Cosa succede quando la poesia smette di essere parola e diventa luogo, materia, paesaggio in continua trasformazione? L’oltre è un viaggio ai margini del linguaggio, dove la scrittura si intreccia con il mondo selvatico e l’abbandono si fa spazio di rinascita. Laura Pugno esplora il confine in cui la parola smette di descrivere e inizia a esistere, interrogandosi su cosa significhi abitare il linguaggio come si abita un territorio. Attraverso il concetto di Terzo paesaggio di Gilles Clément, l’autrice varca margini incolti e interstizi dimenticati, luoghi in cui la biodiversità resiste fuori dalle logiche di potere e produzione. È lì che anche la poesia si rifugia e si rigenera: un territorio liminale tra il visibile e l’invisibile, tra l’urbano e il selvatico, tra la memoria e il futuro. La ricerca di Laura Pugno coinvolge poeti, filosofi, artisti, aprendo un dialogo sulla parola come strumento di riconfigurazione del reale, dove il linguaggio stesso diventa un bosco attraversato da sentieri incerti, una mappa ancora da decifrare. L’oltre è un invito a ripensare il nostro rapporto con la parola e con il mondo. Nella scrittura come nel paesaggio, c’è uno spazio che sfugge alla classificazione, una zona in cui l’umano e il non umano si intrecciano in una nuova forma di coesistenza. Entrare in questo spazio significa riscoprire il senso profondo della poesia come luogo di resistenza, di metamorfosi, di possibilità.