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Carocci: Piccola biblioteca letteraria

Tutte le nostre collane

Pietro Aretino. Lettere

Libro
editore: Carocci
anno edizione: 2000
pagine: 248
Le Lettere di Pietro Aretino, che ebbero grande risonanza in tutta Europa, ci offrono ritratti indimenticabili dei personaggi più in vista del tempo (da Giovanni delle Bande Nere a Carlo v, da Francesco i a Michelangelo, a Tiziano, per ricordarne solo alcuni) e raccolgono indiscrezioni, pettegolezzi e argute polemiche, ma anche profonde riflessioni sulla letteratura e sull'arte, brevi racconti di vita familiare e toccanti confessioni personali, che nel loro insieme ci restituiscono nitida l'immagine di un secolo centrale nella nostra storia culturale e letteraria.
18,50 17,58

Giacomo Leopardi. Appunti e ricordi

Libro
editore: Carocci
anno edizione: 2000
pagine: 120
L'abbozzo di romanzo che Leopardi stese nel 1819 è riproposto col titolo moderno (Appunti e Ricordi) dovuto al suo scopritore, Angelo Monteverdi (1908), non senza le brevi continuazioni che l'autore tentò durante gli anni Venti. Per la prima volta esso è isolato, proprio per la sua specificità, da tutte le altre scritture leopardiane di carattere autobiografico, segmentato nei suoi microtesti distinti (modesta ma non trascurabile novità filologica) e corredato, oltre che di un puntuale commento, di una riproduzione completa degli autografi, con relativa analisi delle varianti. Si tratta di un documento di grande rilevanza per la ricostruzione della stagione più "sperimentale" di Leopardi e del prodigioso costituirsi del suo "immaginario", retroterra obbligato (con lo Zibaldone) di molti Canti, specie i cosiddetti "pisano-recanatesi".
11,40 10,83

Lezioni di Bressanone

Lezioni di Bressanone

Libro
editore: Carocci
anno edizione: 2025
pagine: 192
18,30

Giovanni Pontano. De sermone

Giovanni Pontano. De sermone

Libro
editore: Carocci
anno edizione: 2002
pagine: 496
Il De sermone di Giovanni Pontano affronta il problema della parola umana non nella sua dimensione oratoria, poetica o storiografica ma nella sua capacità di farsi strumento di relaxatio animi, ristoro all'impegno dell'uomo pubblico, divertimento cortese. Per questo l'humanitas, intesa come virtù eminentemente civile, viene declinata dal Pontano come facetudo, nelle sue potenzialità di festosa piacevolezza, e diventa tratto distintivo di un uomo fiducioso nel valore della cultura. Sulla scorta della mediocritas aristotelica, la capacità di divertire senza mai offendere, il principio umanistico della distinzione urbana si converte in principio di eguaglianza: dal gioco dell´ironia vanno infatti esclusi tanto i miseri quanto i potentes, allontanando il rischio della superbia e quello dell'imprudenza temeraria. I primi tre libri del trattato sono destinati alla definizione teorica della disposizione faceta; i libri IV, V e VI sono dedicati all´esemplificazione concreta, muovendosi tra exempla del passato e aneddoti tratti dalla contemporaneità - l'epoca aurea della Napoli di Alfonso il Magnanimo. Ricordi personali, riferimenti eruditi e novelle si alternano liberamente nel testo, che rifugge dalla precettistica minuziosa e delinea una problematica d´insieme coerente con la spregiudicatezza di un Umanesimo non ancora irrigidito nel progetto razionale del Rinascimento.
29,70

Rime. Testo francese a fronte

Rime. Testo francese a fronte

Libro
editore: Carocci
anno edizione: 2002
pagine: 160
Spentasi a soli venticinque anni, la poetessa lionese Pernette du Guillet (1520 ca. - 1545) fu brillante allieva, discepola fedele ed amante virtuosa di Maurice Scève, una delle voci poetiche più alte ed originali del Rinascimento europeo. Pernette ebbe per Scève un'importanza ed un valore analoghi a quelli che Beatrice aveva avuto per Dante. Di fatto, le sue Rime (1545, postume) sono l'esile, ma denso canzoniere di un'autrice aristocratica e raffinatissima, profondamente influenzata, oltre che dal Petrarca, dal neoplatonismo di Marsilio Ficino e - forse più ancora - di Leone Ebreo. Tema principale e portante di queste liriche, fra cui spiccano per forza espressiva diversi epigrammi e talune canzoni, è certamente l'amore per Maurice Scève, un sentimento insieme gioioso ed inquieto, complesso ed intenso. Con Scève e l'appassionata Louise Labé, Pernette du Guillet costituisce indubbiamente la terza figura decisiva della poesia lionese rinascimentale in volgare.
14,70

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