Il romanzo storico fa vivere il passato nel presente e, soprattutto, recupera le voci di chi ha lottato per costruire il cambiamento, credendo nella possibilità di una realtà migliore. Ascoltarle ci libera dalla prigione di un presente che può apparire immodificabile e ci fa entrare in contatto con un sogno universale: progredire nella felicità. La storia è stata riluttante nel mostrare i volti e le voci delle donne. In tal modo ci siamo creati l’idea che l’agire e il pensiero femminile non abbiano avuto importanza nelle epoche passate. Ma questo è un cattivo pregiudizio. Non ci sono dubbi che le donne abbiano contribuito allo sviluppo della conoscenza. Persino in periodi di oscurantismo, in qualche angolo del mondo le donne hanno effettivamente brillato. Sichelgaita, principessa dell’Alto Medioevo, è stata una di loro. Il suo regno al centro del Mediterraneo era l’unico luogo in cui alle donne si consentiva l’esercizio della professione medica e l’insegnamento. E le conoscenze da loro sviluppate ci tramandano una lezione basata sullo studio scientifico della natura e sul potere terapeutico delle piante e del cibo. Questo romanzo biografico coniuga il rigore storico con l’immaginazione letteraria, per raccontarci il Medioevo attraverso uno sguardo femminile.