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Libri di Fernando Rennis

Biografia e opere di Fernando Rennis

Pop is dead. La storia dei Radiohead

Libro: Libro in brossura
editore: Nottetempo
anno edizione: 2025
pagine: 348
I Radiohead esordiscono nel 1992 con Creep, un singolo di grande successo commerciale che finiranno presto per odiare, e da lì in avanti sfidano le convenzioni del pop per diventare, nei decenni successivi, un gruppo imprevedibile e spiazzante, non solo dal punto di vista musicale: l’antitesi delle rockstar, gli interpreti irrequieti di un mondo distopico in radicale cambiamento, un poliedro pieno di contrasti. La loro storia è sorprendente, come la loro discografia, in cui convivono Ok Computer (1997), definito “l’ultimo grande album rock del xx secolo”, Kid A (2000), un disco che spinge sull’elettronica, e In Rainbows (2007), una sintesi sonora pubblicata in digitale sul sito del gruppo, con prezzo a scelta. Un decennio dopo, mentre venivano analizzati in ogni loro aspetto e conquistavano nuove generazioni di fan, i Radiohead si sarebbero eclissati, concentrandosi sui progetti solisti. A quarant’anni dai primi tentativi nelle sale di musica della scuola di Abingdon, la band è ormai circondata da un’aura mitologica e schiere di adepti, ma non cessa di essere “un disturbo, un’anomalia che rischia di incantarci”. Restano aspetti ancora poco conosciuti della storia e del “fenomeno Radiohead”, stereotipi da smontare, contraddizioni da approfondire, indizi da sondare: come ha fatto Fernando Rennis, che da anni è sulle tracce dei cinque di Oxford e ha parlato con i loro insegnanti e compagni di scuola, intervistato musicisti, registi, giornalisti e collaboratori che hanno incrociato le loro vicende. Attraverso una ricerca rigorosa e uno sguardo appassionato, questo libro ci guida in un viaggio documentato e coinvolgente nel cuore inquieto della musica contemporanea.
18,90 17,96

Charming men. La storia degli Smiths

Libro: Libro in brossura
editore: Nottetempo
anno edizione: 2024
pagine: 312
Regno Unito, anni Ottanta, Thatcher al governo e liberismo alle stelle, ascesa degli yuppies, Guerra Fredda, conflitto nelle Falkland, working class sul lastrico e disoccupazione altissima, droghe a buon mercato e una pletora di culture giovanili underground: quattro ventenni di origini irlandesi cresciuti nei sobborghi popolari di Manchester, Nord cupo e industriale dell’Inghilterra, esplodono brillanti e imprevisti come un astro di passaggio su questo sfondo poco rassicurante. Si chiamano Smiths, il cognome inglese più diffuso, ma sono tutt’altro che ordinary: hanno un carisma e un’ispirazione fuori dal comune. La band si scioglierà dopo solo cinque anni e quattro album, ma sarà fatale per un’intera generazione – e ben oltre –, dentro e fuori i confini nazionali. La voce felpata, i testi perturbanti e il fascino sopra le righe del talentuoso frontman Morrissey diventano, insieme al sound agrodolce creato da Johnny Marr e all’alchimia strumentale di Andy Rourke e Mike Joyce, il segno di un’epoca in bilico sulla disillusione e l’insofferenza. Outsider ingestibili e, insieme, simbolo della britishness, “nuovi Beatles” e paladini dell’indie, sofisticati autori pop e acuti narratori della realtà che li circonda come delle emozioni più intime, gli Smiths sono finiti nel Parlamento britannico e tra le barricate in piazza, in film e serie tv, sui giornali e nelle ossessioni dei fan. È per tutte queste ragioni, come dimostra il libro documentatissimo e appassionante di Fernando Rennis, che questi charming men, fuori da ogni etichetta, sono diventati un’icona.
18,90 17,96

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