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Libri di Alejandro Zambra

Biografia e opere di Alejandro Zambra

Tema libero

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2025
pagine: 230
«Da molto tempo volevo scrivere un saggio come questo, potenzialmente infinito, composto da filacce di pensieri sulle parole, sugli accenti delle lingue, sulle traduzioni. E anche di storielle da raccontare a tavola dopo cena». Ecco allora un piccolo e sghembo zibaldone, in cui si riflette intorno alla scrittura e la sua materialità, su come i cambiamenti tecnologici modifichino la nostra esperienza del mondo tra fotocopie, videoscrittura, blog, pagine web, e-book. Poi una vera e propria performance a tema libero, in cui lo scrittore inanella digressioni sulla libertà e la forma aperta, per concludere come un comico da stand-up con una cascata di battute su Mario Vargas Llosa. Non mancano quattro racconti in puro stile Zambra, romantici, a volte comici, sempre spiazzanti: «Il primo essere umano argentino che ha avuto una certa influenza sulla mia vita è stato un biondo di vent'anni alto un metro e novanta, un vero campione del beach volley, che nell'estate del 1991 mi rubò la fidanzata». Zambra è un grande ammiratore di Natalia Ginzburg, e ci offre un suo lessico famigliare raccontando il trasferimento in Messico con la moglie, tra spaesamenti costanti, scoperte linguistiche e la nascita di un figlio. Fino alla paura di perdere per sempre il proprio accento cileno, che nessuno comprende e che ormai può parlare solo nel proprio appartamento con il bebè. Questa raccolta di finzioni, saggi e cronache può essere intesa come un'appassionata difesa della creazione letteraria, oppure come un invito a disobbedire alle regole del gioco, o ancora come il risultato di una riflessione ossessiva (e compulsiva) attorno alle parole. È un libro delizioso di un autore che è ormai una figura imprescindibile della letteratura latinoamericana.
15,00 14,25

Messaggio per mio figlio

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2024
pagine: 240
Un giorno un padre vede nascere il suo bambino; quell'uomo, a sua volta, è un figlio che ripensa al proprio padre, tra avventure, disavventure, gioia e sgomento. L'arrivo di un figlio non solo modifica il presente e il futuro, ma scuote anche le nostre idee sul passato, e accanto ai sentimenti che emergono nel formarsi di una famiglia, la scoperta dell'amore filiale, la paura costante che accompagna ogni gesto e ogni pensiero, tutto questo diventa nella voce di Alejandro Zambra un'opera spericolata e commovente. La letteratura, in un certo senso, ha sempre a che fare con l'infanzia, perché chi scrive cerca di «ritrovare percezioni cancellate dal presunto apprendimento che ci ha resi tanto spesso infelici». E questo, in un rovesciamento poetico, è invece un libro felice, un «lessico famigliare» nel suo farsi, sin dai primi momenti del narratore con il figlio Silvestre, nel reparto maternità, e indietro nel tempo al primo incontro con la madre del bambino, presagio di un amore incipiente. Seguono scoperte e stupori, i libri illustrati che si leggono ad alta voce per accompagnare il sonno di un bimbo, la meravigliosa libertà di quelle storie, la lezione che uno scrittore scopre nello sguardo di un figlio che in fondo sta insegnando al padre come si legge. E poi la complicata vita di due genitori che lavorano in casa durante il lockdown e si danno il turno per occuparsi del bambino, e l'ironia di proibire al figlio la televisione quando loro invece guardano famelici film e serie televisive di nascosto, non appena il bambino dorme. E ancora il rapporto dimenticato e incompreso con il proprio padre, tra litigi e gesti di protezione, strappi e riconciliazioni, mentre quel padre diventa inesorabilmente un nonno, il nonno del nostro bambino. Riflessivo e al tempo stesso umoristico, "Messaggio per mio figlio" si pone delle domande semplici, universali, sempre sorprendenti. «Come spettatori che hanno perso i primi minuti del film ma rimangono allo spettacolo successivo per capire la trama, dimentichiamo proprio la parte dell'infanzia che poi osserviamo nei nostri figli; sono loro a ricordarci quello che abbiamo dimenticato».
16,00 15,20

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