Negli ultimi anni della sua vita, Alfred Jarry tornò al suo primo amore con una serie di operette buffe che portarono a conseguenze estreme le innovazioni contenute nella saga di Ubu re. La più spinta, L’oggetto amato (1906), unica in assoluto a risultare composta pressoché totalmente in rima, è presentata qui in prima traduzione mondiale con testo a fronte e apparato critico, corredata da una conferenza dell’autore sulle marionette e dalla sua fonte dichiarata, Gli amori del Sig. Vecchio-Legno (1837) di Rodolphe Töpffer, l’inventore della bande dessinée. L’atto unico in undici scene fu rappresentato una sola volta, a Parigi nel 1937, ma con un regista d’eccezione come Sylvain Itkine e nel clima entusiasmante del Fronte popolare.