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Libri di Giuseppe Eduardo Polizzi

Biografia e opere di Giuseppe Eduardo Polizzi

La spesa per l'istruzione. Profili costituzionali

Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2019
pagine: 180
L’attuazione del dettato costituzionale di una scuola di tutti e di ciascuno è indagata nel volume attraverso un punto di vista inedito, quello della disamina del modello di spesa per l’istruzione. Una disamina che riflette, come in uno specchio, il percorso di costruzione della democrazia, che affonda le radici nella prima riforma scolastica varata all’indomani dall’Unità d’Italia e giunge ai giorni nostri, carico di prospettive e di zone d’ombra, come l’inclusione scolastica fa emergere. Il finanziamento dell’istruzione è il punto d’osservazione da cui muove il volume, per indagare, da una prospettiva costituzionale, l’evoluzione della scuola italiana: da servizio a diritto, da strumento di controllo e di governo a sistema democratico che promuove la partecipazione politica e sociale delle cittadine e dei cittadini. La disamina di quanto e come lo Stato ha organizzato la spesa per la scuola nel corso dei quasi centosessant’anni dell’Unità d’Italia ci restituisce la storia della relazione, intensa e problematica, tra il potere e l’istruzione, tra la società e la democrazia, svelando questioni cruciali quali il nesso tra il contesto economico e il finanziamento dei diritti sociali. Mettendo al centro la prospettiva pedagogica, si riscopre così che la spesa per l’istruzione presidia l’Unità d’Italia, nella duplice accezione di processo di unificazione e di principio di unità, perché la costruzione di una scuola di tutti e di ciascuno, universale ed equa, è presidio necessario al mantenimento dello Stato democratico e al contempo motore del suo compimento.
22,00 20,90

Il magistrato al parlamento

Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2017
All'indomani dell'entrata in vigore dello Statuto albertino al magistrato fu riconosciuto un ruolo, all'interno dell'ordine politico-costituzionale, non limitato a quello di mero operatore del diritto bensì esteso a più vasti ambiti, sicché la sua figura sarebbe stata percepita come crocevia di molteplici interessi, talvolta contrastanti tra di loro. Nelle diverse fasi storiche di vigenza dello Statuto albertino, invero, vi furono spinte e conseguenti resistenze affinché il magistrato si affrancasse dal controllo della politica, e fosse ridotto, per così dire, a quel ruolo primariamente riconosciuto dalla Costituzione repubblicana del 1948, ossia di titolare della funzione giudiziaria, depositaria privilegiata di uno dei tre poteri dello Stato e per questo assistita da precise guarentigie, funzionali all'eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge: in primis indipendenza e imparzialità. La riflessione che condusse l'Assemblea costituente a decidere per un modello di magistratura che superasse, e al contempo risolvesse, le storture passate affonda le proprie radici negli anni di vigenza dello Statuto albertino, laddove le leggi elettorali e sull'ordinamento giudiziario, a fronte delle scarse guarentigie statutarie, disegnarono la figura del magistrato e la definirono nei suoi rapporti col potere politico. In tal senso, attraverso la disamina di un profilo circoscritto ai requisiti di eleggibilità al parlamento e, per la sola epoca statutaria, di nomina al Senato regio dei magistrati, si tenterà di riannodare il filo di un dibattito tutt'ora in corso, tra scelte di rottura e altre nel segno della continuità, tra questioni in apparenza risolte e altre assolutamente dimenticate, in un tema classico del diritto costituzionale: "magistratura e politica". Esula da questa ricerca una più generale riflessione sulla posizione costituzionale della magistratura in epoca liberale e in epoca repubblicana.
29,00 27,55

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