Libro
anno edizione: 1999
pagine: 188
Da un’attenta lettura delle opere in volgare di Giovanni Boccaccio emergono le fasi della sua evoluzione ideologica. Mentre le opere del periodo napoletano risultano fedeli al modello dell’amore "cortese", già nell’Elegia di madonna Fiammetta tale dinamica viene messa in discussione, nonostante la scelta finale della protagonista ne risulti consona. Il rapporto chiastico tra il narrato dell’Elegia e quello del Corbaccio evidenzia la complementare continuità tra le due opere, mentre quest’ultima propone un’ulteriore critica al modello cortese sottolineata dalla fallimentare esperienza del protagonista e dalla mancanza di "chiusura" nell’opera. Attraverso dettagliati riferimenti intertestuali che suggeriscono una ideazione coeva, il pragmatismo decameroniano propone soluzioni positive ai conflitti del Corbaccio. In ultimo la cornice decameroniana nasconde sotto l’apparente idillio una consuetudine quotidiana da contrapporre all’eccezionalità della peste, mentre nella conclusione l’autore sottolinea l’importanza dell’atto interpretativo in quanto anti-dogmatico ed espressione del moderno relativismo dell’opera.