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Libri di Valeria Zini

Biografia e opere di Daniel Arasse

Il duplice enigma. Intelligenza artificiale e intelligenza umana

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2024
pagine: 424
L’intelligenza artificiale sta vivendo una stagione di grandi successi. Alle disillusioni degli inizi sono subentrati, all’alba del XXI secolo, progressi spettacolari che tuttavia sono ben lungi dall’essere adeguatamente compresi: l’intelligenza artificiale rimane infatti, in buona sostanza, qualcosa di opaco. Di più: nonostante la sua straordinaria avanzata, la distanza che la separa dall’obiettivo che si è prefissata, quello di riprodurre l’intelligenza umana, non accenna a diminuire. Per superare questo enigma, secondo Daniel Andler è necessario venire a capo di un altro: quello dell’intelligenza umana. Essa è qualcosa di sostanzialmente diverso dalla capacità di risolvere qualsiasi tipo di problema, ma qualifica tramite il suo giudizio il modo in cui gli esseri umani fronteggiano le situazioni di qualsiasi genere nelle quali si vengono a trovare. L’intelligenza è un concetto irriducibilmente normativo, non diverso dal giudizio etico o estetico, ed è per questo che per noi è qualcosa di inafferrabile. Un sistema artificiale «intelligente» non conosce le situazioni, ma soltanto i problemi che gli sottopongono gli operatori umani. Ed è solo sotto questo aspetto che l’intelligenza artificiale può superarci. Di fatto essa è in grado di risolvere una varietà sempre più ampia di pressanti problemi. E questo dovrebbe restare il suo obiettivo; non quello, del tutto incoerente, di cercare di uguagliare, o addirittura superare, l’intelligenza umana. L’umanità ha bisogno di strumenti affidabili, potenti e versatili, e non di pseudo-persone provviste di una forma disumana di conoscenza.
26,00 24,70

Che cos’è la filosofia indiana?

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2023
pagine: 432
La filosofia, come è generalmente ritenuto, parla greco, tedesco, inglese, francese, italiano, ma secondo molti non parla egiziano, babilonese o sanscrito. Nella storia della filosofia, così come era intesa da un pensiero europeo ansioso di rivendicare l’esclusività delle proprie origini greche, all’India fu interdetto un posto di elezione nel campo dell’indagine critica tra la fine del XVIII e la metà del XIX secolo. Da allora, generazioni di studiosi delle tradizioni intellettuali nell’Asia meridionale hanno richiesto invano la revisione di un processo istruito ingiustamente contro un intero universo filosofico ai più del tutto sconosciuto. Dimostrando la totale infondatezza dei cliché che l’Occidente ha sempre riservato all’antica India, supposta troppo immersa nella sua religiosità per dare spazio alla formalità del pensiero filosofico, Vincent Eltschinger e Isabelle Ratié rivolgono l’attenzione non tanto alle tradizioni dottrinali indiane codificate, quanto a una serie di temi filosofici fondamentali che mostrano in tutta la loro ricchezza e varietà l’impresa razionale di problematizzazione, argomentazione logica e ricerca della verità che si fece strada nei primi mille anni della nostra era nell’Asia meridionale. L’accento posto su alcuni punti di cristallizzazione del dibattito indiano – il sé, l’idealismo, l’altro, la conoscenza, l’autorità, il linguaggio, la semantica, Dio, lo spazio e il tempo – costituisce la vera originalità dell’opera, che offre una comprensione della filosofia indiana per quello che fu nel suo contesto, senza cercare indebiti confronti con le altre filosofie, per non privarla del suo significato, della sua forza, della sua specificità e del suo fascino.
26,00 24,70

Le vite ordinarie dei carnefici

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 192
Sempre più spesso, per qualificare gli autori di omicidi di matrice jihadista, si parla di uomini radicalizzati, schiavi di un'ideologia, o di individui mediocri e «banali», capaci solo di obbedire agli ordini, oppure di mostri assetati di sangue. E anche quando si considerano i massacri di massa del secolo scorso, torniamo sempre a chiederci chi furono questi uomini capaci di uccidere in modo così efferato: cosa provarono nella loro coscienza? non sentivano l'orrore delle loro azioni? non avevano compassione per le vittime? Per Richard Rechtman, non sono le ideologie a uccidere, ma le persone. Persone che se ne incaricano apparentemente senza problemi, uccidendo con la stessa facilità con cui altri vanno al lavoro. Questo libro compie una vera e propria discesa agli inferi nella vita quotidiana dei responsabili di genocidio e nel loro processo di immunizzazione rispetto alla sofferenza e alla morte. Sonda le abitudini di uomini indifferenti, capaci di giustiziare decine di persone ogni giorno. E dimostra che a occupare la maggior parte dei loro pensieri non è l'atto di uccidere: più semplicemente quella è la loro vita quotidiana. Eseguono il loro terribile compito con la stessa tenacia e fatica richieste da un lavoro qualsiasi. Perché a uccidere con tanta facilità non sono i più motivati, i più sadici o i più indottrinati, ma soprattutto i più disponibili. Questo perturbante saggio sulla violenza estrema non si prefigge dunque di sapere chi siano questi carnefici o in nome di cosa possano tormentare e uccidere, ma di mostrare quali elementi, in contesti particolari, consentano ad alcuni uomini di trasformarsi in anonimi operai della morte. Introduzione di Sara Guindani.
19,50 18,53

L'albero nella pittura

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 204
Questa storia illustrata della rappresentazione dell’albero in pittura ci consente di comprendere la costruzione, lo sviluppo e le molteplici soluzioni di un motivo che nei secoli è diventato un importante soggetto a sé stante nelle arti figurative occidentali. Che sia solitario o parte di un insieme, frondoso, spoglio, in gemmazione o fiorito, la rappresentazione di un albero impone il superamento di una serie di difficoltà tecniche e costituisce una vera sfida formale per l’artista. Molteplici fonti consentono di tracciare efficacemente le diverse pratiche messe in atto dai pittori: lo sviluppo di ricette d’atelier, la circolazione di modelli arborei esemplari, la pratica pittorica svolta nel cuore stesso della natura; sono tantissimi gli approcci e i percorsi che ci permettono di entrare nel grande laboratorio artistico legato agli alberi e al paesaggio in epoca moderna. E come interpretare quelle opere che pongono in primo piano la figura dell’albero? Dalle rappresentazioni nel XVI secolo di foreste selvagge che evocano deserti eremitici alla precoce consapevolezza ecologica nel XIX secolo, da Giotto e Dürer a Klimt e Hockney, dai romantici tedeschi agli impressionisti francesi, l’ampio spettro di interpretazioni ci obbliga a interrogarci sulla costruzione e l’intensità dei nostri rapporti con il paesaggio e la natura.
48,00 45,60

Chronos. L’Occidente alle prese con il tempo

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 328
Il tempo è onnipresente e ineluttabile. Innanzitutto è ciò che non può essere afferrato. Ma pur essendo l'inafferrabile, gli uomini non hanno mai smesso di cercare di padroneggiarlo. Innumerevoli sono state le strategie messe in campo per comprendere il tempo, o per illudersi di riuscirci, dall'antichità classica ai giorni nostri, passando per il famoso paradosso di Agostino: finché nessuno ti chiede che cos'è il tempo, lo sai; ma appena te lo chiedono, non lo sai più. In questa ricostruzione storica e filosofica di uno dei misteri più affascinanti della realtà, François Hartog distingue diverse epoche: dai vari modi che i greci avevano di definire il tempo, alla particolare concezione cristiana di un presente compreso tra la nascita di Cristo e giudizio finale, dall'affiorare del tempo moderno, frutto del progresso, alle incertezze contemporanee. Oggi il futuro si è fatto incerto ed è sorta una nuova era, l'Antropocene, interamente governata dalla forza dell'uomo. Che ne è oggi dei vecchi modi di intendere chronos? Quali nuove strategie, irretiti come siamo nella dimensione evanescente e costrittiva del presentismo, dovremmo concepire per affrontare quello che ci appare un incommensurabile e minaccioso futuro?
25,00 23,75

L'ambizione di Vermeer

Libro: Libro rilegato
editore: Carocci
anno edizione: 2019
pagine: 186
Agli occhi dei moderni, quel che distingue Vermeer dai suoi contemporanei è l’aura enigmatica che promana dai suoi dipinti. Questa originalissima qualità poetica è esattamente il tema di questo libro, ma non è vista come una dimensione misteriosa e ineffabile, bensì come il risultato di una deliberata scelta dell’artista. Attraverso un’analisi puntuale delle opere del pittore olandese, della loro struttura e del loro contenuto, Daniel Arasse mostra quindi come la scena d’interno diventi in Vermeer pittura dell’intimità, di una sfera privata e inaccessibile. Ed è proprio questa intimità, nella sua impenetrabile visibilità, il soggetto dei dipinti della “sfinge di Delft”.
28,00 26,60

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