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Sellerio Editore Palermo

Tutti i libri editi da Sellerio Editore Palermo

L'eterno rivale

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2023
pagine: 304
"L'eterno rivale" è uno dei tre romanzi di Jane Gardam che compongono uno straordinario ciclo letterario. I protagonisti sono accomunati soprattutto dal fatto di essere «orfani dell'Impero Britannico», nati in paesi asiatici dall'ultima generazione dei funzionari coloniali. Un gruppo di (ciascuno a modo proprio) «sbandati», eccentrici: ricchi, privilegiati, segnati da qualcosa di profondo e oscuro, legati a doppio filo dalla competizione e dal disprezzo reciproco. Ogni volume è autonomo e non vi è una sequenza cronologica: la stessa vita collettiva è raccontata ogni volta partendo da un punto di vista diverso, e focalizzando non una ripetizione della stessa vicenda ma una vicenda nuova, la quale diventa la chiave per leggere nuovamente gli stessi personaggi. Al centro del gruppo c'è il ricco e affermato legale Sir Edward Feathers, il comune «amico» che collega tutti, soprannominato Old Filth («Vecchia Schifezza»), dalle iniziali di Failed In London Try Hong Kong. In questo romanzo, per la prima volta tradotto in italiano, sotto i riflettori c'è Sir Terence Veneering, Terry, l'eterno rivale, anch'egli avvocato di fama. Per entrambi, e per ragioni diverse, la loro «patria non era mai stata l'Inghilterra». Tra di loro sessant'anni di competizione, «un'ostilità inesplicabile. Un intruglio da streghe. O una semplice avversione reciproca». Alla fine dei loro giorni per «una burla degli oziosi dèi dell'Olimpo» si sono trovati a vivere in lussuose dimore a poca distanza, nel ritiro dorato del Dorset. Ma una burla più feroce c'è stata sempre sotto il loro rapporto, riguardante la moglie di Filth, la magnifica Betty. Adesso che sono morti la storia è ricordata da due coetanei, la svanita Dulcie, «gran dame del villaggio», e il sempre snobbato avvocato Fiscal-Smith. I due «ultimi amici» consegnano inaspettati segreti, mentre trascinano anche loro gli ultimi passi e gli estremi ricordi personali. Una scrittura distaccata e dotata di un umorismo basato sulla distanza tra le intenzioni e la realtà consente all'autrice di esprimere il modo di vivere accanito e disarmato dei suoi personaggi e la situazione storica che hanno vissuto e che rende ancora oggi la Gran Bretagna un paese unico al mondo.
15,00 14,25

La paura di Montalbano

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2023
pagine: 336
Camilleri è un maestro del racconto. Si presta sia alla misura minima della novella che a quella del romanzo breve. E, nella raccolta La paura di Montalbano (uscita in prima edizione, per Mondadori, nel 2002), alterna «ritmi» brevi e «ritmi» lunghi. Concerta il tutto nella forma compattamente ritmica di un libro di grande felicità narrativa e di sicuro diletto. Fa da preludio Giorno di febbre. Vi abita un Montalbano febbricitante, impegnato nella vana ricerca di un termometro. È quasi una comica. Eppure il commissario, che assiste a uno scippo e al ferimento di una bambina, ha modo di fiutare, nel segreto di un barbone che si prodiga a dare soccorso, l'inabissamento di un giallo. La ricerca investigativa irrompe nel romanzo breve Ferito a morte. Montalbano si incarica di dare di sé un ritratto a contrasto, un attestato di esistenza in vita in qualità di personaggio nel ruolo di sbirro: lui «è» in quanto esistono i delinquenti. Un colpo di pistola ha ucciso, nudo nel suo letto, uno spurcissimo strozzino, che tiene in casa come serva una nipote diciottenne e ha come esattore un pregiudicato. Entra in scena un altro morto ammazzato. Si tratta del fattorino Dindò, personaggio di lunare innocenza. Per risolvere il caso, Montalbano si atteggia a regista cinematografico. Prova e riprova sul set le ricostruzioni possibili. Si insinua veloce, nella trama del libro, Un cappello pieno di pioggia. Ed è un imprevedibile cappello, quello del titolo, che consente allo sbigottito Montalbano, in trasferta a Roma, di favorire la cattura di uno spacciatore. Il quarto segreto vede in azione un Montalbano inedito che segretamente collabora con i carabinieri; e, senza la sua squadra, ma con l'aiuto esclusivo di un Catarella «affelicitato», porta a termine l'indagine sulla morte di un misterioso muratore e sulle attività di un costruttore mafioso. Segue, con La paura di Montalbano, l'ultimo «movimento» corto. Nella luminosità gelida di una passeggiata in montagna, accade a Montalbano di salvare una donna sospesa su uno «sbalanco». E di rispondere mentalmente alla provocazione di Livia, che lo accusa di non spingersi oltre le «prove» nelle sue investigazioni, proibendosi di scendere negli «abissi dell'animo». Montalbano confessa di avere «scanto». Sapeva che, «raggiunto il fondo di uno qualsiasi di questi strapiombi, ci avrebbe immancabilmente trovato uno specchio». Conclude il libro Meglio lo scuro. Dapprima Montalbano è riluttante. Non vuole affrontare il caso. Gli sembra di dover entrare in un romanzo d'appendice da smorfiare in romanzo poliziesco. C'è una confessione in punto di morte: un veleno che non è veleno; un omicidio che non è omicidio. La storia è datata 1950. Le persone implicate sono già morte, o prossime a morire. Alla fine il commissario non si sottrae. Purtroppo la verità che scopre è diventata superflua. Anzi, la sua «luce» può risultare inutilmente ustionante.
15,00 14,25

Alfabeto dei piccoli armeni

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2023
pagine: 200
In trentasei racconti, tanti quante le lettere dell'alfabeto armeno, le tramandate testimonianze e le storie di bambini e bambine che sono sopravvissuti al genocidio armeno per mano ottomana, tra il 1915 e il 1923. Il toccante libro di Sonya Orfalian, apolide, rifugiata e figlia della diaspora, è destinato a diventare un classico, per il suo coraggio, per la sfrontata volontà di mostrare tutto, anche un universo di oltraggio e prevaricazione che dovrebbe appartenere solo al mondo della fantasia più nera e sfrenata. «Negli anni della mia infanzia sentivo che c'era un segreto, nella mia famiglia. Qualcosa che non poteva essere detto». Era il segreto celato in ciascuna delle famiglie dei sopravvissuti al genocidio degli armeni, compiuto nei territori dell'Impero ottomano tra il 1915 e il 1922. Le storie dei piccoli scampati allo sterminio: ciò che avevano subito, ciò a cui avevano assistito, come erano sopravvissuti, chi furono gli aguzzini, chi li aiutò a salvarsi, quale capriccio del caso li sottrasse alla morte. Nelle case dei discendenti, a causa del logorio del tempo e della diaspora, echeggiava solo un'eco lontana di tali racconti. E queste voci di ultima testimonianza, «ricordi, frammenti, sussurri» di bimbi e ragazzini indifesi, l'autrice ha raccolto nel corso del tempo da famigliari e conoscenti per tratteggiare nel modo più autentico il disegno di una tragedia collettiva. Quello che più risalta è che si tratta di bambini in marcia, che guardano e subiscono indicibili sofferenze lungo un cammino interminabile, perché lo specifico di quel massacro fu che esso si compì soprattutto attraverso terribili «marce della morte» (lezione utile, come dicono gli storici, per i successivi sterminatori del Novecento). E sono i figli di ogni classe sociale e ogni mestiere: dai professionisti delle città, dagli intellettuali cosmopoliti, ai poveri contadini delle campagne d'Anatolia. Dalle loro flebili voci, emergono anche i caratteri: gli audaci, gli avviliti, i vinti, gli speranzosi.
14,00 13,30

Guttuso

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2023
Il primo libro di John Berger, mai pubblicato in inglese, considerato perduto dal suo stesso autore e sorprendentemente riemerso nel 2022. Un'analisi lucida e appassionata dell'opera di Guttuso, «il più importante pittore dell'Europa occidentale», e, insieme, un saggio folgorante sull'Italia e sulla Sicilia, sullo spazio, la luce, i colori, scritto da uno dei più grandi intellettuali del Novecento. John Berger «guardava i dipinti come se fossero persone» (Bernard Berenson). Berger «entra letteralmente dentro l'opera - scrive la curatrice del volume Maria Nadotti - e cerca di immaginarsi che cosa l'abbia resa possibile, quali ostacoli abbia dovuto superare il suo autore per realizzarla». A lui si deve l'ingresso di Guttuso nella scena inglese degli anni cinquanta, come sottolinea Marco Carapezza nella Nota finale, considerando il suo approccio anticipatore di quello dei cultural studies. In questo libro - finora pubblicato solo nella Germania Est (1957) e in URSS (1962) - il cui perduto originale è stato fortuitamente ritrovato di recente, Berger analizza alcuni quadri del grande pittore, profilandone con passione la figura culturale e il ruolo sociale: un realista in cui confluiscono la lezione delle avanguardie e una nitida visione politica.
14,00 13,30

Così in terra

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2023
pagine: 424
Davidù è cresciuto a Palermo in una famiglia di pugili, accudito dalla madre e dai nonni paterni, allevato e allenato dallo zio Umbertino, un uomo irruente, eccessivo ma di una umanità profondissima. Per il nipote vuole il titolo che lui stesso ha sfiorato e il padre di Davidù non ha raggiunto perché morto troppo presto. In questo romanzo di formazione, crescita e caduta, il pugilato è metafora della vita e i pugni, dati e ricevuti, fanno sempre male e scrivono cinquant'anni di storia: dalla guerra in Africa combattuta da nonno Rosario alle bombe che sventrano la città durante la seconda guerra mondiale, fino a quelle delle stragi mafiose del '92 che ne cambiano il volto per sempre. Come se a Palermo, sporca feroce bellissima, il tempo fosse immobile e le sirene - della polizia o degli attacchi aerei - l'unica colonna sonora possibile. Dentro la Storia scivolano le storie dei tanti che formano il mondo affettivo di Davidù: il gigantesco Umbertino e la sua spalla il Maestro Franco, giovani spavaldi e orgogliosi degli anni Cinquanta; la nonna Provvidenza, portatrice di un senso civico fatto di saggezza antica; il taciturno nonno Rosario e il suo segreto risalente alla prigionia africana. E poi i coetanei che formano l'esperienza e la crescita: Nina, l'amore infinito; Gerruso il goffo, l'amicizia; i tanti ragazzi di strada e i loro codici brutali. Fino alla scena dell'ultimo incontro di boxe, che chiude il quadro di una città e di una formazione. Così in terra, pubblicato per la prima volta nel 2012, è un racconto epico e corale, dalla costruzione complessa e insieme leggera come la danza del pugile sul ring, capace di muovere al sorriso così come al pianto, alternando comico e tragico, crudo realismo e tenerezza, in una scrittura di vetro, dolce, tagliente e carnale.
16,00 15,20

Il saluto sbagliato

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2023
pagine: 128
Un giovane scrittore aspira a entrare nel mondo editoriale e intellettuale di Berlino. Erck Dessauer è nato e cresciuto nella Germania dell'Est prima della caduta del muro, e porta sempre con sé un carico di sentimenti contrastanti, di pulsioni irrisolte. Verso la famiglia e le scelte dei genitori, verso la cultura in cui si è formato, che separa «noi» da «loro», i comunisti contro i capitalisti, i colpevoli contro gli innocenti, gli aguzzini contro le vittime, in fondo sempre i buoni tedeschi contro i cattivi tedeschi, del passato, del presente, del futuro. Forse anche per questo è ossessionato da un celebre scrittore ebreo, Hans Ulrich Barsilay, autore di un bestseller autobiografico, La mia gente, che ruota attorno alla visita ad Auschwitz che ha cambiato la sua vita. Al suo arrivo a Berlino, quando era solo un ingenuo studente, Erck si era confrontato con Barsilay in un incontro distruttivo. «Che cosa può scrivere che non sia ancora stato pensato e scritto?», gli aveva chiesto l'autore famoso, accendendo nel giovane un'ossessione bruciante che condurrà entrambi in un vortice di sospetti, accuse, perfidie e vendette. Anni dopo Erck ha firmato un contratto con una casa editrice importante, per una biografia alla Limonov sulla figura di Naftalij Frenkel, l'ambiguo e «geniale inventore dell'economia schiavistica del Gulag», una figura realmente esistita. Una sera in un bar, quando si trova di nuovo di fronte all'autore che da tempo lo ossessiona, Erck è in preda a un'inquietudine di insicurezza e risentimento. Farà un gesto inconsulto, proprio quello, il braccio dritto, la mano aperta e tesa verso l'alto… Una incalzante narrazione sapientemente costruita si muove su diversi piani temporali, tra ricordi di famiglia e amicizie giovanili, frustrazioni e sogni di gloria, fino al presente in cui il narratore, quanto mai inaffidabile, rivela retrospettivamente l'intera vicenda smascherando le macchinazioni e i segreti che conducono a una vendetta crudele. Intorno a tutto questo Maxim Biller scrive un romanzo con una forte presa sulla realtà attuale e uno sguardo pungente sulle polemiche del politicamente corretto e sull'abuso retorico dei traumi del passato.
15,00 14,25

Un matrimonio epistolare. Corrispondenza tra Giuseppe Tomasi di Lampedusa e Alessandra Wolff von Stomersee

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2023
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore del Gattopardo, e Alessandra Wolff von Stomersee, baronessa baltica e psicoanalista che contribuì a introdurre Freud in Italia, si sposarono nel 1932, trentottenne lei, di due anni di meno lui: si erano conosciuti grazie a complicati incroci di famiglia, frequenti tra gli aristocratici del tempo. Per una lunga fase della vita si spedirono lettere con molte notizie su come trascorrevano le giornate, su parenti, amici, pranzi e cani e, soprattutto, sulle reciproche letture. Rari i sentimenti. Scritte tra il 1932 e il 1943, quando, a causa delle vicende belliche, il loro matrimonio finì per assumere un «assetto più tradizionale», queste circa duecento lettere costituiscono una testimonianza estremamente significativa. Fino ad allora il loro era stato, infatti, quello che si potrebbe definire un «matrimonio epistolare»: basato su di una forte consonanza intellettuale ma di cui lo stare lontani per lunghi periodi costituiva «un elemento strutturale». Erano, i coniugi Lampedusa, fatalmente vincolati ai luoghi, alle case, ai miti fondanti della propria origine, tanto che lo scambio epistolare, il parlarsi rimanendo ognuno nel suo mondo, era divenuto, negli anni, uno dei codici primari della loro comunicazione. Giuseppe amava perdutamente la grande casa di Palermo: la casa dove era nato e si aspettava di morire. Licy (così veniva chiamata in famiglia Alessandra) non poteva, invece, restare separata a lungo dal castello avito di Stomersee in Lettonia e dalla «gente del Baltico», la «sua» gente. Sarà la guerra a scompigliare definitivamente assetti fino ad allora ritenuti immutabili: Palazzo Lampedusa viene bombardato e distrutto nel 1943, il castello di Stomersee confiscato tra l'avanzata dei tedeschi e la controffensiva sovietica. Nel commento che conclude il volume, Giorgio Manganelli caratterizza così i due personaggi: lei, «regina boreale che ha per reggia un castello tedesco in terra di Lettonia»; lui, «custode della propria infanzia»; e sottolinea quanta energia promani da lei e quanto più languido, infantile ed emotivo appaia lui. Caterina Cardona sulle lettere, attraverso le lettere e oltre le lettere di Giuseppe e Licy conduce la sua sottile indagine svelando «un gioco della psiche, una astuzia della intelligenza e degli affetti» (Manganelli) che cattura l'interesse del lettore conducendolo alla ricerca della chiave profonda di un matrimonio e alla genesi imprevista di un capolavoro: Il Gattopardo.
14,00 13,30

Brick for stone

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2023
pagine: 352
È l'anno fatidico 2001. A New York, Harvey Sonnenfeld, agente CIA messo un po' in disparte ma carico di esperienza, ha un'intuizione, una di quelle convinzioni tenaci che non si sa da dove vengano ma che possono essere più radicate di un ragionamento articolato: ci sarà un attentato. «New York conta un bel po' di milioni di abitanti, e nessuno può sapere esattamente quanti stanno preparando un attentato. Loro sono qui e io prima o poi li annuserò». Ingaggia allo scopo un gruppo di persone tanto assurdo quanto efficace. Bobby Fischer, l'unico americano della storia campione mondiale di scacchi, paranoico, ma capace di anticipare un migliaio di mosse; l'immigrato russo Kozlov, un ubriacone, proveniente dall'Afghanistan, ingegnere esperto di ogni tipo di attentato; il professor Koselleck, cacciato dall'università a causa di una condanna per stalkeraggio contro la moglie, il massimo studioso del pianeta di graffiti offensivi e scritte oscene. Intanto un'ombra si aggira, un altro gruppo affaccendato a tessere una rete di contatti; per loro non è il 2001 ma l'anno 1421 dall'Egira. L'improbabile squadra di Harvey Sonnenfeld da un labile indizio scovato in metropolitana e una conversazione captata per caso, dà l'avvio a una corsa contro un tempo immaginario, in cui si profilano minuziosamente terroristi costruiti sull'equivoco. Siamo arrivati a settembre. La fine è nota. Ma il racconto è pieno di tensione e di sorprese, e pervaso dall'ironia di chi, come Alessandro Barbero, sa guardare alla storia con disincanto. E il desiderio di complotti produce le sue conseguenze, mentre la realtà va pericolosamente, indisturbata, per conto suo.
16,00 15,20

Educare controvento. Storie di maestre e maestri ribelli

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2023
pagine: 256
«Perché le differenze non si trasformino in discriminazione è necessario educare controvento, mettere in atto una ribellione nonviolenta. Educare alla libertà è un artigianato difficile, che ha bisogno di ispirarsi a chi ha saputo incarnare una rivolta tenace e quotidiana, in grado di costruire strumenti culturali capaci di accrescere le possibilità di scelta di tutte e tutti. Ma per educare controvento è necessario moltiplicare le domande e seminare inquietudine». Franco Lorenzoni è stato per quarant'anni maestro elementare e, insieme, ricercatore e formatore in un laboratorio pedagogico d'avanguardia. È autore di due libri ormai di culto in cui si dipinge l'avventura di una scuola capace di dare piena voce a chi apprende. In questo terzo libro illustra la pedagogia dell'educare controvento. Vale a dire una scuola «incubatrice di vocazioni», come voleva Calamandrei, il cui fine è «il pieno sviluppo della persona umana» e il mezzo una ricerca continua delle proprie capacità per cercare di contrastare ogni esclusione sociale. Il maestro Lorenzoni prosegue con il suo stile anti manualistico e non dottrinario, partendo dalla memoria di molteplici esperienze e rivivendo incontri e lezioni indimenticabili. La pratica e la teoria. La pratica è nei capitoli dispari, che narrano ciò che nasce dal continuo dialogo con bambine e bambini e da laboratori che rovesciano il mondo per cercare di comprenderlo nei suoi aspetti fondamentali: il corpo, lo spazio, il tempo, la convivenza, il parlare, il contare, la natura e la spiegazione scientifica della realtà. La teoria è nei capitoli pari, ed emerge dagli incontri che lo hanno formato con maestre e maestri capaci di aprire prospettive nuove e inattese. Calamandrei che osserva il figlio crescere, Carla Melazzini e i maestri di strada, l'approccio psicoanalitico capace di ascolto di Alessandra Ginzburg, la matematica come liberazione del pensiero di Emma Castelnuovo, le innovazioni radicali di Mario Lodi e don Milani, l'opposizione a ogni esclusione etnica di Alexander Langer, l'utopia necessaria di Nora Giacobini, fino ad arrivare alle esperienze contemporanee di Malala Yousafzai e di Greta Thunberg. Sono tante le presenze che compongono questo affresco di una pedagogia necessaria.
16,00 15,20

La ragazza con il compasso d'oro. La straordinaria vita della scienziata Émilie du Châtelet

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2023
pagine: 272
Émilie du Châtelet (1706-1749) fu una delle personalità più straordinarie del suo tempo. Scrittrice, traduttrice, donna colta e curiosa, si intendeva di filosofia, fu memorabile soprattutto per la storia della scienza: matematica di genio riconosciuto e scienziata sperimentale, con le sue pubblicazioni e traduzioni aiutò a diffondere in Europa il «newtonianismo». Figlia di un barone funzionario di corte e moglie di un marchese appartenente all'alta aristocrazia, univa in sé le più preziose caratteristiche delle classi fortunate della sua epoca: femme savante in anni in cui la diffusione dei saperi apriva alle donne accademie e biblioteche, sempre in movimento tra la Parigi frenetica, i suoi castelli e altri tranquilli ritiri, benevola e amichevole nei salotti mondani, frivola quando ciò la ispirava. Nel 1733 l'incontro con Voltaire, da cui nacque un legame sentimentale e soprattutto intellettuale. «C'è una dama a Parigi che si chiama Émilie e che per creatività e capacità di ragionamento supera di gran lunga coloro che si vantano e dell'una e dell'altra. Ella comprende Locke assai meglio di me», scrisse il filosofo nella sua Corrispondenza. Mme du Châtelet divenne infatti sua protettrice e benefattrice nel celebre ritiro di Cirey, interlocutrice autorevole nei dibattiti, talvolta guida scientifica per quel filosofo non segnatamente versato in queste discipline. Questa biografia vivace e documentata entra in tutti gli angoli di una vita di scienza e di passione, abbandonando la storia della donna «addomesticata», musa-amante. E mentre accompagna il lettore nella società aristocratica della prima metà del XVIII secolo, offre il ritratto di una donna che anticipa i temi dell'emancipazione femminile, rivendicando il diritto all'uguaglianza e a una educazione libera da pregiudizi.
20,00 19,00

La ragazza di Marsiglia

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2023
pagine: 400
La storia straordinaria di un'oscurata protagonista del Risorgimento, l'unica donna che s'imbarcò alla volta della Sicilia tra i Mille garibaldini. Di Rosalia Montmasson si trova solo un ritratto nell'Album fotografico dei partecipanti all'impresa e pochissime altre tracce nelle carte dell'epoca. Ma Rose fu per vent'anni moglie di Francesco Crispi, al suo fianco, senza timori e riserve, cospiratrice e patriota al servizio della causa mazziniana e da Mazzini stesso molto stimata. Dopo l'Unità e la svolta monarchica di Crispi si accentuarono i contrasti tra i due. La ragazza incontrata a Marsiglia diventò solo un ostacolo per lui che, da potente ministro, riuscì a farsi annullare il matrimonio. Da quel momento, Rosalia Montmasson fu fatta sparire dalla vita di Crispi e dalla memoria collettiva; a lei Maria Attanasio restituisce voce e identità, ripercorrendo i luoghi, scavando tra cronache e documenti, appassionandosi alla vita di questa donna dal temperamento straordinario, ribelle a ogni condizionamento e sudditanza. E ce la racconta in un romanzo sulla libertà di pensiero, che è quasi una storia al femminile sul processo unitario italiano.
10,00 9,50

Cinque blues per la banda Monterossi

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2023
pagine: 272
Carlo Monterossi, il protagonista di questi racconti e dei romanzi di Alessandro Robecchi, è una figura di detective del tutto atipica. Suo punto di partenza è sempre stato «guardare nelle vite degli altri». Pubblicare a dieci anni dall'esordio in un unico volume i racconti sparsi, già comparsi nelle diverse antologie gialle di Sellerio, serve - spiega Robecchi nel testo che li introduce - «a fare il punto sull'evoluzione dei personaggi», a comprenderli a tutto tondo. E infatti si va da un Monterossi quasi naïf del primo racconto, che si fa aiutare da un professionista misterioso come Oscar Falcone, fino a un'agenzia investigativa dell'ultimo, aperta in società con Agatina Cirrielli, ex poliziotta risoluta e sbrigativa già incontrata negli ultimi romanzi della serie. Ma lui, lungo tutto questo arco di tempo, è sempre più riluttante, quasi preda delle diverse storie: una truffa a suo danno e la contro beffa, il rapimento di un chihuahua che chissà cosa nasconde, l'etica di due killer, cartoline di significato misterioso su un interno di famiglia miliardaria, la ricerca affannosa del più sfortunato degli eredi di una fortuna industriale. Perché la cifra di Monterossi è il dubbio: dubita del comodo lavoro di produttore di programmi televisivi di grande successo commerciale, che lui giudica spazzatura, ma dubita anche della sincerità del suo disprezzo per il mondo da cui succhia tanto denaro. Così affronta la sua scettica parte sia tra le belle donne il cui fascino è cesellato da generazioni di privilegi, sia nei bilocali con soggiorno-cucina di chi sa sulla propria pelle che «il merito è sempre il merito dei già meritati». E tutto questo, senza rinunciare al whisky più costoso, all'automobile più silenziosa, all'appartamento più elegante, nutrendo una preferenza per chi riesce a vivere da sfigato. O forse è invidia. Alessandro Robecchi racconta una Milano nera ma «fatta della stessa sostanza di cui sono fatti i soldi», in modo un po' cinico e sarcastico, ma soprattutto pietoso.
15,00 14,25

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