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Libri di Paolo Rumiz

Biografia e opere di Paolo Rumiz

Il filo infinito

Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
pagine: 208
“Che uomini erano quelli. Riuscirono a salvare l’Europa con la sola forza della fede. Con l’efficacia di una formula semplicissima, ora et labora. Lo fecero nel momento peggiore, negli anni di violenza e anarchia che seguirono la caduta dell’Impero romano, quando le invasioni erano una cosa seria, non una migrazione di diseredati. Ondate violente, spietate, pagane. Unni, Vandali, Visigoti, Longobardi, Slavi e i ferocissimi Ungari. Li cristianizzarono e li resero europei con la sola forza dell’esempio. Salvarono una cultura millenaria, rimisero in ordine un territorio devastato e in preda all’abbandono. Costruirono, con i monasteri, dei formidabili presidi di resistenza alla dissoluzione. Sono i discepoli di Benedetto da Norcia, il santo protettore d’Europa. Li ho cercati nelle loro abbazie, dall’Atlantico fino alle sponde del Danubio. Luoghi più forti delle invasioni e delle guerre. Gli uomini che le abitano vivono secondo una ‘regola’ più che mai valida oggi, in un momento in cui i seminatori di zizzania cercano di fare a pezzi l’utopia dei loro padri: quelle nere tonache monacali ci dicono che l’Europa è, prima di tutto, uno spazio millenario di migrazioni. Una terra ‘lavorata’, dove – a differenza dell’Asia o dell’Africa – è quasi impossibile distinguere fra l’opera della natura e quella dell’uomo. Un paradiso che è insensato blindare con reticolati. Da dove se non dall’Appennino, un mondo duro, abituato da millenni a risorgere dopo ogni terremoto, poteva venire questa formidabile spinta alla ricostruzione dell’Europa? Quanto è conscia l’Italia di questa sua centralità se, per la prima volta dopo secoli, lascia in macerie le terre pastorali da dove venne il segno della rinascita di un intero continente? Quanto c’è ancora di autenticamente cristiano in un Occidente travolto dal materialismo? Sapremo risollevarci senza bisogno di altre guerre e catastrofi?” All’urgenza di questi interrogativi Paolo Rumiz cerca una risposta nei fortini dove resistono i valori perduti, in un viaggio che è prima di tutto una navigazione interiore.
27,00 25,65

Bella e perduta. Canto dell'Italia garibaldina

Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2025
pagine: 208
Cos’è oggi Garibaldi? È un linguaggio forte e liberatorio che rompe col politicamente corretto, stronca ogni rigurgito di fascismo e non teme di chiamare le cose col proprio nome. È una topografia corsara che riaccende memorie ovunque e compone il ritratto di un eroe sconfitto, che non può riconoscersi in un’Italia che ha tradito le premesse del Risorgimento. Un uomo appassionato e irruente, capace di prendere in mano la penna per scrivere una lettera infuocata agli italiani di oggi. In un Paese che in apparenza non si indigna e nemmeno canta più, Paolo Rumiz attraversa borghi, città e campagne incontrando un popolo inatteso, fatto di uomini e donne retti, coraggiosi e – anche nel dissenso – carichi di passione civile, che spesso guardano a Garibaldi come emblema di libertà, giustizia e ribellione: riferimento ideale per proporre una narrazione diversa sull’Italia di oggi, le sue divisioni, le sue contraddizioni e una memoria che tende a svaporare. Con indosso una camicia rossa commissionata per la traversata dello Stivale, Rumiz si fa protagonista di questa rievocazione avventurosa anche con azioni spavalde, come quando con un commando di “ribelli” si diverte a scalare di notte una ciminiera di Montecchio Maggiore in Veneto, per appendere a quaranta metri d’altezza un enorme tricolore sotto il naso degli antitaliani. E ci accompagna in un viaggio patriottico fisico, spirituale e pieno di sorprese, che ha suscitato una valanga inattesa di lettere arrivate dall’Italia e anche dall’estero. Fra riferimenti letterari, storici, simbolici legati a una tradizione risorgimentale di ardore e visione, Bella e perduta è un’opera appassionata e, qualità ormai rarissima, capace di unire.
17,00 16,15

È Oriente. Ediz. 70° anniversario

Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2025
pagine: 208
Non è la ricerca dell’esotico che ci spinge a Oriente, ma la nostalgia inconsapevole di qualcosa che siamo stati e abbiamo dimenticato. Che sia la guglia di Santo Stefano a Vienna o un treno d’inverno che porta a Istanbul, l’estremo Sudest dell’Italia o i campi sterminati dell’Ucraina, andare verso il sole che nasce significa perdersi nel bosco del fauno, seguire il flauto di Pan, ritrovare Dioniso, dio dell’ebbrezza. Per Paolo Rumiz, l’Oriente comincia quando i treni rallentano, gli spazi si allargano e il tempo si dilata. Viaggiatore lento, da venticinque anni esplora in compagnia di Feltrinelli le plaghe più sperdute dei Balcani e dell’area danubiana, fino a raggiungere le rive del Mediterraneo. È il narratore di un’Europa spesso negletta dal suo centro franco-tedesco, quella “al di là” del Muro, la stessa che troviamo superata Trieste, limite oltre il quale si stendeva lo sconfinato Oriente. In questo volume, l’autore ripercorre il suo viaggio alla (ri)scoperta di un territorio fatto di storia, di vite che ancora oggi brillano tra le macerie di imperi caduti e ci accompagna lungo piane percorse da fiumi lenti e ampi, e inverni rigidi che nascondono città come gemme. È Oriente non è solo un reportage, è il recupero di un sentire europeo che abbiamo relegato in un angolo. Rumiz osserva, ascolta, si sposta. E attraverso le note del suo taccuino questo Oriente torna a noi, per innervare la nostra cultura e indirizzare il nostro futuro.
12,00 11,40

Una voce dal profondo

Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2025
pagine: 288
“Ero figlio di una terra che trema. Le appartenevo e volevo vederci dentro. Entrarci, con la lampada di Aladino.” È una voce rauca, ipnotica, quella che chiama Paolo Rumiz dal fondo di un vulcano spento. Quel suono, simile a un lamento, gli ricorda che c’è una crepa che squarcia l’Italia dalla Sicilia al Friuli: quella dei terremoti. Ed è lungo quella crepa che l’autore decide di camminare, iniziando un viaggio nelle fondamenta del Paese – un inferno di crateri, miniere, linee di faglia e fondali marini che rivelano il rovescio del mondo, della nostra Italia, di noi stessi. Partendo dalla remota isola di Alicudi per risalire fino al Carso, Rumiz dipinge uno sterminato affresco, dove il Terribile della natura diventa la normalità contro la quale attrezzarsi, e non emergenza su cui speculare. Una narrazione visionaria, che raccoglie miti e folklore da Selinunte al santuario di Oropa sulle Alpi, incontrando l’ombra di Grandi Madri, sibille e madonne, e che ha per baricentro Napoli, metropoli sotterranea per eccellenza, dove il confine tra il mondo di sopra e quello di sotto è sottilissimo e le stratificazioni della storia si fanno più vive. È lì che Rumiz, prendendo a piene mani da scienziati, poeti, musicisti e antropologi, approfondisce la sua ricerca e delinea un approccio “geologico” all’identità della nostra nazione.
12,00 11,40

Verranno di notte. Lo spettro della barbarie in Europa

Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2024
pagine: 208
Treni, profughi, convogli militari nel buio. In una lunga insonnia accanto alla stufa accesa, sulla frontiera dell’Est, Paolo Rumiz sente la notte di malaugurio di un’Europa assediata da guerre e governata dai poteri selvaggi dell’economia. Riceve segnali allarmanti da Francia, Germania, Spagna, Grecia e Paesi Baltici e si chiede come resistere a tutto questo. Orwell è entrato anche a Bruxelles, i princìpi della Costituzione europea sono in macerie, le sbarre di confine ritornano. Intorno, guerra contro le vite umane che migrano, guerra di tutti contro tutti, disumanità e indifferenza. L’uomo nel buio sente che i barbari possono arrivare in qualsiasi momento, e capisce che non basta la parola “fascismo” a definirli. Dietro al fascismo c’era un’idea di società, dietro a costoro c’è un’identità costruita da influencer e priva del profumo dolce della patria. Ed è di notte che essi si muovono, digitando parole di odio in rete. I nuovi barbari si servono meglio di chiunque altro di questa macchina perversa per occupare il vuoto politico lasciato da una sinistra inconsistente, lontana dal popolo e priva di etica. Ma proprio quando “tutte le fisarmoniche della notte sembrano suonare assieme”, Rumiz scopre una miriade di punti luce dall’Atlantico alle terre dell’Est. In Germania, ma anche altrove, sono scesi in piazza a milioni contro i sovranisti. Allora sente crescere in sé il demone dell’ironia e della lotta, e al tempo stesso la fiducia nella forza della parola di cui si sente custode. Poi il cielo si schiara, e le ombre fuggono negli anfratti del bosco. “Quelli come me non hanno che parole da offrire. Ma le parole non sono poco, in questo sconfortante silenzio”.
16,00 15,20

La rotta per Lepanto

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2024
pagine: 144
Il cuore di questo viaggio è l’incontro con uomini e donne di mare, seguendo le tracce della Serenissima sparse ovunque e con la malinconia che solo l’orizzonte ti può regalare. Ci sono baie solitarie, soste in osterie, marinai di poche parole. E poi ci sono i luoghi: Venezia, gli Arsenali, Parenzo, Pola, il Quarnaro, Lussino, Ragusa, le Bocche di Cattaro, Corfù, posti carichi di storia, di bellezza, di colori e sapori forti. E ancora, i popoli, quelli che evocano immaginari mai sopiti come i morlacchi, i turchi, gli slavi e una terra, quella dei Balcani, appena uscita da una delle grandi tragedie del Novecento. Un reportage da un mare che guarda a Est, ma che a specchio racconta chi siamo stati, la nostra origine, il senso profondo di un’Europa fatta di genti diverse.
16,00 15,20

Una voce dal profondo

Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2023
pagine: 288
L’autore sente una voce rauca che lo chiama dal fondo di un vulcano spento. Quel suono, simile a un lamento, gli ricorda che c’è una crepa che squarcia l’Italia dalla Sicilia al Friuli: quella dei terremoti. Rumiz decide di seguirla, di entrare “con la lampada di Aladino” nel mondo del Minotauro. Un viaggio, il suo, nelle fondamenta del Paese, in un inferno di linee di faglia, crateri, fiumi sotterranei, miniere, catacombe e fondali marini; in un mondo senza stelle che accende le vibrazioni più intime degli italiani, una Terra Incognita che ci porta dritto negli inferi dell’Umano e apre vertiginosi itinerari in noi stessi. Ne nasce una storia segnata “da incursioni piratesche, litanie, scongiuri, frane, abbandoni e malaffare; un’epopea di naufragi, invasioni, inaudite capacità di rinascita e paure da fine del mondo”. Uno sterminato affresco, dove il Terribile della natura è una normalità contro la quale attrezzarsi e non un’emergenza su cui speculare; una storia visionaria che, da Selinunte al santuario di Oropa sulle Alpi, incontra l’ombra di Grandi Madri, sibille e madonne, e ha per baricentro Napoli, la metropoli più sotterranea, instabile, stratificata, magmatica e contemporaneamente più teatrale d’Europa. È lì che Rumiz, ascoltando scienziati, poeti, musicisti, antropologi e abitanti di quei luoghi, approfondisce un suo approccio “geologico” all’identità nazionale.
18,00 17,10

Canto per Europa

Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2023
pagine: 336
Il Continente, imbarbarito e senz’anima, ha dimenticato le sue origini e persino il suo nome. Per ritrovarlo, quattro Argonauti occidentali battono il Mediterraneo fino alle coste del Libano, dove accolgono a bordo della loro barca ultracentenaria una giovane profuga siriana che chiede di fuggire con loro verso ovest. La chiamano Europa, dalla scritta sul foglio che ha mostrato loro al suo arrivo, e quel nome, pur sconosciuto, risuona loro nelle orecchie. In quella giovane silenziosa rivive presto la leggenda della principessa fenicia rapita da Giove-toro, mentre il viaggio attraversa le meraviglie del mare aperto ma anche la deriva di un mondo fuori controllo – clima impazzito, guerre, migrazioni e turismo di massa – che si intrecciano in un racconto in bilico fra il presente e i millenni. Ingravidata in sogno dal re degli dei, la ragazza si svela come la Grande Madre e, nel vedere per la prima volta la sua nuova terraferma, esprime la propria gioia in modo tale che i compagni, commossi, decidono di dare al continente il nome di lei. La sua epopea li aiuterà a comprendere il senso della loro patria comune. Come dichiara l’autore, nella nuova intensa postfazione a questa nuova edizione, “scritto di notte in mezzo a una tempesta di visioni, questo libro, ridotto all’essenza, altro non è che la dichiarazione d’amore per una migrante: […] nulla vi era di più adatto della storia di quella donna coraggiosa che attraversava un mare in tempesta, sbarcava dopo mille peripezie e creava una stirpe nuova, additandoci la strada di un rinascimento”.
13,00 12,35

Il filo infinito

Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2022
pagine: 176
“Che uomini erano quelli. Riuscirono a salvare l’Europa con la sola forza della fede. Con l’efficacia di una formula semplicissima, ora et labora. Lo fecero nel momento peggiore, negli anni di violenza e anarchia che seguirono la caduta dell’Impero romano, quando le invasioni erano una cosa seria, non una migrazione di diseredati. Ondate violente, spietate, pagane. Unni, Vandali, Visigoti, Longobardi, Slavi e i ferocissimi Ungari. Li cristianizzarono e li resero europei con la sola forza dell’esempio. Salvarono una cultura millenaria, rimisero in ordine un territorio devastato e in preda all’abbandono. Costruirono, con i monasteri, dei formidabili presidi di resistenza alla dissoluzione. Sono i discepoli di Benedetto da Norcia, il santo protettore d’Europa. Li ho cercati nelle loro abbazie, dall’Atlantico fino alle sponde del Danubio. Luoghi più forti delle invasioni e delle guerre. Gli uomini che le abitano vivono secondo una ‘regola’ più che mai valida oggi, in un momento in cui i seminatori di zizzania cercano di fare a pezzi l’utopia dei loro padri: quelle nere tonache monacali ci dicono che l’Europa è, prima di tutto, uno spazio millenario di migrazioni. Una terra ‘lavorata’, dove – a differenza dell’Asia o dell’Africa – è quasi impossibile distinguere fra l’opera della natura e quella dell’uomo. Un paradiso che è insensato blindare con reticolati. Da dove se non dall’Appennino, un mondo duro, abituato da millenni a risorgere dopo ogni terremoto, poteva venire questa formidabile spinta alla ricostruzione dell’Europa? Quanto è conscia l’Italia di questa sua centralità se, per la prima volta dopo secoli, lascia in macerie le terre pastorali da dove venne il segno della rinascita di un intero continente? Quanto c’è ancora di autenticamente cristiano in un Occidente travolto dal materialismo? Sapremo risollevarci senza bisogno di altre guerre e catastrofi?” All’urgenza di questi interrogativi Paolo Rumiz cerca una risposta nei fortini dove resistono i valori perduti, in un viaggio che è prima di tutto una navigazione interiore. I guardiani dell’arca costituisce, insieme al canto epico Evropa (che uscirà per Feltrinelli nel 2020 in Italia, e simultaneamente in molti altri paesi europei), un dittico dedicato all’Europa, alle sue origini, al suo futuro.
10,00 9,50

Il gusto di camminare. Itinerari enogastronomici lungo il Sentiero Italia Cai

Libro: Libro rilegato
editore: Slow Food
anno edizione: 2022
pagine: 384
Un viaggio a piedi da Sud a Nord alla scoperta dei sentieri e delle storie legate al cibo che si incontrano lungo la via. Il racconto e le indicazioni per ripercorrere tutto o parte del percorso accompagnato dalle riflessioni legate ai prodotti e alle persone che danno anima a un cammino. In tre grandi tappe, percorrendo per lo più il Sentiero Italia CAI, le autrici hanno raggiunto i luoghi di elezione di prodotti enogastronomici considerati identitari per l'Italia: Marsala per il suo vino, la carbonara a Roma, l'amatriciana ad Amatrice, il pesce stocco a Mammola, lo zafferano a Navelli, i pizzoccheri in Lombardia. Grazie a un certosino lavoro di ricerca e di preparazione del viaggio, hanno conosciuto cuochi, albergatori, agricoltori, pastori, storici, escursionisti di lunga data e tanti altri testimoni locali per ascoltare e ricostruire il rapporto tra ogni territorio e la sua gastronomia. Il resoconto è una storia fatta di spostamenti, di migrazioni, di carte nautiche, di transumanze, di passi di montagna, di mercanti e commercianti, di esploratori settecenteschi, di scambi intercontinentali, di baratti e di commerci. Prefazione di Paolo Rumiz.
22,00 20,90

Il cammino materano. A piedi lungo la Via Peuceta

Il cammino materano. A piedi lungo la Via Peuceta

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2022
pagine: 128
Arrivare a piedi a Matera, patrimonio dell’umanità Unesco: un viaggio di sette giorni tra Puglia e Basilicata, tra passato e presente, dalle eredità storiche di Federico II agli orizzonti infiniti dell’altopiano delle Murge, modellati dal lavoro secolare dell’uomo. Di giorno si cammina in mezzo a ulivi, mandorli, vigneti e muretti a secco, la sera si scopre il gusto dei piatti tipici nelle masserie. Fino a giungere, all’improvviso, faccia a faccia con i Sassi più famosi al mondo: bellezza unica sospesa tra terra e cielo.
16,00

Il veliero sul tetto. Appunti per una clausura

Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2022
pagine: 128
Nel vuoto della quarantena, la bora pulisce l’aria, il mondo è sfebbrato, respira. La casa miagola, geme, rimbomba come un pianoforte pieno di vento mentre la città stessa vibra come un sismografo su linee di faglia. E un mattino l’autore sale per una botola fin sul tetto, che diventa il suo veliero. Lì il suo sguardo si fa aeronautico, gli spalanca la visione della catastrofe e allo stesso tempo del potenziale di intelligenza e solidarietà che può ancora evitarla. Gli svela un’Europa col fiato sospeso, dai villaggi irlandesi alle isole estreme delle Cicladi, dalle valli più segrete dei Carpazi al lento fluire della Neva a Pietroburgo. Milioni di persone che vegliano, incerte sul loro futuro. Gli affetti veri sono resi più vicini dalla forzata lontananza, e si scrive a chi si ama come soldati in trincea, mentre il virus accelera la presa d’atto di un processo che obbliga a riprogettare il proprio ruolo di cittadini in un mondo diverso. Della clausura Rumiz tiene un diario che entra sotto la pelle della cronaca, per restituirci il cuore di una grande mutazione, “al termine della quale non saremo più gli stessi”. Non è più tempo di guardarsi l’ombelico. Ora i narratori hanno una responsabilità enorme, devono offrire visione, prospettiva, consapevolezza, speranza. Ma non una speranza astratta, beota. No, quella vera, che nasce dal suo opposto, dal fondo della disperazione.
9,00 8,55

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