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Libri di Gëzim Hajdari

Biografia e opere di Gëzim Hajdari

Corpo presente

Libro
pagine: 144
15,00 14,25

Corpo presente-Trup i pranishëm

Libro: Libro in brossura
editore: Besa muci
anno edizione: 2021
pagine: 144
“Corpo presente” è il primo libro translingue nel percorso poetico di Gëzim Hajdari e fu pubblicato per la prima volta nel 1999 a Tirana. Rileggerlo in questa nuova edizione consente di comprendere meglio il percorso annunciato allora e portato avanti fino a oggi dal poeta. Un poeta, Hajdari, finalmente del nostro tempo, che opera nel presente, in Europa e viaggiando nel mondo. Postfazione di Armando Gnisci.
15,00 14,25

Poesie scelte 1990-2020-Poezi të zgjedhura

Libro: Libro in brossura
editore: Besa muci
anno edizione: 2021
pagine: 520
“Trent’anni è l’arco di tempo coperto dalle Poesie scelte 1990-2020. L’intervallo di date significativamente parte dall’anno in cui ha inizio il crollo del regime dittatoriale albanese, momento cruciale a partire dal quale Hajdari getta lo sguardo in duplice direzione: all’indietro, verso il fondo storico, mitico e antropologico della sua terra d’origine, nel quale si ritrovano valori da recuperare con orgoglio per il presente e l’avvenire; in avanti, verso un futuro cupo che pare travolgere la speranza in mancanza di una rottura vera con le complicità e i sotterfugi del potere. […] Al vaglio di tre decenni di scritture migranti in Italia, Hajdari risulta l’unico autore che nel tempo abbia composto, frammento su frammento, una vera e propria opera, un corpus che si arricchisce di rispondenze interne/esterne e cambia equilibrio a ogni nuova aggiunta. […] Cantore mediterraneo, poeta albanese e italiano, Hajdari ci raccomanda all’uomo straniero che cresce dentro di noi. E nel farsi consapevole di questa crescita è la sua nobiltà, e la nostra.” (dalla Postfazione di Andrea Gazzoni)
18,00 17,10

Poesie scelte 1990-2015

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2015
pagine: 339
"Gèzim Hajdari, con la sua opera sta universalizzando l'essere stesso del migrante. La precarietà, la solitudine, la emarginazione come situazione della migrazione individuale è il canto che si sprigiona dalla poesia del poeta di origine albanese. Dante aveva universalizzato la pur reale condizione della lontananza dalla sua patria, trasfigurandola come lontananza del singolo dalla gloria e dalla salvezza eterna, dal Paradiso; Gèzim Hajdari ha universalizzato, invece, la necessità dell'abbandono e della lontananza da qualcosa di prettamente terreno. In Dante l'esilio, l'attaccamento alla patria terrestre, viene scavalcato dalla vita eterna; in Hajdari, l'esilio conduce al superamento di ogni legame con un territorio terrestre lasciando l'uomo senza altro territorio se non il proprio corpo. E la condizione dell'orfano perenne che deve contare sulle proprie forze per sopravvivere, senza alcuna adozione. Il paragone con Dante potrebbe sembrare eclatante, ma a quanto mi è dato di conoscere, difficilmente nella storia italiana o addirittura nella letteratura mondiale, è rintracciabile un poeta capace di universalizzare la situazione dell'esilio e dello spaesamento così come avviene in Hajdari." (Raffaele Taddeo)
19,00 18,05

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