Viviamo in un'epoca in cui le emozioni sembrano aver perso il diritto di esistere per ciò che sono. La tristezza è subito etichettata come depressione, la rabbia come disfunzione, la gioia come qualcosa di sospetto o fuori luogo se non è nella «giusta misura». Siamo immersi in un clima di controllo emotivo in cui tutto deve essere limpido, prevedibile e conforme a una presunta normalità. Se un'emozione è poco chiara o troppo intensa, diventa subito intollerabile, per sé stessi e per gli altri. E non è solo questo. Perché le emozioni, oltre a dover essere «accettabili», sono diventate anche monetizzabili. Tutto intorno a noi punta a far leva su quello che proviamo per convincerci che, se ci sentiamo sbagliati, è solo perché ci manca qualcosa, e che ci basterà acquistarlo per stare meglio, trasportandoci così in un circolo vizioso di vuoti sempre nuovi da colmare. Questo libro nasce per sfidare questa narrativa, dicendoci che sentire non è mai un errore o qualcosa di nocivo. Le emozioni non devono essere aggiustate, né represse, ma comprese e vissute. Ognuna di loro, anche la più scomoda, racconta qualcosa di essenziale su chi siamo; la complessità dell'essere umano non è un problema da risolvere, ma una risorsa preziosa da riscoprire. Per questo, la domanda che tutti dovremmo imparare a porci e a porre, ascoltando però davvero la risposta, è tanto semplice quanto fondamentale: «Come ti senti?» In questo nuovo libro, Federica Carbone riflette sul perché oggi tendiamo a giudicare le emozioni, classificandole come «giuste» o «sbagliate», e cosa possiamo fare per riappropriarci del nostro sentire, vivendolo liberamente per essere davvero liberi.