Edizioni ETS: Incipit. Piccola biblioteca di narrativa

Dalmatica è il romanzo della solitudine dell'uomo, della meditazione, della distanza dall'idea sempre negativa della collettività. Come dice Carmelo Bene, si può morire di massa, si può agonizzare per asfissia da moltitudini. Il protagonista è, di fatto, un uomo in rivolta nella condizione iniziale, quando si trova in conflitto con la geometria del potere del suo tempo, continua ad essere ai limiti della società quando viene assorbito nella voragine del pozzo del profondo che lo colloca come una pedina-maratoneta nel vivo degli anni Sessanta del secolo scorso, è di nuovo in fuga nella conclusione. Insomma un racconto con sorprese che zampillano dalla cultura spontanea, dalla tachiloquia ebefrenica dell'autore e dalla sua curiosità per se stesso.

È il 2039 a New York. Marco Antonio Aschler, ricco uomo d'affari italo-brasiliano, accompagna i due nipoti alla prima di un circo italiano di cui suo padre Gianni era stato il domatore dei leoni. In un delirio di ricordi, Marco Antonio rivive, nello spazio temporale dello spettacolo, le drammatiche vicissitudini della propria esistenza. Un romanzo che, toccando i temi della magia nera, della violenza nell'ambito familiare e dell'adozione, sfocia, come un fiume in piena, nella ricerca, da parte del protagonista, dei genitori naturali con un finale del tutto inaspettato.

Questo libro è un viaggio. Un viaggio che supera tempo e luoghi per tornare a sé, mutato da conoscenze narrate che non sono altro che la vita della protagonista. Il lettore diventa durante il viaggio parte di quei luoghi, resta al finestrino del treno a guardare i pericoli, i territori, i mai e i per sempre. Tensione, spirito e occasioni sono elementi del paesaggio e lo delineano attraverso la cronologia privata del ricordo. Con leggerezza l'autrice ci accompagna in Svizzera, luogo geografico del distacco, o in Grecia, che diventa l'unica Grecia possibile, meta di un animo "abbastanza antico". Napoli resta ferma, ancorata all'origine. Il viaggio può solo continuare.

Andrea trascorre la sua giovinezza tra borgo San Niccolò e borgo San Frediano, i giochi sul greto dell'Arno, i racconti della nonna Emilia, i primi innamoramenti, in una Firenze che in pochi anni ha cambiato volto, ha distrutto antiche mura, piazze, strade per diventare la capitale d'Italia. Poi la morte del padre, la bottega di falegname in borgo Santa Croce, gli amici, Riccardo pittore, Francesco meccanico e Giulia, la ragazza della sua vita. Segue con trepidazione le vicende della Comune di Parigi, partecipa alla rivoluzione, si sottrae agli arresti rifugiandosi in Garfagnana. Una delicata avventura privata ambientata in una città ricostruita con straordinaria efficacia: la Firenze degli anni 1870-75.