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Libri di James Purdy

Biografia e opere di James Purdy

La fiamma dei tuoi occhi

Libro: Libro in brossura
editore: Racconti
anno edizione: 2021
pagine: 170
Nei racconti di “La fiamma dei tuoi occhi”, tra i più cupi e visionari della sua produzione, James Purdy mette a nudo con la sua prosa asciutta e tagliente la fragilità, i desideri inappagati che diventano ossessioni, il dolore senza consolazione di certe esistenze ai margini, di uomini che amano e vivono da orfani, sempre costretti a confrontarsi con il lato più grottesco della vita. Dal racconto “La fiamma dei tuoi occhi”: Soldier e Beaut sembrano fatti uno per l’altro: Soldier ha trovato un ragazzo su cui riversare tutto il suo amore, Beaut qualcuno che si prenda cura di lui e lo culli nelle notti di New York. Ma un giorno Soldier non rientra a casa, e Beaut è costretto a trovare un nuovo compagno, un pugile con cui però non è lo stesso. Quando infine Soldier torna, nell’inverno più freddo che si ricordi, la verità che si trova davanti non è quella che sembra in apparenza.
16,00 15,20

Come in una tomba

Libro
editore: Racconti
anno edizione: 2020
pagine: 128
Fresco di Vietnam, sfregiato in modo orrendo, Garnet Montrose fa ritorno alla sua cittadina d'origine in Virginia e diventa immediatamente un paria. Schifato dai suoi amici per il suo aspetto, ma tutt'altro che scoraggiato, decide di riprendere il corteggiamento della sua antica fiamma dei tempi del liceo, la vedova Rance. L'unico a rimanergli accanto sarà un altro sbandato, un ragazzino bellissimo e sdentato che ha assunto come suo tuttofare, che legge per lui, consegna le sue lettere d'amore, gli lava i piedi come fosse un dio.
13,00 12,35

A casa quando è buio

Libro: Libro in brossura
editore: Racconti
anno edizione: 2019
pagine: 128
Chissà che non siano le stesse ordalie dell'autore, quelle di un disperato che barricato dentro una cabina telefonica cerca qualcuno a caso a cui poter raccontare una storia, la sua, fatta di una moglie stanca di topi, pappa d'avena e appartamenti fatiscenti. James Purdy del resto ha faticato a incontrare il gusto del grande pubblico e il suo seguito è sempre stato costituito da un manipolo di devoti ben nascosti. Fuori da tutti i giri e alieno alle mode letterarie, come scrive Giordano Tedoldi nella postfazione a questo libro, Purdy non ha fatto parte nemmeno di una controcultura; piuttosto è sempre e" stato contro la cultura stessa. I racconti contenuti in "A casa quando è buio" sembrano confermare questa sua tensione verso un'aporia finale, una continua evocazione di spettri e assenze attraverso la parola e il simbolo. La scrittura di Purdy è cava, i suoi sono sempre incontri mancati e su di essi aleggia incombente un senso di minaccia. Dialoghi platonici irti di "non sequitur" che indagano il baratro, il cuore oscuro dell'uomo, la sua vulnerabilità, e i desideri che si agitano sotto maniere e abiti inappuntabili. Non sappiamo se sia Mr Diehl, oscenamente bagnato come un tritone, a impartire una lezione alla povera Polly, ma leggendo la storia di questo alterco a bordo piscina la nostra quiete è incrinata. Quando due amici discettano a pranzo di un collega culturista il realismo borghese è solo apparente e il quotidiano sconfina nell'onirico. Un attraversamento che diventa definitivo nell'ultima storia di questa raccolta, un sermone all'umanità firmato da Lui in persona.
16,00 15,20

Non chiamarmi col mio nome

Libro: Libro in brossura
editore: Racconti
anno edizione: 2018
pagine: XII-223
James Purdy e la sua scrittura rimangono un rebus oggi come ieri. Amato da autori che non potrebbero essere più diversi - tra gli altri Jonathan Franzen, Gore Vidal e David Means che firma l'introduzione a questo libro -, non ha mai incontrato il favore del grande pubblico né lo ha mai ricercato. Forse proprio perché non l'abbiamo capito meriterebbe ancora un'altra chance per confonderci e sviarci, per mostrarci come la letteratura possa ancora essere un oggetto misterioso che prescinde da regole di scrittura fissate come fossero le tavole del tempio. La prosa di Purdy potrebbe suonare anacronistica, con le sue didascalie, il suo marchiano "tell don't show", questi personaggi che fulminano a bruciapelo gli interlocutori con domande sul senso delle cose, stridenti nella loro chiarezza e crudeli nel loro essere stralunate. I neon di un cinema notturno piuttosto equivoco squillano "uomini uomini uomini", e nella sala buia qualche marchettaro è intento a conoscere col tatto corpi e fremiti propri e altrui. Così come gli Holden efebici che perlustrano gli anfratti più bui di un parco sordido varcano quel territorio di confine che è l'omosessualità, allo stesso modo la lingua di Purdy sta e si misura fra ciò che dice e ciò che esclude dall'esser detto, ciò che rimane fuori ma soprattutto sotto l'abito di parole confezionato da questo formalissimo sarto letterario. Sotto una spessa patina di urbanità e manierismi, pulsa una voragine di desiderio e gli interpreti azzimati e ossequiosi di queste turpitudini mai esibite, ma solo ruminate e vissute, hanno un'onomastica e una "quirkiness" tutta dickensiana. Nell'America che ha fatto una patologia della sua purezza, Purdy si prende il rischio di addossare la colpa alle vittime, con una prosa perturbante che non disvela e non smaschera, ma anzi fa più buio quando ci sono tutte le luci accese.
17,00 16,15

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