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Libri di Serena Feloj

Biografia e opere di Serena Feloj

Il dovere estetico. Normatività e giudizi di gusto

Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2018
pagine: 148
Negli ultimi dieci anni l'estetica si è confrontata, da prospettive differenti, con il tema che ne costituisce l'essenza, ossia il giudizio di gusto, a lungo ignorato o posto in secondo piano dall'estetica analitica. La questione fondamentale è rendere conto della validità intersoggettiva di affermazioni che non riguardano proprietà oggettive, ma si riferiscono a stati d'animo soggettivi. Questo problema viene indicato, nel dibattito contemporaneo, come normatività del giudizio estetico. Lo stato attuale delle ricerche richiede tuttavia una revisione del significato che si attribuisce al termine “normatività” in estetica, una revisione che consideri l'essenziale indeterminatezza che caratterizza le affermazioni di gusto e che riconosca alle emozioni il loro ruolo decisivo nell'esperienza estetica. In quest'ottica, è possibile affermare la centralità e la contemporaneità del giudizio di gusto descritto da Kant, mostrando come la normatività estetica debba anzitutto essere intesa secondo un modello regolativo. Introduzione di Silvana Borutti.
18,00 17,10

Estetica del disgusto. Mendelsshn, Kant e i limiti della rappresentazione

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2017
pagine: 189
Nella sua libertà, l'arte appare illimitata, eppure sempre più spesso l'estetica è chiamata a stabilire cosa sia legittimo rappresentare e quali siano gli effetti di una tale delimitazione. Nel tentativo di formulare una risposta a questo problema che si pone all'estetica, emerge la convinzione che i limiti dell'arte vadano definiti non in modo normativo stabilendo cosa si debba rappresentare e cosa vada escluso, ma indicandone le condizioni di possibilità. Il volume affronta il problema dei limiti della rappresentazione attraverso la ricostruzione storica di un nodo fondamentale per l'estetica classica: il dibattito settecentesco sul disgusto e il passaggio dall'estetica di Moses Mendelssohn a quella di Immanuel Kant. Viene così mostrato come la delimitazione della rappresentazione artistica si misuri con la definizione stessa dell'uomo e acquisisca un significato anche morale, dal momento che l'estetica, pur mantenendo la propria autonomia, è in grado di indicare alla morale le condizioni della sua applicazione sensibile. Il disgusto può perciò essere pensato non soltanto come ciò che deve essere escluso dalla rappresentazione artistica, ma anche come strumento empirico della morale, secondo la convinzione kantiana che «non si deve soltanto ripugnare il male, ma bisogna anche opporvisi».
19,00 18,05

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