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Libri di Pierangelo Scatena

Biografia e opere di Pierangelo Scatena

E sarà come essere dovunque

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
pagine: 32
Pierangelo Scatena, in questa sua silloge diluita in versi di effetto contrattivo ed estensivo, cerca di appoggiare le sue emozioni e i suoi intendimenti a una verbalità di valenza creativa, personale. È l’armonia dell’endecasillabo alternato a settenari a dare l’energica eufonicità a questo poema dal titolo "E sarà come essere dovunque": un prodromico annuncio di un percorso vario e articolato d’intrusione riflessiva. Essere dovunque, presenti; e sarà come esserlo con una poesia che chiede, che spera, che teme, che sogna; insomma che c’è, e che ama e sente in un mondo di nuove affamazioni, di vecchie delusioni.
6,00 5,70

Egolalie e solipsismi

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2018
pagine: 39
"Una poesia complessa, quella di Scatena, molto attenta al lessico e alle soluzioni formali. Alcuni versi hanno una forza icastica potente [...]. Altri si arricchiscono di una intertestualità raffinata, che mescola e confonde echi e suggestioni. Una poesia che lascia nel lettore la speranza di una possibile consolazione nei pochi attimi di autenticità che la vita concede. E così, se è facile «cadere nella notte che ci attende» ('Perdersi'), se «dentro il cuore c'è un ramo d'angoscia» ('C'è una luna stasera'), il mare che «ci guarda» e che «ci ascolta» ('Noi siamo'), le stelle lontane che «doloravano» ('Parliamoci di me'), come abbandonando per qualche istante l'epicurea serenità che le rende indifferenti, possono diventare attimi di significativa partecipazione della natura al dolore muto che «ci costeggia» ('Novembre'). Anche il solipsismo, allora, può aprirsi ossimoricamente alla possibilità che sia qualcosa al di fuori di noi a rassicurarci di esistere. Come un gatto, che «viene vicino e mite s'addormenta» ('Esistenziale')." (Leila Corsi)
7,00 6,65

Da ombre e memorie

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2015
pagine: 31
Parafrasando Jules Renard, possiamo dire che nella casa della poesia la stanza più grande è la sala d'attesa. Una sala che si fa patrimonio del nostro esistere, a cui attingere sempre più frequentemente col crescere delle primavere. Ed è proprio il memoriale, che, sempre più pesante nel tempo, ci suggerisce ombre e luci, voci e volti divenuti substantia di un percorso vicissitudinale carico di pathos. Il poeta se ne fa carico, lo rivive con saudade, senza mai scadere in una lamentano becera e melliflua; evitando insidie di luoghi comuni, armamentari retorici ed epigonismi. Dacché è il suo stilema innervato di figure lessico-foniche e iperboliche, di costrutti solidi e originali, a fare da argine a tanto sentire.
6,00 5,70

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