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Libri di Filippomaria Pontani

Biografia e opere di Filippomaria Pontani

Anthropos. Pensieri, parole e virtù per restare uomini

Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2021
pagine: 250
L'uomo come misura di tutte le cose, l'uomo come centro saliente di ogni pensiero e di ogni arte; ma anche l'uomo travolto dalle Moire, dalle proprie passioni. Esiste nella Grecia antica una nozione di uomo che inerisca specificamente alla natura dell'anthropos in opposizione ad altri esseri viventi e al vasto e molteplice mondo delle divinità? Da Protagora a Seneca, da Sofocle a Lucrezio, prosegue l'indagine sulla possibile definizione di una sostanza e di una qualità comune a tutti gli esseri umani. I dubbi sono molti. Ancora qualche anno fa si intravedeva un'ombra di fiducia. O almeno di speranza. Il pensiero cercava qualche appiglio, magari nella metis degli uomini tra il Prometeo di Eschilo e quello di Leopardi. Ma se fissiamo oggi l'attenzione sui problemi del nostro anthropos quotidiano, sulle risposte che sappiamo dare, non si può cancellare quello che vediamo. È un pensiero antico, già l'Odisseo di Plutarco aveva compreso che non siamo al centro del mondo, che lupi, leoni, cinghiali sono migliori di noi. Allora, come farebbero Glauco e Sarpedone nei loro discorsi dell'Iliade, proviamo a raccogliere qualche pensiero per noi stessi, per noi uomini in difficoltà. Cerchiamo di ritrovare l e virtù che ci permettano di vivere insieme, di guardare al futuro, di superare le sofferenze di cui noi stessi siamo responsabili. Certo, non c'è violenza, piaga, malattia, disperazione che possiamo evitare. È forse allora la resistenza, quella che i Greci chiamavano tlemosyne, la virtù che in qualche modo ci salva: è il coraggio di non venir meno all'ultimo desiderio, di non interrompere la ricerca, di trovare un significato diverso dalla nostra arroganza, dall'avidità, dalla violenza, dalla stoltezza, consapevoli di quello che siamo, dei nostri limiti e dei nostri vizi. Di qui ogni volta si potrà ricominciare.
20,00 19,00

Dike. Ovvero della giustizia tra l'Olimpo e la terra

Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2020
pagine: 216
Immersi in una società in cui scorgiamo troppe ingiustizie e diseguaglianze, siamo abituati quotidianamente ad accapigliarci sulle leggi, a dibattere il modo di amministrare il diritto, a invocare un riequilibrio ultraterreno degli squilibri umani. Cos'è giusto fare dinanzi a una catena di delitti di cui si è dimenticata l'origine, dinanzi a una legge palesemente inumana, dinanzi a chi propaganda un'idea che mette in dubbio le nostre certezze, dinanzi a una richiesta d'asilo che mette a rischio la comunità? Dike, figlia di Zeus e Themis, crocevia di pensiero religioso e razionale, è teodicea, ordine e volere degli dèi, nemesi di creature soprannaturali, punizione dei torti e ratio di un destino assegnato. Ma è anche un fatto umano, diritto scritto e amministrato nelle città, portato nei tribunali ateniesi in forma di raffinato dibattitoe poi lasciato in eredità alla più salda e sistematica codificazione dei Romani, che seguiranno il loro demone per fondare il sistema tuttora alla base di molte delle nostre società. Sulla scena attica, Dike deborda, grida, sfolgora, geme, colpisce. Nelle dikai di Lisia o di Licurgo, la retorica e il testo dei decreti concertano arringhe paradigmatiche. Dalla lite su un riscatto nello scudo di Achille nell'Iliade alla controversa vicenda dell'invalido ateniese in Lisia, dalla favola esiodea dello sparviero e dell'usignolo alle incrollabili certezze di Antigone, dall'eunomía (buon governo) di Solone alla hybris (superbia) punita di Eschilo, il mondo greco ha prodotto una gran mole di pensiero sulla e per la giustizia: non c'è quasi problema della giustizia del nostro tempo che non possa essere codificato – in senso mitico o come parallelo storico – nei termini antichi e dunque rivitalizzato e meglio compreso.
20,00 19,00

Utopia (Europa). Ovvero del diventare cittadini europei

Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2019
pagine: 210
Il pensiero di un’Europa unita è un’idea grande, però non c’è Europa se non ci sono i cittadini. Ecco, abbiamo bisogno di diventare cittadini europei. Di imparare a guardare lontano, perché “Europa”, una parola greca, forse significa proprio “occhi grandi”. Ma come si fa? Un’Europa dell’economia non basta, un’Europa del privilegio non ha senso. Ci vuole un’Europa dei pensieri, un’Europa della paideia: ci vogliono cittadini che vivono insieme e che si confrontano, in una coscienza plurale e collettiva fatta di molte lingue e diverse culture, ma che sanno anche riconoscere qualche fondamento importante in comune. Proviamo allora a intuire che cosa può essere l’Europa e che cosa significa essere cittadini europei. Per riflettere prenderemo come spunto il concetto espresso in Utopia di Thomas More, che compie ora i suoi cinquecento anni: sarà un buon libro per meditare sulla nostra utopia europea che nasce dopo le due guerre mondiali del ’900. Per capire meglio saranno indispensabili i nostri tremila anni di pensieri, proprio a cominciare dai classici antichi, che forse possono aiutarci. Se l’Europa unita, per come è costruita oggi, si sta rivelando sempre più un’utopia, forse proprio rimeditare le tensioni ideali che hanno animato gli antichi può spingerci a perseverare in un ideale che sembra sotto scacco.
16,00 15,20

Xenia. Migranti, stranieri, cittadini tra i classici e il presente

Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2019
pagine: 273
Xenía è un fondamento della nostra vita da Omero a oggi. È una questione di civiltà, che tocca la vita della polis e della democrazia. Per sapere cosa fare di fronte al dramma dei migranti le risposte sono impegnative. Ma da tremila anni le abbiamo. Basta rileggere Omero, basta ascoltare le parole delle Supplici di Eschilo. Xenía significa “ospitalità”, ma è una parola antica che contiene accoglienza, rispetto, attenzione, amicizia, generosità. Ma significa anche saper pensare, saper progettare, senza paure, senza mistificazioni. Per una Europa disorientata i classici tornano a parlare in nome di un agathòn koinón, un bene comune. In questo libro li interroghiamo e ascoltiamo le loro critiche.
22,00 20,90

Teatri di guerra. Da Omero agli ultimi giorni dell'umanità

Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2017
pagine: 352
I saggi raccolti in questo volume sono alcuni fra quelli presentati in occasione dei 24 eventi dell'edizione 2015 dei “Classici Contro”, itinerante da Trento a Trieste e concepita quasi come un'Iliade. Essi si concentrano per lo più su singoli eventi o singoli aspetti del fenomeno bellico nel mondo greco-latino o in epoca moderna, ma quasi mai rinunciano a declinare più o meno implicitamente le proprie riflessioni su un asse di continuità e di diacronia che è forse il sale di ogni vero confronto con l'antico. Il centro di gravità del volume è rappresentato dalla retorica della guerra: dagli strumenti della parenesi bellica ai bollettini dal fronte, dalle forme dell'educazione marziale alla polemica antimilitarista del teatro, dai discorsi alle truppe tenuti dai comandanti alla poesia del conflitto, dai proverbi ai proclami della vittoria, fino agli epitafi e alle iscrizioni memoriali. Questi generi letterari e paraletterari creano percorsi sotterranei che innervano la polifonia dei saggi qui raccolti, e inducono a riflettere anzitutto su modi e forme della narrazione e della memoria della guerra: la propaganda, i luoghi comuni, il destino dei luoghi fisici, le storie, le canzoni, le poesie.
26,00 24,70

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