No, questo non è necessariamente un saggio pro-Trump, pro-Musk, pro-Milei, pro-Netanyahu. Anzi: l'autore non nasconde le sue perplessità, né gli piace sempre il linguaggio usato da Donald Trump, o la sua maggiore propensione alla battaglia che al sorriso. E tuttavia, come leggerete capitolo dopo capitolo, Capezzone non può certo negare robusti (e differenti) motivi di simpatia per lui e per gli altri tre personaggioni che campeggiano in copertina. Si tratta dunque (sfacciatamente, programmaticamente, volutamente) di un libro anti-anti-Trump, cioè contro gli oppositori pregiudiziali, ossessivi, assatanati, dell'attuale inquilino della Casa Bianca. E lo stesso vale per gli altrettanto invasati nemici di Musk, di Milei, di Netanyahu. In genere sono i medesimi soggetti che - senza un grammo di dubbio né un briciolo di ironia - si impancavano stentorei a dichiarare che il povero Joe Biden era "lucidissimo": pure quando stringeva mani inesistenti, o salutava amici immaginari, o si perdeva nei prati. Proprio su questo, allora, occorre riflettere: perché a sinistra ci sia sempre bisogno di un nemico da abbattere, e perché a destra serva forse un sovrappiù di attenzione verso gli amici da scegliere. Al di là della lite Musk-Trump, loro due e Milei, e su un piano diverso lo stesso Netanyahu, incarnano - ciascuno a modo proprio - un nostro desiderio: quello di una nuova epica, una dimensione di racconto forte e capace di ispirare, di appassionare. Anche di dividere, certamente. Ma non di annoiare. Chi vorrà batterli non dovrà essere da meno, in termini di racconto e di mito.