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Libri di Tommaso Scarano

Biografia e opere di Jorge L. Borges

La mappa segreta. Testi ritrovati (1933-1983)

Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2025
pagine: 285
Immane Atlantide sommersa, le quasi duemila pagine dei Textos recobrados – recuperati e radunati dopo la scomparsa di Borges – rivelano le molteplici linee di forza di una riflessione critica di sconcertante novità. Rispetto ai fervori iconoclasti degli anni Venti (documentati in Il prisma e lo specchio, 2009), si colgono qui, già a partire dai primi anni Trenta, una tonalità e nuclei di pensiero e di interesse del tutto inediti: l’inconsistenza dell’io, giacché una persona «non è altro che ... la serie incoerente e discontinua dei suoi stati di coscienza» e «la sostanza di cui siamo fatti è il tempo o la fugacità»; la letteratura poliziesca, che riesce a conciliare «lo strano appetito d’avventura e lo strano appetito di legalità»; le immagini dell’incubo, «la tigre e l’angelo nero del nostro sonno», disseminate nella letteratura da Wordsworth a Kafka; il gaucho, «amato territorio del ricordo» e «materia di nostalgia»; il tramonto del concetto di testo definitivo, che «appartiene alla superstizione e alla stanchezza»; la rivelazione che Buenos Aires, un tempo oggetto di caparbie trasfigurazioni poetiche, può essere descritta solo «per allusioni e simboli». Ma quel che più affascina è la perfetta architettura di questi scritti, capaci, quale che sia l’argomento prescelto, di espandere il nostro orizzonte (talora con un semplice inciso: «Nel mondo immaginato da Walpole, come in quello degli gnostici siriani e in quello di Hollywood, c’è una guerra continua tra le forze del male e quelle del bene») e di ravvivare il dialogo fra due interlocutori che «lo scorrere del tempo avvicina e allontana, ma non separa»: il testo e il lettore.
22,00 20,90

Sette sere

Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2024
pagine: 189
Basta scorrere l’indice degli argomenti di questo ciclo di conferenze – la Divina Commedia, l’incubo, Le mille e una notte, il buddhismo, la poesia, la Cabbala, la cecità – per rendersi conto che in quelle sette sere del 1977 Borges volle offrire al pubblico un compendio dell’intera sua esperienza di lettore e di scrittore. Un lettore «edonista», che esorta ad affrontare la Commedia «con la fede di un bambino» e in generale a ignorare la storia della letteratura, perché solo i testi contano, e l’emozione estetica che sanno procurarci. E proprio per trasmettere questa gioiosa, leggera forma di edonismo, Borges, memore dei 'confabulatores nocturni' che si dice svagassero l’insonnia di Alessandro il Macedone, punteggia ogni conversazione di racconti: il dantesco «episodio di Ulisse», l’incubo di Wordsworth, la «storia dei due che sognarono» delle Mille e una notte, la leggenda del Buddha e quella del golem. Ma c’è di più: mentre discorre affabilmente dei libri che lo hanno appassionato, vediamo delinearsi le idee che questi hanno depositato nelle sue opere, tracciando un sentiero luminoso: l’idea che la realtà è un’illusione, un grande sogno che, se vogliamo, possiamo chiamare Dio; che anche il testo è «il mutevole fiume di Eraclito», giacché ogni lettura (o rilettura, o ricordo di quella lettura) lo rinnova; che inventare è ricordare, e la letteratura, di conseguenza, infinito reimpiego di materiali preesistenti. Il lettore e lo scrittore – ne abbiamo qui la conferma – nel caso di Borges coincidono miracolosamente.
14,00 13,30

Racconti brevi e straordinari

Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2020
pagine: 204
Secondo una leggenda, un dio dell'Indostan chiese a un altro dio di cedergli una delle sue 14.516 mogli. «Prenditi quella che trovi libera» fu la benevola risposta. Ma in tutti i 14.516 palazzi la moglie giaceva col suo signore, che «si era sdoppiato 14.516 volte» affinché ciascuna credesse di essere la favorita. La fonte di questo «racconto breve e straordinario», un libro apparso a Goa nel 1887, è in realtà illusoria. E grazie a Bioy Casares sappiamo come sono andate le cose: «Domani compro il libro dove l'ho letta» gli aveva detto Borges riferendosi alla leggenda. E Bioy: «No, raccontiamola noi e attribuiamola a un autore qualsiasi» – nella fattispecie, un gesuita portoghese. Così, con estro sfrenato e giocoso, hanno lavorato i due appassionati antologisti: ritagliando brani da una sbalorditiva molteplicità di opere (dal taoista Trattato del Vuoto Perfetto a Max Jacob), ricorrendo ad amene falsificazioni, inventando spudorati lemmi bibliografici e apocrifi: come le Memorie di un bibliotecario di Francisco Acevedo, alias Borges, o la magnifica Storia dei due re e dei due labirinti, sempre di Borges malgrado la depistante attribuzione. Senza peritarsi di manipolare le fonti: in un'iscrizione che evoca la verginità di Iside, un semplice «(finora)» aggiunge al referto di Plutarco una maliziosa connotazione: «nessun mortale (finora) ha sollevato il mio velo». Ma l'obiettivo è uno solo: mostrare come un'antologia di vertiginosa varietà possa racchiudere «l'essenziale di ciò che è narrazione» – vale a dire uno dei grandi piaceri che la letteratura può offrire.
15,00 14,25

Il tango

Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2019
pagine: 170
Il tango, è stato scritto, è «un pensiero triste che si balla». Ma la malinconia del tango, la sua natura di scena drammatica, di lamento amoroso, di ballo lento, languido e voluttuoso, sono legate al periodo in cui si afferma nelle capitali europee (a Parigi, anzitutto) e viene universalmente accettato. Un periodo che a Borges poco interessa, perché nulla ha a che vedere con le sue origini di ballo audace e indecente, di «rettile da lupanare», come lo definiva Lugones. Per salvaguardare quelle origini lontane, nell'ottobre del 1965 Borges ha tenuto un ciclo di quattro conferenze che, fortunosamente registrate, solo di recente sono tornate alla luce e sono diventate un libro, inatteso e sorprendente. Perché nelle parole di Borges rivivono la Buenos Aires della sua infanzia – una piccola città di case basse con il patio, senza alberi, circondata da campi aperti –, le milonghe e le habanera che sono all'origine del tango, i locali infami dove lo si danzava, frequentati da guappi maestri di coltello e di ardimento, da rissosi niños bien, da magnaccia e donne di malaffare. Ma soprattutto rivive l'anima di quei tempi: la provocazione disinteressata, l'allegra spavalderia, il gusto di sfidare il più forte solo per mettere alla prova il proprio coraggio – la felicità del coraggio. Esattamente ciò che vibra nel tango originario, simbolo di felicità.
14,00 13,30

Il libro di sabbia

Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2018
pagine: 172
Nel febbraio del 1969, a Cambridge, su una panchina davanti al fiume Charles, Borges incontra un uomo che ha la sua stessa voce e gli è più intimo di un figlio nato dalla sua carne. L'uomo è Borges ventenne, a Ginevra, seduto su una panchina davanti al fiume Rodano. Comincia così, con un vertiginoso ritorno al «vecchio tema del doppio» e alle atmosfere lucidamente visionarie degli scritti degli anni Quaranta, "Il libro di sabbia", che raccoglie tredici, memorabili, racconti – cui se ne aggiungono qui, in appendice, altri quattro. Racconti di carattere fantastico. O forse sogni. O forse incontri con apparizioni spettrali. «In questi esercizi da cieco» scrive Borges «ho voluto essere fedele all'esempio di Wells: la congiunzione di uno stile piano, a volte quasi orale, con una trama impossibile» – e il risultato è una prosa pacata ed essenziale, ma come non mai modulata e musicale.
12,00 11,40

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