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Libri di Julia Kristeva

Biografia e opere di Julia Kristeva

Il femminile e il sacro

Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2025
pagine: 304
Esiste un sacro specificamente femminile? È l’interrogativo da cui prende le mosse un intenso confronto tra due scrittrici, due amiche, intellettuali e atee: Julia Kristeva e Catherine Clément. Tra aneddoti personali e connessioni inaspettate – dalle vacche sacre dell’India alla figura della Vergine, dall’impurità delle mestruazioni all’anoressia e al sacrificio, da Freud a Socrate passando per Lady Diana e santa Teresa d’Ávila –, Clément e Kristeva intessono un dialogo sul senso più profondo dell’essere femminile e del sacro, al crocevia tra natura e cultura, pulsione e linguaggio, corpo e pensiero. Le loro riflessioni, nella forma dello scambio epistolare, sono viaggi nello spazio e nel tempo che esplorano in modo appassionato territori solitamente lasciati al loro mistero. Mettendo in relazione miti, rituali e credenze dell’induismo, del buddhismo, dell’animismo africano e dell’ebraismo, Catherine Clément racconta le scene sorprendenti di un sacro che ha visto con i propri occhi e che è scritto sul corpo e nell’anima. Julia Kristeva, invece, attraverso le storie di alcune sue pazienti psicanalitiche e i temi della maternità, dell’amore e della mistica cristiana, rivela la misura – e l’eccesso – femminile dell’esperienza interiore. Un tema, quello del femminile e del sacro, che risale alle origini stesse dell’umano ma che interessa il presente: le due autrici ricordano infatti le diverse forme di barbarie di cui ancora oggi sono vittime molte donne nel mondo, a ogni latitudine. Di fronte al pericolo, però, le donne in questo terzo millennio si risveglieranno. E questo libro diventa, così, l’affresco esaltante del risveglio femminile, tra eternità e modernità.
27,00 25,65

Il demone di Dostoevskij. Il sesso, la morte, il linguaggio

Libro: Libro rilegato
editore: Donzelli
anno edizione: 2022
pagine: 350
La coscienza europea è posseduta dalla presenza di Fëdor Dostoevskij, genio tormentato e profetico: le sue parole hanno avuto un rilievo cruciale per filosofi e scrittori come Nietzsche, Proust e Kafka, ma anche per registi come Visconti, Bresson e Kurosawa, per citarne solo alcuni. Il «contorto scrittore russo», come lo definiva Freud in una lettera, è intrinsecamente legato al mondo da cui proviene, ma è anche il più europeo degli scrittori, se è vero, come diceva Joyce, che a Dostoevskij dobbiamo la creazione della prosa contemporanea, da lui portata a un’intensità impareggiabile. «Ovunque e in ogni cosa ho vissuto fino al limite estremo, e ho passato la mia vita a superarlo», scriveva Dostoevskij all’amico poeta Anton Majkov nel 1867. E il limite l’ha davvero oltrepassato, rinnovando ogni volta la scommessa sulla potenza della parola e sfidando il nichilismo e il suo doppio, l’integralismo, attraverso la gioiosa esplosione polifonica del linguaggio. «Se priviamo gli uomini dell’infinitamente grande», scriveva Dostoevskij, «non vorranno più vivere, moriranno di disperazione. L’illimitato e l’infinito sono così indispensabili all’uomo come il piccolo pianeta su cui abita». Lettrice d’eccezione di Dostoevskij, Julia Kristeva ne svela in questo densissimo libro la sorprendente attualità. I personaggi parossistici e autodistruttori che popolano le sue opere, fra mostri patetici e insetti insignificanti, presentano già la matrice carceraria dell’universo totalitario, che si rivelerà nella Shoah, o nel Gulag, e che oggi viviamo nel controllo operato dall’onnipresenza della tecnica. Dostoevskij, dunque, «profeta della nostra modernità»: attraverso la lettura di Kristeva l’uomo entra con la sua opera nel terzo millennio dove, infine, «tutto è permesso». E le angosce degli internauti si fondono, nel sottosuolo, ai demoni di Dostoevskij.
38,00 36,10

A Gerusalemme. Il bisogno di credere tra monoteismi e secolarizzazione

Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2014
pagine: 62
Intellettuale poliedrica, psicoanalista e semiologa, Julia Kristeva parla di fede da un punto di vista laico. L'uomo ha bisogno di credere nel fatto che la vita collettiva sia migliore della guerra, di tutti contro tutti, dell'individualismo. La narrazione del cristianesimo, in particolare di quello cattolico, crea e riproduce il collante sociale e culturale di una società che guarda, tutta insieme, al futuro. Nessuna pretesa superiorità per una chiesa, ma l'ammissione che il cristianesimo è questa narrazione complessa in grado di dare prospettiva alla società occidentale, alle sue tante culture e mitologie diverse. Il dio che soffre e muore in croce rappresenta la forza e insieme l'umana debolezza che fa il senso d'umanità e può costruire la pace.
6,00 5,70

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