Donne visitate dai fantasmi perché sono le uniche in grado di accoglierli; donne che si trasformano in uccelli perché si sono rifiutate di obbedire (o perché hanno amato perdutamente); donne con la pelle putrida, che lasciano sul pavimento brandelli di sé; donne ammazzate che ritornano; donne senza volto come quadri pasticciati; donne che si abbandonano alla pazzia. Sono loro le protagoniste di questa raccolta di racconti di Mariana Enriquez, signora delle tenebre, regina del gotico, voce potentissima dell’horror contemporaneo, che fin dal suo esordio ha dimostrato di conoscere la lingua della sofferenza, e grazie a questo di riuscire ad avvicinarla, a parlarci, a guardarla negli occhi. Il risultato, ancora una volta, è un’escursione negli abissi della notte, nelle cavità più buie del presente e dell’anima, in un’Argentina violenta e violentata, strangolata dalla crisi economica, dagli abusi del potere e dalla paura dell’altro, del diverso, del marginale; un paese popolato di strane creature, che però non è difficile trovare familiare; un universo perturbante in cui sono proprio le donne, come vestali non addomesticate, a portare dentro il fuoco del futuro. Partendo da una tradizione in cui si riconoscono gli echi di Jorge Luis Borges e Stephen King, Julio Cortázar e Shirley Jackson, l’autrice più celebrata della nuova letteratura di lingua spagnola continua a reinventare il genere e spinge i suoi confini oltre la semplice fascinazione per il mostruoso e il sovrannaturale. La sua esplorazione dei nostri timori e desideri reconditi si combina a un’analisi spietata delle minacce che la società capitalista muove verso i più fragili, dando corpo a un’esperienza di lettura illuminante e profonda, mai consolatoria, di eccezionale qualità letteraria.