La "Scuola Italiana delle donne pedagogiste" ha messo a confronto in questo volume studiose e studiosi nel tentativo interdisciplinare di decostruire paradigmi socio-culturali che forniscono una descrizione del corpo femminile come oggetto di possesso e di violenza, come luogo dello scontro fra i generi, ferito e straziato in quanto tale, oppure come strumento per arrivare al successo, finalizzato ad una triste omologazione, con le sue inevitabili manipolazioni estetiche ed identitarie. La violenza sulle donne รจ stata "vista" come mezzo fisico di subordinazione: ferite reali e metaforiche, quelle inferte alle donne, miranti a mantenerle in uno stato di soggezione muta e acquiescente, fino alla loro cancellazione attraverso il femminicidio. Di particolare interesse le proposte rivolte alla fondazione teorico-pratica di una "pedagogia del corpo", dando conto di recenti ricerche svolte con giovani di ambo i sessi sul loro personale percepirsi e rappresentarsi come nesso mente/corpo.