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Edizioni ETS: Philosophica

Tutte le nostre collane

Carteggio 1919-1973

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2018
pagine: 261
La traduzione e curatela italiana dell’epistolario di Martin Heidegger e Karl Löwith – 124 lettere e cartoline redatte tra il 1919 e il 1973 e corredate da un’ampia introduzione storico-filosofica – offre oggi al lettore un inedito e decisivo documento circa l’intenso e al contempo discorde rapporto filosofico e umano tra il maestro e il suo primo allievo. I tentativi di Löwith di entrare in autentico contatto con un maestro la cui grandezza di pensiero rappresentava un ingombro invalicabile si rivelano per quello che erano, mostrano cose del passato / mai raggiunte, destinate a rinuncia (documento 122). La relazione tra i due si configura come un parricidio mancato e viene posta al termine del carteggio sotto una luce che attende. Non è dunque una riconciliazione quella che suggella l’epistolario, bensì la riconferma, sub mutata specie poetica, del carattere di apertura irrisolta di un rapporto già da sempre datosi esattamente nel modo in cui uomini isolati possono stare autenticamente insieme: nell’esistenza (documento 25). A campeggiare sullo sfondo è, ancora una volta, la metafora della Lichtung, la stessa metafora della radura di luce che aveva dato corpo filosofico alla discordia insorta a causa dei Saggi su Heidegger.
24,00 22,80

Il Ticino, l'antifascismo e la filosofia. Tommaso Gallarati Scotti, Stefano Jacini, Alessandro Casati

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2018
pagine: 82
Il lavoro qui presentato intende fornire una ricostruzione dell'attività politica e culturale di Tommaso Gallarati Scotti e Stefano Jacini con particolare riferimento al loro soggiorno in Svizzera, nei mesi successivi al termine della Seconda Guerra Mondiale, in seguito ai problemi sorti in patria per la loro partecipazione attiva all'antifascismo. Vengono presentate le attività, in particolare quelle giornalistiche e diplomatiche, svolte durante l'esilio, ma viene svolta anche una ricostruzione delle basi filosofiche del loro pensiero con particolare attenzione al concetto di "liberalismo". Una parte del testo è dedicata, infine, ad un'altra figura molto importante di quegli anni, sia per la sua attività politica che per la sua vicinanza a Gallarati Scotti e Jacini: Alessandro Casati.
10,00 9,50

L'estetica tedesca da Kant a Hegel

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2018
pagine: 168
Il Settecento, il "secolo d'oro dell'estetica", ha ospitato la nascita e i primi sviluppi di questa disciplina. Il periodo successivo, che va dalla pubblicazione della Critica della capacità di giudizio (1790) alle lezioni berlinesi di Hegel (fino al 1829), è denso di apporti fondamentali allo sviluppo dell'estetica. I contributi raccolti in questo volume approfondiscono come l'estetica tedesca si sia sviluppata e trasformata. A partire da Kant e fino a Hegel, le opere di Schiller, Schleiermacher, F. Schlegel, Hölderlin e Schelling vengono discusse a analizzate con l'intento di instaurare un dialogo tra le loro prospettive e offrire così un'idea del divenire dell'Estetica come disciplina filosofica.
18,00 17,10

«Natura lapsa» e peccati di ignoranza nell'antropologia di Agostino

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2018
pagine: 270
Quale ruolo riveste l’ignoranza umana nella visione antropologica di Agostino? In queste pagine, attraverso la lettura delle diverse risposte alla domanda: Quid et unde malum?, si delineano le molteplici accezioni che la nozione di ignoranza assume nella speculazione agostiniana sulla sofferenza dell’uomo e sul problema della salvezza. L’idea di ignoranza contempera una molteplicità di significati e, accanto all’altrettanto complessa nozione di concupiscenza, concorre, nel pensiero agostiniano, a descrivere l’infirmitas dell’uomo caduto. Nelle riflessioni antropologiche Agostino tende a considerare prevalentemente l’ignoranza come conseguenza del peccato: sia dei peccati personali che si commettono sia del peccato originale. Tuttavia è la speculazione sui peccati di ignoranza che porta in primo piano il ruolo di questa pena che affligge l’uomo. Infatti non soltanto la tensione interna della volontà, ma anche l’inadeguata conoscenza di Dio e delle norme di giustizia condannano l’uomo caduto a peccare anche quando vorrebbe agire rettamente. Essa rientra quindi a pieno titolo tra le nozioni centrali dell’antropologia agostiniana, in particolare degli anni della maturità, che descrive un uomo gravato dal retaggio penale della trasgressione dei progenitori e bisognoso di Dio per ottenere la salvezza. Colui che trasgredisce la legge divina infatti è colpevole, anche se ciò avviene per l’ignoranza del precetto e questo vale anche per gli esclusi dalla predicazione evangelica. Coloro che non si convertono infatti non possono ricevere il perdono dei peccati: del peccato originale che deriva a tutto il genere umano a causa del peccato di Adamo e dei peccati personali eventualmente commessi, essendo così rei e degni della dannazione. Si possono notare nei testi della maturità agostiniana alcune riflessioni sull’universale colpevolezza del genere umano a causa del peccato di Adamo e sulla conseguente condizione di infirmitas morale e intellettuale. Questo comporta che la salvezza per fede, ovvero la chiamata divina che fa dono della fede all’uomo, sia del tutto irrelata alla capacità cognitiva del soggetto. L’esempio che rende evidente il valore di questa affermazione è il caso di quegli uomini che, per quanto concerne le loro facoltà razionali, sarebbero pronti a convertirsi qualora si trovassero di fronte a opere che risvegliassero in loro la fede in Dio, ma, non accadendo ciò, sono destinati ad appartenere alla massa perditionis. L’esempio evangelico di questa indecifrabilità della volontà divina che sceglie a chi rivelare la via di salvezza è quella delle città di Tiro e di Sidone.
24,00 22,80

Cosmologie medievali

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2018
pagine: 220
A partire dal XII secolo l’Occidente latino ha iniziato a elaborare una concezione filosofico-razionale della natura e del cosmo. A quest’ultimo, non più inteso come simbolo di verità religiose profonde, fu riconosciuta consistenza ontologica e capacità di agire in modo autonomo. Tesi verso la ricerca delle cause fisiche dei fenomeni naturali, andando al di là della tradizionale interpretazione teologica e simbolica altomedievale, gli autori che si dedicarono allo studio della natura in quell’epoca poterono avvalersi di idee provenienti da testi antichi, filosofici, scientifici, medici e astrologici diventati disponibili grazie alle traduzioni dal greco e dall’arabo, contribuendo a dare fondamento epistemologico alla filosofia della natura. Dei testi che tra XII e XIII secolo furono dedicati alla spiegazione e alla ricerca delle cause e della struttura del cosmo viene qui riproposta – in una nuova edizione rivista – un’ampia raccolta in traduzione italiana di passi emblematici tratti da opere di importanti autori medievali impegnati su questo tema: da Scoto Eriugena ad Abelardo, da Teodorico di Chartres a Roberto Grossatesta, da Alberto Magno a Tommaso d’Aquino.
22,00 20,90

Presi per incantamento. Teoria della persuasione socratica

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2017
pagine: 144
Nel "Carmide" Platone attribuisce a Socrate il ricorso a una curiosa metafora. Al giovane Carmide, che ha bisogno di una terapia per la cefalea, egli spiega che questa dovrà essere preceduta da una cura dell'anima. «L'anima - spiega Socrate - si cura con certi incantesimi, e questi incantesimi sono le belle parole». Lo studio di questa immagine dell'incantesimo consente all'autore di questo libro di tematizzare una nozione centrale nell'opera platonica: la persuasione, come indica il sottotitolo. Il principale risultato dell'indagine consiste in un'inedita rielaborazione del rapporto tra filosofia e retorica, che viene spesso appiattito a una semplice opposizione. Socrate non è un retore, Gorgia non è un filosofo, ma entrambi affermano di aspirare alla persuasione dell'altro. E la persuasione filosofica, se in un certo senso è qualcosa di completamente diverso da quella retorica, in un altro si rivela il frutto di un compromesso necessario del filosofo con l'attività del retore. Prefazione di Maria Michela Sassi.
14,00 13,30

Lo Stato come Stato etico

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2017
pagine: 78
Ernst-Wolfgang Böckenforde è uno dei più importanti giuristi e pensatori tedeschi del secondo dopoguerra. I suoi scritti di teoria politica e di filosofia del diritto hanno influenzato non solo il mondo accademico, ma anche i principali dibattiti pubblici dal 1950 ad oggi. Ha indagato la relazione tra Stato e società civile fermandosi sul ruolo della religione, del diritto, della Costituzione. Questo saggio richiama l'attenzione sul nostro presente che impone di ripensare lo Stato quale organizzazione sociale garante dei diritti fondamentali. In queste pagine, straordinariamente lucide, si legge come le sfide della nostra democrazia - gli estremismi, il pluralismo dei valori, le dinamiche globali - possano e debbano essere vinte attraverso quel presupposto di libertà che l'ha fatta nascere. Solo assumendosi il rischio di garantire tale libertà si potranno realizzare forme per la convivenza pacifica tra gli uomini.
10,00 9,50

Esperienza ed esemplarità morale. Rileggere «Le due fonti della morale e della religione» di Henri Bergson

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2017
pagine: 100
A partire dal 1989, anno del centenario degli "Essais sur les données inmediates de la conscience", si assiste, soprattutto in Francia, a una rinascita degli studi critici su Henri Bergson, oggetto invece di un certo oblio negli ultimi decenni del XX secolo. Tra le sue opere, "Le due fonti della morale e della religione" (1932) è stata senz’altro quella con la più lunga gestazione – venticinque anni – e la più discussa. Una sua rilettura alla luce di scritti che si possono definire “minori”, come le lettere di recente pubblicazione e i discorsi di occasione, rivela ancora nuove sfaccettature. In particolare vanno messi in luce il valore assegnato all’esperienza nella riflessione etica e la funzione della causalità esemplare dei “grandi uomini di bene” nel proporre ideali di vita buona, introducendo così “riserve di energia morale” nel progresso tecnico.
12,00 11,40

I filosofi e la politica. Teoria e pratica a confronto

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2017
pagine: 123
Che ruolo ha il filosofo oggi? E quali sono gli interrogativi che il filosofo si pone in rapporto alla società in cui vive, alle istituzioni? Che rapporto ha con la politica? Il filosofo produce solo teorie o ha una certa sfera d'azione in società? Ed è davvero possibile differenziare la teoria dalla pratica? Questo libro contiene una raccolta di saggi che spaziano fra secoli di storia della filosofia. Attraverso i vari filosofi presi in esame si fornisce una differente visione tanto del ruolo del filosofo quanto del rapporto teoria/pratica. L'obiettivo è quello di cercare, a partire da risposte antiche, una possibile chiave di lettura per comprendere il nostro tempo. È possibile oggi reinventare il ruolo del filosofo? E possibile farlo uscire dai contesti accademici, o reinterpretare gli inviti che gli vengono proposti nei varietà, o nei più svariati canali che la società dei mass media propone? Queste sono le domande a cui questo libro si propone di rispondere, abbracciando gli interrogativi del passato. Questi ultimi sono gli stessi di oggi, e se di qualcosa si continua a parlare, ciò significa che si è insoddisfatti riguardo ai risultati raggiunti, mossi da una volontà di rinnovamento, sempre in cerca di una nuova chiave di confronto. Allora riscoprire le riflessioni e le indagini del passato serve a risvegliare interrogativi che vengono oggigiorno quasi ignorati, oppure, forse, solo percepiti diversamente. Premessa di Adriano Fabris.
14,00 13,30

Nutrire il corpo, nutrire l'anima nel medioevo

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2017
pagine: 258
Anche quando si tratta di cibo, il medioevo presenta aspetti assai interessanti, alcuni a noi ancora vicini, altri così remoti da risultare quasi esotici al nostro gusto. Di quell'epoca, prima della svolta colombiana e priva di molti ingredienti delle nostre moderne diete, conserviamo parole, prodotti, modi di cucinare, di cui spesso si ignora la provenienza. Noi italiani al mattino facciamo colazione, senza ricordarci del breve pasto serale dei monaci accompagnato dalla letture delle "Collationes" di Cassiano, come prescriveva la Regola di s. Benedetto; ci può capitare di gustare squisite pietanze, senza considerarle un atto di "pietas", compiuto da chi offriva un cibo da dividersi in due; trascorriamo ore liete con dei buoni compagni ("cum pane", chi condivideva lo stesso cibo); cuciniamo uova "a la coque" (affogate "in aqua cocta"), assaggiamo la ricotta (il "recottum lac" in uso a Cluny). Si beve la birra, della cui invenzione raramente si ringraziano i "barbari" con la loro "cervogia" e i monaci benedettini; e ci si rallegra col vino, di cui c'era bisogno anche per la Messa, e perciò la coltivazione della vite si diffuse anche molto a nord; usiamo ancora le spezie e le erbe aromatiche, molto apprezzate nel medioevo e usate anche per la cura dei malati. Può anche capitare, in qualche regione, di assaggiare dei mostaccioli simili a quelli che Jacopa dei Settesoli portò a Francesco, poco prima della sua morte, e possiamo mangiare focacce (gli sformati posti sotto la cenere del "focus"), torte (pane tondo) e grissini (da "gresa", grasso). Particolarmente rilevante è poi il valore e il significato che il nutrimento, e ciò che intorno ad esso si è stratificato - dal gusto al digiuno, dalle opere di misericordia a specifici peccati, dal ruolo materiale del cibo a quello simbolico, dalla cura del corpo alle necessità dell'anima, dall'inventiva culinaria alla disciplina delle diete - ha avuto nel pensiero medievale cristiano. Alcuni fra gli scritti, le riflessioni, le discussioni che, intorno al cibo e al nutrimento, si sono sviluppati in quella cultura, sono presentati in questo volume.
24,00 22,80

Figli di Abramo. Il dialogo fra religioni cinquant’anni dopo «Nostra aetate»

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2017
pagine: 218
L’incessante e crescente fenomeno di differenziazione culturale che, nel suo intreccio dialettico con i moderni processi di globalizzazione, sta plasmando il volto dell’Occidente contemporaneo, può condurre alla negazione e al rifiuto della differenza oppure al fecondo incontro con essa. In questo contesto problematico, il dialogo fra le religioni, inteso nella sua forma più autentica, rappresenta il tentativo di comprendere l’altro senza attenuazione della differenza, ma in forza del proprio orizzonte identitario. All’arricchimento e all’articolazione delle procedure dialogiche ha contribuito la dichiarazione conciliare "Nostra aetate" (1965), una tappa storica fondamentale non solo per i rapporti della Chiesa con le religioni non cristiane. Il documento pone sfide concettuali universali che richiedono di riflettere sulla complessità del fenomeno religioso in relazione alla modernità. I contributi che compongono il presente volume intendono accogliere tali sfide e rispondere, secondo modalità e approcci diversi, a una delle vocazioni più grandi oggi del pensiero filosofico, teologico e storico-esistenziale, quella di contribuire al ripensamento e alla revisione storica e teorica delle possibilità, modalità e finalità del dialogo interreligioso e interculturale.
20,00 19,00

Verità finita. Sulla forma originaria dell'umano

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2017
pagine: 158
La questione della “verità”, sebbene spesso in modo sotterraneo, attraversa il panorama filosofo contemporaneo. Ciò che si rileva è che sia quando si affermi l’incontrovertibile, sia quando lo si neghi, prevale per motivi diversi la convinzione che non sussista un ambito veritativo tra l’assoluto stare della verità e il movimento che caratterizza la “vita” considerata puramente in se stessa o, detto diversamente, tra la “verità” e l’“opinione”. Se le cose stessero così, la sfera che include la conoscenza non incontrovertibile e le varie forme della prassi, che costituisce il concreto vivere dell’“uomo” nel mondo, sarebbe interamente fuori della verità. Per dare forma a un tale ambito veritativo deve essere posta una domanda essenziale, a cui il libro ha inteso dare risposta: se la verità è niente di meno dell’“incontrovertibile”, qual èl a verità (l’aspetto di verità) di ciò che, non rispecchiando tale assolutezza (ad esempio: l’interpretazione, la fede, l’agire), può essere chiamato “non verità”? Viene a essere giustificato in tal modo anche il concetto, sovente semplicemente presupposto, di verità finita.
14,50 13,78

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