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Einaudi: Supercoralli

Tutte le nostre collane

Chiara

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 176
L’infanzia non è un tempo fuori dal pericolo, Marianna e Chiara lo sanno bene. Ci sono le feste di compleanno in salotto, mano nella mano, i panini con la frittata divisi a metà e nascosti in tasca fino all’intervallo. Ma c’è anche l’ombra lunga di due famiglie in apparenza diversissime, eppure uguali nella violenza con cui trafiggono. Per anni hanno creduto di essere sole, le uniche a vivere nell’oscurità, a dover affrontare i mostri. E invece scoprono che la salvezza può esistere in un patto in cui l’una per l’altra diventano il rifugio che il mondo non sa offrire. Ma cosa succede quando quel patto si rompe sotto i colpi della realtà, o forse solo della vita adulta? Dopo “Cose che non si raccontano”, Antonella Lattanzi torna a emozionarci e scuoterci con una storia potente, profondamente vera, che racconta di ogni volta che, nel mezzo del buio, qualcuno ha trovato il modo di tenerci vivi. «Qualunque cosa sia successa dopo, non siamo più state “io” e “lei” ma “noi”. Anche adesso, dopo che è successo tutto». Marianna e Chiara crescono a pochi passi, nella Bari popolare degli anni Novanta, in due famiglie che sembrano agli antipodi – una ruvida e irrequieta, l’altra ordinata e colta, apparentemente perfetta – ma che si rivelano uguali nel modo in cui tradiscono, soffocano, feriscono. Tra le due ragazze nasce subito un legame assoluto, fatto di intesa e di coraggio, di un bisogno vitale di raccogliersi a vicenda. Così, contro la violenza che le circonda, costruiscono un mondo solo loro, e negli anni l’affetto si confonde con l’amore, in alcuni momenti diventa anche attrazione e desiderio. Ma la vita adulta le allontana, crescere in fondo è irreparabile. E allora, quando sarà il momento, sapranno tenere fede a quella promessa di esserci sempre l’una per l’altra, anche di fronte al Terrore? In un romanzo dal ritmo incalzante, magnetico, che va avanti e indietro nel tempo in modo sapiente, Antonella Lattanzi sa tenere insieme la tenerezza dell’infanzia, l’erotismo come scoperta e il senso di minaccia incombente tra le mura di casa, la paura che qualcosa si spezzi all’improvviso, senza avvisare. Ma proprio dentro la tensione, contro ogni aspettativa, si accende la poesia della vita, e insieme un bene ostinato e splendente, capace di disarmare il cuore di chi legge.
18,00 17,10

Qui e oltre

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 344
In fuga dall’anarchia e dal collasso climatico, seicento persone sono salite a bordo di un’astronave per affrontare il viaggio, lungo trecentosessant’anni, verso un pianeta che si ritiene abitabile. Nel corso del suo cammino stellare, la Mondonave attraverserà i momenti di crisi e le fasi di prosperità di ogni storia umana. E come in ogni storia umana saranno le passioni, le speranze e i sogni a decidere la sua rotta. Quando la giovane Franika si rende conto che l’umanità a bordo della Mondonave è in pericolo, sono passati centodiciotto anni dal giorno in cui un selezionato gruppo di seicento persone ha lasciato la Mondoterra prossima al collasso alla volta del pianeta HD-40307g. La durata prevista del viaggio è di trecentosessant’anni. La generazione che sbarcherà sul pianeta sarà la settima. Nell’anno 118, però, serpeggiano scetticismo e timori, e il futuro della Missione sembra a un tratto vacillare. Ellissoide rotante nello spazio, arca generazionale, società senza denaro né internet, senza animali, vento e acqua, la Mondonave è nata dal visionario progetto di un miliardario che all’ultimo minuto non si è imbarcato; è un ecosistema delicato che sfrutta avanzate tecnologie di supporto vitale; a seconda dei punti di vista, è un «trionfo di perseveranza e cooperazione» o un «ergastolo autoinflitto». Alcuni ritengono che i tre secoli abbondanti necessari per raggiungere la meta non saranno altro che un lungo e noioso viaggio spaziale, ma le pulsioni umane e le forze della storia si agitano anche in un guscio che attraversa le galassie. Nel corso degli anni, la Mondonave conosce l’epidemia e la rivolta, epoche buie e altre di fermento, generazioni di umani nati da embrioni congelati e di uccelli robot che migliorano costantemente le proprie abilità: un condensato di tensioni, ideali, processi storici e piccole rivoluzioni che scaturiscono dalla scalpitante individualità dei membri dell’equipaggio. Tra loro – intrepidi e sognatori, giovani e vecchissimi, guardiani e giocatori – si stagliano le figure di due cronisti, gli storici di questo mondo lanciato verso l’ignoto: unici a esercitare la scrittura, a distanza di trecento anni l’uno dall’altra testimoniano la vita sulla Mondonave e il progressivo avvicinamento all’agognato pianeta su cui, forse, la storia potrà iniziare di nuovo.
21,00 19,95

Dimmi che sei stata felice

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 352
Aurora porta addosso le gioie e i tormenti di tutte le donne della sua famiglia, come una mappa silenziosa incisa sulla pelle. Finché, a quasi cinquant’anni, lungo il mare di Nuova Ostia incontra Viola: un varco di luce nella corazza che da sempre la tiene a distanza dal mondo. Se per Viola l’amore è una promessa di futuro, per Aurora invece è il disperato tentativo di riparare il passato. Maria Grazia Calandrone si rivolge a chi legge questo romanzo fin dal titolo: «dimmi che sei stata felice» è un’invocazione, una speranza. Una storia in cui la passione va di pari passo con il destino. Così come accade a chi, almeno una volta nella vita, ha amato per sempre. Aurora nasce in un appartamento popolare a Roma Sud, mentre il Paese si prepara ad attraversare gli anni Settanta e il loro spegnersi nella strategia della tensione. Fin da ragazza accoglie il destino di una madre segnata dall’abbandono e il vuoto di un padre mai conosciuto. Del resto il passato sembra aver lavorato per lei da prima che nascesse: la nonna, con la quale Aurora ha un rapporto d’amore profondo e privilegiato, era scampata per miracolo al bombardamento di San Lorenzo. E anche Aurora crede di essere viva grazie alla forza della propria madre. Tutt’intorno, nel frattempo, la città respira come un organismo: abbraccia, tradisce, intreccia destini senza mostrarli. Tanto che, per una di quelle casualità che la vita a volte ci riserva, un giorno Aurora ritrova fugacemente il padre e, poco dopo, s’innamora di un giovane poeta venuto da lontano. In cerca di pace, Aurora si trasferisce a Nuova Ostia, un luogo che sa essere anche feroce. Eppure è proprio lì che incontra la magnificenza del mare e Viola. Le due donne sono quasi coetanee, e una naturalezza istintiva le avvicina. La loro storia è totalizzante, ma dove Viola si abbandona, Aurora si ritrae. I sentimenti, però, sono una terra che si può abitare solo senza difese. Maria Grazia Calandrone attraversa ancora una volta la materia viva della memoria e della Storia, fino a una conclusione vertiginosamente lirica. Stavolta la voce levigata e diretta dell’autrice trova le parole per dire che essere fedeli a noi stessi può essere un vincolo troppo stretto. Soprattutto per le donne, che nei libri di Calandrone si trovano sempre davanti a una scelta da cui è impossibile tornare indietro.
20,00 19,00

Diciassette diverse possibilità di fallire

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 328
«Ogni romanzo contiene al suo interno un paio di modi di fallire, – osserva Julian Barnes nella sua prefazione a questo volume, – una raccolta di dodici racconti, invece, contiene altrettante diverse possibilità di fallire». In ciascuno dei diciassette racconti di questa selezione, provenienti dalle tre raccolte pubblicate da Julian Barnes e in gran parte inediti in Italia, questa eventualità è chiaramente scongiurata. Che metta in scena un Turgenev maturo e innamorato o un gruppo di amici che discutono del compianto piacere del fumo, il meglio della produzione breve di Julian Barnes sprigiona tutta la verve e la forza creativa di una delle penne più eleganti del nostro tempo.
20,00 19,00

Pregate per ea

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 120
Tutto comincia con un inciampo: una camminata tra i boschi della Val d’Asta, nell’Appennino emiliano, e il nome di una donna scolpito su una pietra. «Pregate per ea», dice la lapide. Massimo Zamboni raccoglie quell’invito a preservarne la memoria scegliendo di affiancare il racconto alla preghiera. La cronaca dell’uccisione di Domenica Gebennini – vittima imperfetta, che forse «se l’era cercata» – è la storia di una piccola comunità di montagna che per sopravvivere ha preferito il proprio codice eterno alla giustizia, perché «le radici hanno bisogno di oscurità per prosperare». Con una scrittura che è insieme asciutta e poetica, capace di far parlare la terra, i sassi, le stagioni, Zamboni dà forma al suo personalissimo “requiem” per Domenica, senza cercare colpevoli o assoluzioni, ma evocando un coro di personaggi che torna dal passato per interrogare i vivi. Durante una camminata nei luoghi familiari, l’apparizione di una lapide nascosta in un bosco. C’è un nome, Domenica Gebennini, una data, il 1870, l’accenno a una morte violenta. La storia di quel delitto si tramanda da un secolo e mezzo nella Val d’Asta, ma nessuno sembra conoscerla davvero: questo capita nelle valli chiuse, dove la conca delle montagne trattiene le voci, le mescola e le distorce, e in cui «il non detto governa più dell’indicibile». Massimo Zamboni, che con quel crinale d’Appennino ha consanguineità, accoglie come un richiamo l’incontro fortuito con la pietra scolpita, mettendo in moto un’indagine letteraria che è anche una discesa nel tempo profondo, dove i documenti storici si confondono con le dicerie, gli atti giudiziari con le leggende familiari. “Pregate per ea” è il racconto di una uccisione che si fa operazione di memoria collettiva. Massimo Zamboni ci consegna così il ritratto di una comunità di montagna in bilico tra due ordini: quello antico, fondato su vincoli di sangue, onore e necessità; e quello del nuovo Regno d’Italia, con le sue leggi, i suoi tribunali, le sue carte, la sua lingua che tradisce – con la pretesa di correggerla – la lingua dei paesani. Un romanzo che è insieme ricostruzione e affabulazione, archivio e canto, un atto di giustizia narrativa e affettiva.
16,00 15,20

Il solito desiderio di uccidere

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 256
Due genitori ottantenni che tengono in giardino una coppia di lama, spesso impegnata a procreare altri lama. Il padre filosofo che ama discutere di atarassia durante la cena, mentre la madre serve costolette di vitello congelate quarant’anni prima. Entrambi inglesissimi, sebbene trapiantati in Francia, impegnati in un duello verbale che prosegue da mezzo secolo. Non privi di segreti indicibili che le figlie cercano di far venire a galla. Segni particolari: suscitano in chiunque li frequenti uno strisciante, formidabile desiderio di uccidere. I genitori di Miranda sono inglesi ma vivono nella Francia rurale, in un “manoir” fatiscente dove nidificano i pipistrelli e proliferano le piante rampicanti. Lui professore di filosofia in pensione, lei detentrice delle redini famigliari, hanno lasciato Oxford da quasi trent’anni per dedicarsi a una vita di schermaglie dialettiche, esasperata parsimonia e compulsivo accumulo di cibi nel congelatore, in compagnia di gatti, anatre, galline e due lama. Anche Miranda, attrice teatrale, vive in Francia, e quando va a trovare i genitori affronta con stoicismo gli inevitabili supplizi, dalla temperatura artica della casa alle costolette di vitello conservate dal 1983 e servite con nonchalance, dalle partite a tennis con regole stravaganti alle dispute domestiche a base di Epitteto – tutte cose di cui si lamenta via mail con la sorella Charlotte, rimasta in Inghilterra, raccontandole che l’esito delle visite è sempre lo stesso: il solito desiderio di uccidere… Una variazione sul tema interviene quando la madre deve farsi operare all’anca. Charlotte arriva dall’Inghilterra, Alice – la figlia di Miranda – da Parigi: l’occasione è buona per indagare su alcuni misteri di famiglia. Cos’è esattamente l’Inconveniente? E poi, addentrandosi su un terreno ancora più sconosciuto: la madre di Miranda e Charlotte ha sempre avuto quella corazza di ferro? E quand’è che il padre è diventato così remissivo? Le risposte, ammesso che ci siano, non necessariamente emergono dalla cronaca di Miranda: la sua voce, oscillante tra irritazione e stupore, è contrappuntata da brevi interludi in cui gli scambi tra i genitori raggiungono inglesissime vette di assurdità, e da alcune lettere risalenti ai primi anni Sessanta, quando lui e lei erano giovani e inesperti. Un insieme di quadri che alla fine ci restituiranno una storia esilarante e tenera, piena di nonsense, di Shakespeare, di vita.
19,00 18,05

Destinazione errata

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 152
«La casa brucia proprio quando ci pare di avere il controllo assoluto del fuoco». Sappiamo davvero cosa desideriamo? E quanto sono pericolosi i nostri desideri? Un messaggio d’amore inviato alla destinataria sbagliata dà inizio a una storia irresistibile che non abbandona mai la tonalità ironica e tuttavia sospinge il protagonista verso esiti sempre più allarmanti. L’errore iniziale, pur nella sua casualità, logora gli argini. Nel giro di pochi giorni un marito irreprensibile, affidabilissimo padre di tre figli piccoli, comincia a modificare lo sguardo distratto con cui ha sempre guardato quella che fino a ieri era solo una compagna di lavoro. Il desiderio prende forma, esige di essere realizzato. Domenico Starnone aggiunge un nuovo tassello alla sua esplorazione della fragilità della coppia, luogo di delizie e di sofferenze, una sintesi dei disastri di cui è capace il genere umano. L’uomo che racconta questa storia ha trentotto anni, fa lo sceneggiatore. È sposato da più di dieci anni con Livia, donna intelligente, bella, soddisfatta del suo lavoro. La coppia ha tre figli (il più piccolo di dieci mesi), la vita coniugale è appassionata, senza crepe. Ma nel corso di un pomeriggio particolarmente caotico si verifica un banale incidente. Il giovane marito e padre sta badando ai figli perché la moglie è a un convegno, e intanto scambia messaggi urgenti di lavoro con Claudia, la collega con cui scrive sceneggiature per la tv. Nella fretta sbaglia: invia a Claudia un messaggio d’amore destinato a Livia. Niente di male, naturalmente, se la collega, seria, affidabile, non gli rispondesse che anche lei lo ama e da tempo. Sarebbe urgente chiarire il malinteso, e invece è sufficiente un’esitazione perché tutto corra avanti e nella mente del protagonista si faccia strada qualcosa di latente, una possibilità nuova. Di colpo Claudia è vista sotto una luce diversa, smette di essere semplicemente una compagna di lavoro e diventa una donna affascinante, complessa, capace di «scatti nervosi, insofferenze, sarcasmi, affermazioni nette e negazioni altrettanto nette, empiti di passione, pretese irragionevoli». Senza averlo deciso – o decidendolo ogni momento – il protagonista si ritrova a fare quello che non avrebbe mai pensato di fare. Con un passo lieve, elegante, che finge di ignorare l’abisso su cui procede, “Destinazione errata” ci parla di come le nostre certezze siano gusci d’uovo, del peso insopportabile che generano a volte pensieri e azioni minime. Mentre, catturati da una crescente tensione narrativa, assistiamo a quella che ci appare, inesorabilmente, come la preparazione scriteriata di un naufragio, ci rendiamo conto di quanto sia facile mandare all’aria un’esistenza considerata felice.
17,50 16,63

Sonnenallee

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 144
Micha e Mario, Cespo, il Talpa e Miriam – un’adolescenza, la loro, consumata a pochi passi dal Muro di Berlino. L’Ovest è proprio dietro l’angolo, con le sue promesse di libertà, eppure sembra irraggiungibile. E c’è sempre il rischio di morire, sí, ma un doppio vinile dei Rolling Stones nascosto sotto la giacca può anche salvare la vita, mentre una folata di vento può trasportare oltrecortina una lettera d’amore. «Un romanzo ordinario, – osserva Jonathan Franzen nella sua postfazione, – potrebbe mettere in luce la tristezza della loro condizione. Un romanzo straordinario, pur riconoscendo il lato triste di quella condizione, ne mette in luce il lato comico». E “Sonnenallee”, scanzonato e imprevedibile com’è, ha dato voce a un’intera generazione.
17,00 16,15

La ballerina

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 96
Dare l’illusione di prendere il volo: è alla ricerca di questa leggerezza che la ballerina prova i suoi passi instancabilmente. In una Parigi invernale di anni lontani, la giovane donna, affrancata da una nebulosa vita in provincia, insegue il sogno sul palcoscenico senza abbandonare il ruolo di madre del piccolo Pierre. Ma non si può sempre sfuggire ai fantasmi del passato. Quegli stessi fantasmi che oggi, in una Parigi molto diversa ostaggio dei turisti, riportano il narratore ai tempi dell’incontro con la ballerina, quando lui iniziava a librarsi nel mondo della letteratura… «Una disciplina che ti permette di sopravvivere»: alla ballerina lo ripeteva sempre il suo insegnante Boris Kniaseff. Poi, altre parole. La diagonale, la variazione, il déboulé, la sbarra a terra. Qualcuno ora le sussurra. È il narratore senza nome che custodisce i frammenti della storia della ballerina. I loro destini si erano incrociati in un’epoca lontana, quando entrambi cercavano di spiccare il volo, lei sul palcoscenico, lui nel mondo della letteratura. Insieme, l’aspirante scrittore e la ballerina camminavano tra le strade di una Parigi invernale, rischiarata da quella luce che a volte si ritrova nei sogni, per rincasare quando lei finiva le lezioni di danza allo Studio Wacker, per raggiungere appartamenti in cui si tenevano misteriose riunioni, o semplicemente per passeggiare, tra confidenze taciute e fitti silenzi. La ballerina non parlava mai della nebulosa vita precedente, quando abitava in provincia, né tantomeno del padre di suo figlio, il piccolo Pierre. Il narratore badava spesso a quel bambino schivo con cui aveva un legame speciale, forse per via della sua stessa infanzia solitaria. Il volto di Pierre è l’unico che il tempo non ha offuscato. Il resto, solo «tessere di un puzzle, separate le une dalle altre per sempre». A distanza di anni, in una Parigi molto cambiata, estranea, chiassosa, un grande parco divertimenti per turisti, al narratore tornano in mente quegli istanti: diventa l’inizio di un viaggio a ritroso nelle nebbie della memoria, tra indirizzi perduti, luoghi clandestini, incontri con i fantasmi. Perché, ieri come oggi, non sempre si sfugge ai fantasmi del passato… In questa nuova indagine al cuore dei ricordi, Patrick Modiano si muove tra le pieghe di un presente vago e le profondità indecifrabili di ciò che è stato. Mentre tutto si cancella, l’amore, inafferrabile, resiste.
16,00 15,20

La gioia di ieri

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 184
Siamo davvero sicuri che la gioia di ieri sia l’unica possibile? Dopo la fine della storia con Davide, Anna vuole cambiare tutto. Odia le coppie, la monogamia, i tradimenti, la gelosia. Giura che non ci cascherà più. Ma non sa bene con cosa sostituire il modello sentimentale dentro il quale è cresciuta. L’amore potrebbe non riguardare due persone ma una piccola comunità, in cui si è liberi di entrare e uscire senza scacciare gli altri? E questo basterebbe a far sparire il dolore delle separazioni? Un raffinato romanzo in tre atti, sensuale e divertito, che racconta il cammino di una donna alla ricerca di una nuova felicità. La solitudine di Anna è una casa sempre aperta e piuttosto affollata. C’è la coinquilina Micol, vent’anni più giovane di lei, irresistibile, votata all’artificio, dotata di un’intelligenza da volpe e di una fiducia entusiasta nella monogamia. E poi gli amanti e le amanti, gli indispensabili amici, una specie di foresta che resiste a tutte le tempeste. Ma soprattutto i cani: la sua adorata Mina, sdegnosa e vibrante, sette cuccioli rosa, i cani incontrati per strada e nei parchi, e un certo Frodo, dallo sguardo troppo umano, che un giorno d’inverno si lancia da una terrazza. È un prodigio? Un messaggio? Forse è solo il modo in cui un tempo nuovo si manifesta. Un tempo sfocato nel quale regna l’irrazionale, e le regole del desiderio, che hanno sempre salvato Anna dalla tristezza, non valgono più. Proprio quando gli eventi del mondo impongono l’isolamento, a cinquant’anni Anna si trasforma. E si inoltra in questa sua nuova condizione, passeggiando con Mina nella città semideserta, schivando gli agguati della nostalgia, salutando chi ci lascia e aspettando chi torna sempre. Perché anche quando la vita sembra secca e immobile, è ancora possibile che qualcosa, qualcuno, accada. Con “La gioia di ieri”, Elena Stancanelli dà voce a una donna irriverente, autoironica, che si sforza di accogliere tutto quello che c’è. E racconta dell’età adulta una versione affettuosa e strampalata.
18,00 17,10

Raccontami tutto

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 288
A Crosby è tempo di tornare a incontrarsi e a raccontarsi storie, storie dal passato, storie in filigrana, storie mai rivelate, storie buffe e struggenti, storie dell’amore che avrebbe potuto essere e non è stato, perfino inquietanti storie gialle. A raccontarle, finalmente unite sullo stesso palcoscenico, le due inimitabili capostipiti dell’universo narrativo di Elizabeth Strout, Lucy Barton e Olive Kitteridge. La rispettiva iniziale diffidenza delle due donne tanto diverse è superata in nome della loro comune passione: quella per l’inesauribile mistero di tutte le «vite ignorate», che solo in apparenza passano su questo pianeta senza lasciare traccia. A New York Lucy Barton non ha più fatto ritorno. La casetta sul mare che il suo ex marito William aveva affittato per loro durante la pandemia di Covid-19 è diventata la loro dimora permanente. Antichi affetti e nuove frequentazioni hanno permesso a Lucy Barton di non impazzire. Quella col vecchio amico di famiglia Bob Burgess, prima di tutto. Le loro passeggiate quotidiane, confidandosi piccoli segreti e affidandosi innocue debolezze, sono diventate un appuntamento corroborante e irrinunciabile. È stato Bob a parlarle della vecchia signora che vive nella residenza per anziani del paese. Ha più di novant’anni, è un po’ scorbutica e si chiama Olive Kitteridge. Lucy la va a trovare e, nonostante la diffidenza iniziale, Olive le racconta la storia di sua madre. Quel racconto ne chiama altri, di Olive a Lucy, di Lucy a Olive, dando il via a una consuetudine del narrare che si rinnova a ogni incontro, come in una versione moderna e deliziosamente spigolosa delle “Mille e una notte”. Frattanto Bob viene richiamato al suo antico mestiere di avvocato da un caso di cronaca avvenuto in città: il ritrovamento del corpo di una signora anziana scomparsa mesi prima. Il principale indiziato è un uomo del posto, Matthew Beach, suo figlio, e, su richiesta della sorella di Matt, Diana, Bob accetta di prenderne le difese. Mentre le indagini procedono, è a Lucy che Bob affida il suo dolore quando viene a sapere della tragedia che ha colpito l’amato fratello Jim, è a Bob che Lucy affida il proprio quando le figlie Chrissy e Becka per la prima volta non la invitano per Natale. Tornando indietro con la memoria, il lettore avveduto scopre strada facendo che, anche in questo caso, c’era una storia dentro la storia. E poi c’è lo sconosciuto brevemente amato in treno; c’è il professor Muddy e il suo lutto inconsolabile; c’è la prima moglie di Bob, Pam, con la sua dipendenza; c’è la gioventù sfiorita di Addie Beal e quella mai sopita della vecchia zia Pauline. Un carosello di storie che, pagina dopo pagina, si affastellano una sull’altra, alimentate dal desiderio di dar conto delle tante «vite ignorate» che scorrono apparentemente senza lasciare traccia, e di sondare così il mistero che tutti quanti siamo.
19,50 18,53

L'immensa distrazione

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 288
«Ettore Manfredini, nonostante fosse appena morto, la mattina del 21 febbraio 2017 ebbe la netta sensazione di svegliarsi». Inizia così il nuovo libro di Marcello Fois, che torna al grande romanzo familiare, questa volta in un’Emilia mitica e concretissima, fatta di campi, allevamenti, industrie, infinite pianure. Per un istante lungo quasi trecento pagine, Ettore ripercorre i momenti decisivi, le grandi gioie e i grandi dolori della sua stirpe. E finalmente vede tutti come sono stati davvero. I Manfredini hanno trasformato un semplice mattatoio in un impero, con l’accanimento di chi conosce la miseria e l’astuzia di chi ha capito come uscirne. Ma ogni cosa che li riguarda, il loro inesausto gioco di sentimenti, alleanze, silenzi e potere, si fonda su un inganno. Sono questo, i Manfredini: spietati, umanissimi. Venite a conoscerli. È un’alba uguale a tutte le altre, soltanto un po’ più lunga, quella in cui Ettore Manfredini si sveglia appena morto nella casa accanto al macello che è stato il centro della sua vita e di cui conosce ogni lamento, ogni cigolio. Nato troppo povero per permettersi un’istruzione regolare, impiegato da ragazzo nel mattatoio kosher di cui si impadronirà dopo le leggi razziali, Ettore è un uomo destinato al successo: diventerà uno dei più grandi imprenditori dell’Emilia in bilico tra grande industria e tradizioni contadine. E in quest’alba livida del 21 febbraio 2017, arrivato alla resa dei conti, Ettore capisce di dover percorrere fino in fondo il corridoio dei suoi ricordi. Parte da qui la vorticosa storia della famiglia Manfredini. Che è in primo luogo la storia di Ettore, ma anche di sua madre Elda, sulla cui spregiudicata opacità si fonda tutta la loro fortuna, e di sua moglie Marida, salvata dalla deportazione ma a carissimo prezzo, e di Carlo, il primogenito, figlio mai del tutto capito, e di Enrica, la vera mente dietro la crescita dell’Azienda, e di Elio, il nipotino amatissimo, e di Ester che rimane invischiata nella lotta armata, di Edvige, di Lucia... Il nuovo romanzo di Marcello Fois è una straordinaria macchina della memoria, in cui il grande disegno della Storia si mescola a piccoli dettagli fondamentali: il sapore di una ciambella mangiata ottant’anni prima, la serranda perennemente guasta nella casa di famiglia, due vecchie poltrone su cui si sono decisi i destini di tutti loro. E poi la foto di due gemelli ad Auschwitz trovata per caso in un’enciclopedia. Dipingendo l’affresco di una dinastia del Novecento fondata sulla carne e sulla menzogna, Marcello Fois ci regala un romanzo semplicemente maestoso. Perché vivere, forse, non è nient’altro che un’immensa distrazione dal morire.
19,50 18,53

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