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Libri di Federico Pierotti

Biografia e opere di Federico Pierotti

Diorama lusitano. Il cinema portoghese come archeologia dello sguardo

Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2018
pagine: 189
Il cinema portoghese può essere paragonato alle isole Galápagos, che tanto avevano interessato Darwin perché in esse le dinamiche dell’evoluzione acquistavano carattere di evidenza. Per una concomitanza singolare di fattori, anche il cinema portoghese si è sviluppato seguendo traiettorie evolutive peculiari rispetto ad altre cinematografie più conosciute del mondo europeo e occidentale. Questa singolarità lo rende un oggetto di studio di particolare interesse, poiché la rimessa in discussione delle genealogie acquisite e dei limiti tradizionali dell’esperienza cinematografica, oggi al centro dei film studies e dei media studies, sono parte integrante del suo patrimonio ereditario da oltre mezzo secolo. Soffermandosi su alcuni film chiave di Manoel de Oliveira, António Reis, João César Monteiro e Miguel Gomes, questo studio intende rimarcare il ruolo e l’importanza del cinema portoghese ai fini di un’archeologia dello sguardo cinematografico contemporaneo.
18,00 17,10

Lessico famigliare dei mangiari livornesi

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2017
pagine: 60
Diciannove racconti brevi, a volte brevissimi, in cui le strade della memoria e degli eventi quotidiani si snodano attraverso alcuni mangiari della tradizione livornese, in cui la vita quotidiana di una famiglia ruota attorno alla tavola e alla cura del cibo. I racconti terminano ciascuno con una ricetta di famiglia, in bilico tra arte culinaria e affetti. Prefazione di Filippo Nogarin.
10,00 9,50

Un'archeologia del colore nel cinema italiano. Dal Technicolor ad Antonioni

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2016
pagine: 226
Il colore mantiene sempre un certo grado di inafferrabilità. Nonostante i tentativi di definirlo, misurarlo, studiarne la fisiologia e la percezione, esso non cessa di apparire come un oggetto scientificamente e culturalmente sfuggente. Il colore sembra possedere una qualità prelogica e precosciente, sembra avere un impatto diretto sui nostri sensi e sul nostro corpo. È una grande questione che ha attraversato la modernità e continua ad attrarci, da Goethe a Wittgenstein, dalla cromoterapia al cognitivismo. Nell'ambito del cinema, delle arti applicate, del design, della pubblicità, il colore ha sempre interessato per il potere di catturare l'attenzione o di distrarla, di rendere più visibili gli oggetti e i segni ma anche di occultarli e mimetizzarli, di indurre, infine, stati emotivi e reazioni corporee. Questo libro ricostruisce la rete intricata dei rapporti tra tecnologie e culture del colore nel cinema italiano, tracciandone una storia archeologica a partire degli anni Trenta sino al caso paradigmatico de Il deserto rosso.
18,00 17,10

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