolare, le ragioni e gli effetti della scelta di una collocazione statutaria piuttosto che parasociale di tali pattuizioni, l'autore si propone di tracciare delle linee-guida per individuare le clausole che possono essere legittimamente collocate tra i patti sociali, le clausole che possono invece trovare un'utile collocazione solo in un patto parasociale e, infine, le clausole che sono comunque invalide o da disapplicare, in quanto contrarie a norme imperative ovvero dirette a realizzare interessi non meritevoli di tutela secondo l'ordinamento giuridico.
52,00 49,40

Innovazione finanziaria ed esercizio del voto

Libro: Libro in brossura
editore: EGEA
anno edizione: 2017
pagine: XXV-337
I contratti derivati, il prestito titoli e altri "prodotti" dell'innovazione finanziaria degli ultimi decenni non sono soltanto strumenti di gestione dell'investimento azionario, ma di trasformazione dello stesso. Essi hanno radicalmente mutato - su scala globale - i modi con cui gli investitori professionali partecipano al governo delle società quotate. Particolarmente problematica è la situazione in cui un azionista, ricorrendo a strumenti negoziali di gestione del rischio o della liquidità, oppure sfruttando il sistema della record date (anch'essa un portato dei processi di finanziarizzazione della società per azioni), riduca la propria esposizione ai ritorni dell'investimento azionario, lasciando al contempo inalterato il diritto di voto: è ciò che, con un'espressione ormai entrata nel linguaggio degli studi giuseconomici, si definisce "empty voting". Di fronte a operazioni di fusione deliberate con il contributo determinante di un azionista formalmente legittimato al voto, ma con partecipazione "svuotata" di qualsivoglia interesse economico, i principi di fondo della disciplina della società per azioni sono messi alla prova; e lo sono ancor più laddove lo stesso azionista, vendendo allo scoperto, assuma una posizione perfino ribassista rispetto ai prezzi delle azioni di cui rimane possessore. In prima analisi, parrebbe agevole ricorrere a paradigmi quali "un'azione, un voto", o alla disciplina del conflitto di interessi dell'azionista. In realtà, questi istituti - come tradizionalmente interpretati - appaiono inadatti a cogliere la complessità delle relazioni tra mercato finanziario e diritto societario; e le stesse categorie concettuali su cui essi si fondano ("interesse (comune) dei soci", "conflitto di interessi", "rischio-potere", ecc.) debbono essere rivisitate con strumenti di analisi che tengano conto della proliferazione e divaricazione delle preferenze individuali degli investitori professionali nelle società quotate. II volume si sviluppa lungo questa linea di indagine, analizzando l'interferenza delle strategie di empty voting con i meccanismi di funzionamento dell'assemblea ed esplorando il possibile ricorso a rimedi, legali e statutari, risarcitori e di trasparenza, in grado di prevenire e contrastare le manifestazioni patologiche di un fenomeno di larga e irreversibile portata.
48,00 45,60

Gli organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR). Fattispecie e forme

Libro: Libro in brossura
editore: EGEA
anno edizione: 2017
pagine: XX-228
Nell'impianto della disciplina sulla gestione collettiva del risparmio, come riflessasi in Italia a seguito del recepimento delle ultime direttive europee in materia, si rinvengono due distinte forme di organizzazione di tale attività finanziaria: si tratta, da un lato, del fondo comune di investimento e, dall'altro, degli organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) aventi forma societaria. In altri ordinamenti, le forme organizzative che la gestione collettiva del risparmio può assumere ricomprendono, da lungo tempo, ulteriori schemi, tra i quali, ovviamente, il trust – vero e proprio "archetipo" logico-concettuale della categoria degli organismi di investimento collettivo –, le forme societarie non appartenenti al genus delle società di capitali, nonché le partnership. Il volume si propone l'obiettivo di ricostruire, sulla base della disciplina europea (direttiva AIFMD e direttiva UCITS) e delle disposizioni del Testo Unico della Finanza, la nozione generale di OICR, ponendone in luce gli elementi qualificanti. La portata spiccatamente funzionale della normativa europea, che tende a prescindere dagli schemi che, concretamente, può assumere l'OICR, consente altresì di indagare i profili di contatto tra forme contrattuali (il fondo comune di investimento) e forme statutarie (SICAV e SICAF), quali disciplinate, in particolare, nel sistema italiano. I due schemi organizzativi presentano, in effetti, numerosi punti di convergenza, che testimoniano un intenso fenomeno di circolazione delle regole tra due modelli apparentemente molto diversi. Gli schemi che provengono dal diritto comune vengono così piegati al perseguimento delle finalità di policy legislativa, in primis rappresentate dalla protezione e dalla tutela degli investitori, e dal buon funzionamento del mercato.
32,00 30,40

I segni distintivi dell'azienda: dinamismo e profili di tutela a confronto

Libro: Libro in brossura
editore: EGEA
anno edizione: 2017
pagine: 89
Il lavoro monografico offre una panoramica dei segni distintivi dell'azienda alla luce delle più recenti elaborazioni dottrinali e giurisprudenziali italiane e comunitarie in materia. Il filo conduttore dell'opera è rappresentato dall'esame dei segmenti sostanziali e processuali degli istituti analizzati; le questioni giuridiche sono affrontate con spirito critico e con particolare attenzione alle problematiche di matrice strettamente comunitaria. Un esame peculiare è stato riservato ai temi più attuali che hanno interessato il campo dei "collettori di clientela", come l'emersione dei nomi a dominio, le nuove forme di circolazione dei segni distintivi, nonché l'assetto di tutela e protezione relativo al Made in Italy.
15,00 14,25

Il caso Uber. La sharing economy nel confronto tra common law e civil law

Libro: Libro in brossura
editore: EGEA
anno edizione: 2016
pagine: X-226
L'avvento di Uber, al pari delle altre modalità di produzione e scambio di beni e servizi che costituiscono la parte meno collaborativa e più imprenditoriale di quella che i più chiamano sharing economy, promette di incidere in misura significativa sulla struttura economica e sociale dei Paesi occidentali e pone al diritto questioni che sono in parte integralmente nuove e in parte la riedizione in termini rinnovati di tematiche ormai risalenti. Questo volume intende offrire al lettore una visione il più possibile ampia e unitaria della congerie di problemi comportati dall'affermarsi di Uber, intesa quale archetipo fondamentale della più ampia trasformazione sottesa alla sharing economy, analizzando le sue molteplici sfaccettature e le soluzioni che nel corso di questi anni sono state approntate dai diversi ordinamenti della western legal tradition, senza rinunciare a fornire alcune indicazioni prospettiche sulle ricadute future di un fenomeno in continua trasformazione. A tal fine, il lavoro, dopo una prima ricognizione del fenomeno del ridesharing e delle connesse problematiche, prende le mosse dal contesto statunitense, dove Uber è nata e ha conosciuto la sua prima affermazione, per volgere lo sguardo poi agli altri Paesi di common law. Successivamente l'analisi si indirizza al diverso approccio tenuto dagli ordinamenti di civil law, dedicando particolare attenzione al caso italiano e alle sue specificità. Infine, alcune considerazioni conclusive legano l'indagine precedentemente svolta al più generale fenomeno della sharing economy e ai temi che essa pone alla riflessione giuridico comparativa.
30,00 28,50

Il nodo della partecipazione dei lavoratori in Italia. Evoluzioni e prospettive nel confronto con il modello tedesco ed europeo

Libro
editore: EGEA
anno edizione: 2014
pagine: 310
Il sempre più frequente richiamo, ad opera tanto delle parti sociali quanto delle sfere politiche, alla necessità di una maggiore collaborazione tra capitale e lavoro, in un momento di drammatica crisi (non solo) economica, ha dato occasione all'autore di affrontare il delicato tema della partecipazione dei lavoratori in Italia. Trattandosi di un concetto dai contorni in sé oltremodo ampi, se non indefiniti, l'autore ha ritenuto di operare innanzitutto una ricognizione delle esperienze di partecipazione - del passato e del presente - ritenute più significative, procedendo in via diacronica verso l'individuazione di un possibile significato (o, forse, di un "sembiante") che potesse risultare coerente con gli scopi "originari" dello strumento in parola. Il punto di partenza dell'analisi è stato il sistema di relazioni industriali tedesco, universalmente riconosciuto come il "benchmark model" di ogni esperienza - lato sensu - partecipativa: l'interesse per tale modello non ha coinvolto solo gli aspetti legati al suo concreto funzionamento, ma l'attenzione si è focalizzata sulle finalità e, ancor più, sui valori alla sua base, ritenuti aspetti dirimenti - anche - in una prospettiva di "trapianto" dello stesso o di sue parti in un altro sistema. Ed infatti, a conferma delle difficoltà di esportare e, prima ancora, di imporre meccanismi partecipativi, l'autore ha poi dato conto della discussione sulla tematica in parola in ambito europeo...
35,00 33,25

La tutela dei dati personali in Italia 15 anni dopo. Tempo di bilanci e di bilanciamenti

Libro: Libro in brossura
editore: EGEA
anno edizione: 2012
pagine: 170
22,00 20,90

L'assistenza finanziaria per l'acquisto e la sottoscrizione delle proprie azioni

Libro: Libro in brossura
editore: EGEA
anno edizione: 2012
pagine: 250
33,00 31,35

Le dimissioni e la risoluzione consensuale del contratto di lavoro

Libro
editore: EGEA
anno edizione: 2012
pagine: 170
Dimissioni e risoluzione del contratto di lavoro per mutuo consenso rappresentano per l'Autore l'occasione di ricostruire in modo originale il complesso intreccio fra le regole civilistiche in materia di formazione e risoluzione dei contratti e la specificità della cifra giuslavoristica. Un confronto fra principi e discipline diverse che rivela prospettive inedite e scientificamente affascinanti anche perché se il diritto del lavoro persegue con la tutela del posto di lavoro uno dei suoi fini caratterizzanti, le dimissioni ne costituiscono la contraddizione, ma consentita e legittima perché prodotta dall'autonomia del soggetto tutelato. In un itinerario che si addentra nella complessità dei limiti alla libertà del lavoratore di negoziare il proprio posto di lavoro, "l'autore, conversando e dialogando con i risultati spesso discordi dell'ermeneutica giurisprudenziale e dottrinaria, rende i risultati di un'analisi sempre acuta e puntuale." (dalla Prefazione di Stefano Liebman)
20,00 19,00

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