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Libri di Roberto Vallepiano

Biografia e opere di Roberto Vallepiano

I figli del vulcano. Perché rivoluzione non è culto delle ceneri, ma custodia del fuoco

Libro: Libro in brossura
editore: Bepress
anno edizione: 2020
pagine: 221
Questo è un libro di racconti guerriglieri narrati dalla viva voce dei protagonisti. La ribellione come metafora del fuoco, la lotta armata come storia collettiva fatta di tante storie individuali. L’autore mostra le vene aperte dell’America Latina. Ridona voce, memoria e grammatica a chi ha messo armi e cuore al servizio della giustizia. Immagina le pagine come tante piccole eruzioni che trasformano le idee in scintille e le ingiustizie in furore incendiario. L’epicentro da cui si irradiano gli avvenimenti è il Guatemala, paese magico e surreale, per poi attraversare come una porta dimensionale paesi come Cuba, El Salvador, Haiti, Messico, Guyana e Nicaragua. Il genere dell’opera è a metà tra il romanzo storico e l’autobiografia di una rivoluzione. Ogni capitolo è un libro nel libro. I vari paragrafi sono collegati l’uno all’altro da un filo rosso fatto di gesta rivoluzionarie, spesso declinate al femminile. Lo stile è evocativo. La narrazione immediata e il linguaggio fluido e comunicativo. Il tempo verbale al presente, con frequenti salti temporali nel passato prossimo e remoto, aiuta l’autore a raccontare gli eventi in modo più diretto e con una struttura più simile ai racconti orali. Il libro narra degli intollerabili soprusi subiti dalle masse popolari, dalle popolazioni indigene e della risposta armata che ha innescato uno straordinario laboratorio di lotte sociali che hanno incendiato l’America Latina portando a innovative forme rivoluzionarie di socialismo e di autogoverno del territorio. Un testo che non vuole essere un saggio di analisi politica né un quadretto agiografico di esotismo rivoluzionario, ma un atto deliberato di amore e gratitudine nei confronti di chi ha tentato l’assalto al cielo per divenire l’evocazione stessa del fuoco.
14,00 13,30

Ufficio sinistri. Il buco nero in cui è scomparsa la sinistra

Libro: Libro in brossura
editore: Bepress
anno edizione: 2017
pagine: 196
In questo libro la protagonista è una sinistra più aggettivo qualificativo che soggetto. L'autore immagina le pagine come una piccola cassetta degli attrezzi, una bussola per orientarsi nel mare in burrasca di questo terremotato presente, uno strumento per interrogarsi sul livello di deprivazione emotiva che la nostra società ha raggiunto. Sulle dimensioni del deserto interiore che ci circonda. Il genere dell'opera è un saggio di analisi politica e di controinformazione. Lo spazio e il tempo dell'azione sono incentrati all'attualità del nostro paese, ma si dilatano a livello temporale dalla Rivoluzione Francese, al Socialismo del 21° Secolo che caratterizza i paesi dell'ALBA e spazia dall'Europa all'America Latina con frequenti incursioni nel medioriente, nel mondo arabo e nelle altre zone calde di cui quotidianamente ci parla la cronaca geopolitica. I suoi capitoli rappresentano una foto di gruppo dissacrante e irriverente di una fetta consistente del nuovo potere italiano. Questo libro parla della sinistra e lo fa senza peli sulla lingua, ne narra i ripetuti tradimenti, la viltà, il sistematico opportunismo dei suoi dirigenti ed autoproclamati leader. Dunque la peculiarità di questo saggio è che la sinistra diviene al tempo stesso la protagonista e l'antagonista di se stessa. Lo stile è asciutto ma evocativo. Il tempo verbale al presente, con alcuni salti temporali nel passato prossimo e remoto, aiuta l'autore a raccontare gli eventi in modo lineare e con una struttura colloquiale, senza ricercatezze superflue. La narrazione è immediata e il linguaggio diretto e comunicativo.
14,00 13,30

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