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Einaudi

Tutti i libri editi da Einaudi

Montesquieu. Il coraggio della moderazione

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 272
Da molto tempo esaurito, "Montesquieu" non è solo il primo libro che Jean Starobinski pubblicò a trent'anni nel 1953. È un saggio che il grande studioso giudicava fondamentale, al punto da redigerne una versione ampliata e trasformata quarant'anni dopo. Se Montesquieu ha accompagnato Starobinski lungo l'arco di tutta la sua vita, è perché fu un pensatore sempre di nuovo attualizzato dalla storia; fu l'uomo della moderazione, un atteggiamento che rende possibile la massima apertura sul mondo e il massimo grado di coinvolgimento nel mondo. Come mostra Martin Rueff nell'ampio saggio introduttivo alla presente edizione, ascoltare l'appello alla moderazione di Montesquieu nel 1953 significava sforzarsi di cercare la voce della ragione nel momento in cui il mondo cominciava a fare faticosamente i conti con il caos e gli stermini della Seconda guerra mondiale proprio mentre stava entrando nell'epoca della Guerra fredda e delle guerre di indipendenza. Nel 1994, quando il muro di Berlino era appena caduto e gli equilibri geopolitici si stavano radicalmente trasformando, quel richiamo assumeva un significato totalmente diverso. Leggere questo libro oggi inaugura prospettive ancora nuove: per Jean Starobinski, «l'idea di moderazione in Montesquieu implica uno stato perpetuamente vigile». Attraverso l'appassionato ritratto di un uomo di biblioteca e infaticabile lettore, pensatore e viticultore, innamorato delle sue terre e viaggiatore, scrittore di «intermittente rapidità», Starobinski mette a fuoco un nucleo fondamentale del pensiero dell'Illuminismo, fatto di ragione e libertà, riflessione e azione. Introduzione di Martin Rueff.
22,00 20,90

Parlare fra maschi. Stare insieme dentro & fuori gli stereotipi di genere

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 184
Radunarsi tra maschi intorno a un pallone o a un boccale di birra, così come condividere la sella di un motorino, la doccia di uno spogliatoio o la tenda di un campeggio, non ha necessariamente a che fare con il cameratismo, lo spirito di competizione e la goliardia. Può essere invece una questione di intimità, di confidenza, di fragilità e desideri condivisi. Di sorellanza maschile e amore fraterno. I maschi, quando stanno insieme, non chiacchierano, agiscono. Non perdono tempo a blaterare tra di loro – o peggio, su di loro. Sono un team, un battaglione, una squadra che, troppo facilmente, può trasformarsi in un branco. Tra i socializzati maschi i legami si stringono soprattutto rivaleggiando, o collaborando, in qualche attività che giustifichi il loro stare insieme. Come se il solo farsi compagnia, oppure volersi bene, fosse sospetto o comunque non sufficiente. Mitologia e stereotipi vorrebbero i fratelli violenti e i colleghi competitivi, le squadre dominate da un capitano e i rapporti a due gerarchici, goliardici, spicci. Per lanciare una sfida al patriarcato e mettere in discussione il modo unilaterale e privativo di vivere il maschile che ci viene presentato come un dato di natura, Giammei ci invita a esercitare quella che le femministe storiche chiamavano autocoscienza di genere. Potremmo, tra maschi, incontrarci senza avere nulla di particolare da «fare», senza un’attività, un obiettivo pratico, un gioco, a colmare il golfo che ci divide. Potremmo guardarci negli occhi, parlare e ascoltare cosa significa per noi l’esperienza della nostra identità. E pensarci come «sorelli», praticando una sorellanza maschile ispirata ai mille modi in cui – nella storia della cultura cosiddetta «alta» e nell’immediato presente di quella che diciamo «bassa» – i ragazzi e gli uomini si sono già affettuosamente fatti fratelli senza per forza ricorrere ai coltelli.
15,50 14,73

La sposa mistica. Corpi terreni, erotismo divino. Dal «Cantico dei cantici» a Paul Celan

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 544
Ripetuta nelle sinagoghe e nei chiostri, centellinata dagli esegeti, scandagliata dai cabbalisti, vagheggiata dai poeti, la tradizione della sposa mistica, così estesa, variegata, lussureggiante, non esisterebbe senza il “Cantico dei cantici”, che avvolge, nella sua energia, dimensione fisica e simbolismo cosmico. Ma la mistica erotica non si ferma certo al “Cantico dei cantici”: il tema dell’amplesso fra due coniugi distanti, diseguali, incompatibili, uno in cielo e uno in terra, si fa largo nelle antiche culture orientali, nella filosofia antica, medievale e rinascimentale, e attraversa via via epoche e culture diverse fino ai giorni nostri. Per la prima volta, grazie a Giulio Busi, abbiamo un’antologia di questo universo tematico che comprende testi ebraici, egizi, mesopotamici, gnostici greci e latini, mistici medievali. E non mancano i sufi, alcuni poeti indiani, e una scelta di brani dalle letterature europee otto e novecentesche, fino ai versi di Paul Celan e Cristina Campo. Il volume non segue un freddo ordine cronologico, ma cerca il calore dei corpi, dei gesti, dei desideri. La sposa mistica anticipa, di millenni, la moderna fluidità di genere. È femmina, è maschio, è femmina e maschio assieme, amante binaria e omoerotica, incerta su tutto tranne che sulla sua passione. I testi raccolti da Busi sfiorano il suo viso, il ventre, le gambe, i piedi. La mostrano quando è sdegnosa oppure ha paura. La descrivono mentre danza, ci dicono come bacia, il modo in cui si vela e quello che usa per togliersi il velo. Una fenomenologia della sposa mistica a partire dai testi che l’hanno cercata e hanno saputo raggiungerla, grazie all’inarrestabile onda di desiderio che coinvolge ogni grado dell’essere.
80,00 76,00

Gotico salentino

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 240
Che fare quando si eredita una casa infestata? Filomena, una «medium di provincia» che evoca fantasmi a sua insaputa, è pronta a scoperchiare il passato per capire chi è davvero. A patto di non prendersi troppo sul serio. Marina Pierri tiene per mano Shirley Jackson, e con coraggio la conduce nei territori cari a Tim Burton: solo così l’eleganza raffinata del romanzo d’appendice può prendere le forme e il ritmo di una serie tv. Una storia capace di attraversare e rovesciare i generi, popolata da spettri e da esseri molto umani. «Non devo più avere timore di me stessa, né di questo luogo che sono io. È la mia famiglia ed è la mia storia. Ho letto abbastanza racconti del terrore per sapere come funziona». Filomena Quarta – ex giornalista quarantenne, da poco orfana di padre – si ritrova all’improvviso in bolletta e con un’ingombrante eredità: la Dimora Quarta, un’enorme casa che appartiene da generazioni alla sua famiglia. Così, si vede costretta a lasciare Milano e la sua vita di prima per raggiungere Palude del Salento. L’idea è quella di rendere la casa – «perfettamente ammodernata, dieci camere da letto, a pochi chilometri dal Mar Ionio» – un sontuoso Bed&Breakfast. Questo, se solo la dimora non fosse parte del problema: è, da sempre, infestata. Del resto Filomena, quando era bambina, proprio tra quelle mura ha visto un fantasma. La “malumbra”, lo spettro rabbioso di una monaca oscura, è il motivo per cui Filomena a sei anni venne soprannominata dagli abitanti di Palude “la stria ca ite li muerti”, la bambina che vede i morti. E mentre i coetanei la emarginavano e gli adulti avanzavano improbabili richieste (colloqui con mariti defunti, tentativi di contatto con la cognata trapassata che sicuramente sa dov’è il plico del catasto, e persino la pretesa di avere i numeri buoni del Totocalcio), la famiglia Quarta ne approfittava per nascondere più a fondo le sue colpe. Ma oggi Filomena non è più una bimba sperduta, e non è più sola. Con lei ci sono le “fantasime” che suo malgrado è riuscita a evocare: Mary Shelley e Shirley Jackson, le regine del terrore, che si riveleranno indomite e fidate consigliere. In bilico tra la tradizione letteraria ottocentesca e l’andamento scatenato delle serie tv, Marina Pierri racconta di femminismo, legami famigliari, psicoterapia e patriarcato, sempre con intelligente leggerezza. Perché a volte basta poco per riappropriarsi di una libertà, di tutte le libertà, partendo dalla memoria e facendone un atto collettivo. Del resto, «c’è una cosa sola che desiderano le Ombre: essere viste».
17,50 16,63

Il nostro posto nel mondo. Desiderio di fuga e bisogno di stabilità

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 192
Ci sentiamo sempre più spaesati, incerti su ciò che siamo. Per superare lo smarrimento qualcuno sceglie di fuggire e qualcuno di arroccarsi. In questo libro una delle filosofe più popolari di Francia ci aiuta a capire perché imbocchiamo una direzione oppure l’altra. Cosa vuol dire lasciarsi alle spalle la propria classe sociale? Che cosa si prova a non accettare il proprio corpo o il ruolo assegnato al proprio genere sessuale? Se ci sentiamo emarginati, dobbiamo reagire tentando di abbattere le barriere che ci isolano dagli altri oppure rivendicando la nostra diversità? Sentirsi fuori posto, a disagio, è molto comune quando ci troviamo in un ambiente che non ci accoglie o quando ci sembra di soffocare nel mondo in cui viviamo. Prendendo spunto da pensatori e scrittori come Michel Foucault e Annie Ernaux, Claire Marin ci conduce con empatia e intelligenza in una ricerca piena di rivelazioni su quello che siamo, e diventiamo, giorno dopo giorno.
17,50 16,63

Quindici minuti sul ring. Anatomia di una lotta

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 416
Uno storico incontro di boxe, quando la boxe era a metà fra spettacolo e violenza pura; due uomini, un bianco e un nero, che combattono senza esclusione di colpi: quindici minuti in cui precipitano vite, terminazioni nervose, rapporti razziali e di classe. Un evento scandito attimo dopo attimo per arrivare al cuore del suo significato. Un microcosmo profondo capace di rivelare la storia e la società, lo sport, e la politica, il colonialismo, la sopraffazione e il margine di libertà che resta, malgrado tutto, a ogni essere umano. Da quale turbine di forze che ci agita emergono le azioni che compiamo? Sono scritte nei nostri neuroni oppure è il mondo a dettarcele? Si tratta di una domanda vertiginosa, a cui sembra impossibile rispondere senza il rischio di rimanere intrappolati in qualche forma di determinismo. Per trovare una risposta più complessa, affascinante e sfumata Christophe Granger sceglie di concentrarsi su un singolo evento: un incontro di boxe avvenuto a Parigi il 24 settembre del 1922. Un pugile bianco contro uno nero, un esito che pareva scontato (il bianco che vince sul nero), probabilmente stabilito da un accordo sottobanco, e che invece è stato ribaltato da qualcosa di imprevedibile, o forse no? Quindici minuti soltanto, che si trasformano in un prisma in grado di riflettere i mille rivoli in cui il mondo si diluisce negli uomini. Dietro ogni attacco, ogni saltello e ogni colpo parato, dietro ogni sussulto della folla che si gode lo spettacolo, si nascondono ragioni sociali, psicologiche e storiche, che Granger ci rivela mostrandoci l’incontro da più angolazioni, un piano dopo l’altro come al cinema. Un racconto dove i tanti fili che muovono i due corpi emergono con la stessa tensione che si prova davanti a un film di Kurosawa o Tarantino. Un libro fuori dal comune, scritto da un grande scienziato sociale che non si chiude nei recinti della disciplina, ma ha l’ambizione di comprendere e restituirci la realtà in tutte le sue sfaccettature, umane e insieme politiche; e di farlo attraverso una scrittura in grado di coinvolgere il lettore, permettendogli di assistere quasi in prima persona all’incontro che istante dopo istante si dipana sulla pagina.
26,00 24,70

I luoghi infedeli

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 448
Una fuga di mezzanotte, un sogno infranto, e una valigia ritrovata vent'anni dopo. Per risolvere questo mistero che lo riguarda fin troppo da vicino, Frank Mackey dovrà giocare tutte le sue carte. È una fredda notte del 1983 quando il cuore di Frank viene spezzato. Aspetta per ore la fidanzata Rosie sotto l'alone nebbioso di un lampione; i due hanno progettato di fuggire insieme lontano dalla povertà del loro quartiere di Dublino, per vivere di amore e musica a Londra. Ma la ragazza non si presenta. Ventidue anni dopo, viene ritrovata la vecchia valigia di Rosie con dentro i biglietti del traghetto che avrebbe dovuto portarli in Inghilterra. Frank, ora poliziotto specializzato in lavori sotto copertura, sarà costretto a tornare dalla sua famiglia disastrata e nelle vie malfamate del suo vecchio quartiere per scoprire cosa è successo davvero quella notte. Lì si renderà conto che quei luoghi gli sono sempre rimasti addosso e che farsi risucchiare dal passato è molto più facile che uscirne.
14,50 13,78

Sotto lo sguardo del leone

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 368
Addis Abeba, 1974. Hailu è un medico che professa il suo lavoro come una fede. Ha due figli, Yonas, che confida nella forza della preghiera, e Dawit, che fa della ribellione il suo credo. Da quando il cuore debole di Selam, moglie e madre amatissima, non batte più al ritmo regolare, l’equilibrio familiare vacilla. Ma a sconvolgere le loro vite, e l’Etiopia intera, arriva la Storia: il colpo di stato militare segna la fine di un impero millenario. È l’inizio di un tempo scandito dalla violenza in cui tutti sono chiamati a scegliere se tacere o avere il coraggio di lottare. Mentre per le strade dell'Addis Abeba del 1974 si rovescia la rabbia verso le politiche dell'impero, Hailu estrae un proiettile dalla schiena di un ragazzo ferito a un corteo. Muove il bisturi con le mani autorevoli di chi è abituato a curare. La medicina gli impone efficienza, rigore, distacco. Eppure in quella sala operatoria Hailu pensa a suo figlio Dawit, forse coetaneo del paziente a cui cerca di salvare la vita. Forse anche lui tra i dimostranti furiosi che sfidano la milizia di Hailé Selassié impegnata a sedare i disordini. In quei giorni Hailu si preoccupa per Dawit: come tanti etiopi, il giovane è convinto che la ribellione possa cambiare le sorti del paese destinato al declino sotto la guida di un sovrano vecchio e stanco, ma non considera i rischi. Benché incrollabili, gli ideali non potrebbero fargli da scudo contro le armi dell'esercito. Se solo sua moglie Selam non fosse imprigionata in un letto d'ospedale in balía di un cuore debole, magari riuscirebbe a placare Dawit, perché il loro è un legame speciale. Del resto la malattia di Selam ha incrinato l'equilibrio di tutta la famiglia, e nella casa sulle alture intorno alla città ognuno declina il dolore a modo suo. Hailu, sopraffatto dalla paura di un futuro senza l'amata sposa, cerca nella scienza un conforto impossibile; Yonas, il figlio maggiore, si inginocchia nella stanza di preghiera, chiuso nel silenzio di un senso di colpa; Sara, sua moglie, attinge la forza da un passato difficile anche per la loro figlia, la piccola Tizita; Dawit spesso riversa nei veloci movimenti della danza insegnatagli dalla madre l'inquietudine che si agita dentro di lui e nel mondo che lo circonda. A sconvolgere le loro vite, e l'Etiopia intera, arriva la Storia: il 12 settembre 1974 con il colpo di stato del Derg viene deposto Hailé Selassié, ultimo imperatore. È l'inizio di un tempo scandito dalla violenza, in cui tutti sono chiamati a scegliere: ubbidire o tenere fede ai propri principî, consegnarsi a una facile salvezza o abbracciare il coraggio di lottare.
20,00 19,00

Giù nella valle

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 128
In questo romanzo duro e levigato come un sasso, Cognetti scende dai ghiacciai del Rosa per ascoltare gli urti della vita nel fondovalle, lungo la Sesia. La sua voce canta le esistenze fragili, perse dietro la rabbia, l'alcol e una forza misteriosa che le trascina sempre piú giú, travolgendo ogni cosa. Un padre ha piantato due alberi davanti alla sua casa, uno per ogni figlio. Il primo, un larice, è Luigi, duro e fragile, che in trentasette anni non se n'è mai andato dalla valle. Lui e Betta si sono innamorati facendo il bagno nelle pozze del fiume, tra le betulle bianche: ora non succede piú cosí di frequente, ma aspettano una bambina e nell'aria si sente il profumo di un nuovo inizio. Lui ha appena accettato un lavoro da forestale, lei viene dalla città e legge Karen Blixen. L'altro albero è un abete: Alfredo è il figlio minore, ombroso e resistente al gelo, irrequieto e attaccabrighe. Per non fare piú guai ha scelto di scappare lontano, in Canada, tra gli indiani tristi e i pozzi di petrolio. Ma adesso è tornato. Col passo rapido e la lingua tersa dei grandi autori, che a tratti ha il suono crudo di una ballata per chitarra e armonica, Paolo Cognetti ha scritto il suo "Nebraska".
11,00 10,45

I mariti

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 360
Una sera Lauren rientra nel suo appartamento londinese e ad aspettarla c’è il marito, Michael. Sembra tutto perfetto, fatta eccezione per un piccolo particolare: Lauren non è sposata. Chi è dunque l’uomo sceso dalla sua soffitta, per poi scomparire appena vi fa ritorno? È un sogno o un incubo? Una meravigliosa opportunità o l’inizio di una spirale senza fine? È di certo l’avvio di una commedia brillante che illumina la natura delle relazioni sentimentali nel nostro tempo. Una sera Lauren torna a casa dall’addio al nubilato di un’amica e trova uno sconosciuto che sta scendendo dalla sua soffitta, solo che quello sconosciuto sostiene di essere suo marito e, incredibilmente, lo è davvero. E quando quel marito risale in soffitta, ecco scendere un altro sconosciuto, e quello sconosciuto è il suo nuovo marito. E così Lauren scopre di avere una «soffitta magica», una soffitta che fa e disfa mariti, e coi mariti fa e disfa la sua vita, a ripetizione. Impossibile resistere alla tentazione di sfruttare la soffitta magica per trovare un marito e una vita ideale, ma se cambiare marito e vita è facile quanto cambiare una lampadina, come decidere quando fermarsi? Questa arguta e sorprendente satira della generazione Tinder – a cui Holly Gramazio, affermata autrice di videogame, qui al suo primo romanzo, appartiene a pieno titolo – si presenta come uno sfrenato “divertissement” ma è di fatto una reincarnazione contemporanea del romanzo filosofico, capace di affrontare in tono lieve argomenti ponderosi: cosa significa saper amare? qual è la «persona giusta»? ed esiste, poi, la persona giusta? È quello che Lauren non può non chiedersi man mano che i mariti si succedono l’uno all’altro a un ritmo più o meno vorticoso, a volte scartati nel giro di pochi secondi («Ha le scarpe con le dita… no»), a volte tenuti per mesi, a volte rimpiazzati con gran disinvoltura, a volte difficili da mandar via (come far risalire in soffitta, ad esempio, un marito che cadendo dalla scala si è rotto la schiena?) E poi ci sono buoni mariti che producono sull’esistenza della protagonista contraccolpi complicati da gestire (cambiamenti nella sfera professionale, inattese riconfigurazioni familiari, sgradite abitudini sessuali), mariti non troppo buoni ma che le garantiscono una vita d’agi, mariti dolci e comprensivi ma che proprio non la attraggono, mariti che la attraggono ma hanno strane manie, mariti sgarbati ma divertenti, mariti impeccabili ma noiosi… Insomma, come scegliere quando tutte le scelte sembrano possibili e nessuna sembra ineccepibile? Una domanda che rende la fiabesca vicenda di Lauren e della sua soffitta un molto realistico ritratto di tutti noi consumatori compulsivi perennemente insoddisfatti.
20,00 19,00

I bambini di Himmler

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 256
«È tutto così silenzioso. Non si sente niente, solo voci di donne, pianti di neonati, il cinguettio degli uccelli. A Steinhöring la guerra è ancora lontana». Baviera, 1944. C’è profumo di sapone di Marsiglia e di latte dolce nel reparto maternità di Heim Hochland dove Renée ha trovato rifugio. Nonostante non parli tedesco, tra tovaglie floreali e zuppiere fumanti quel posto le sembra più una casa per vacanze che una clinica. Ci è arrivata esausta e impaurita dopo il duro viaggio dalla Francia. Appena ha scoperto di essere incinta di Artur, l’ufficiale delle SS, è scappata via. Ma nell’immacolato ospedale voluto da Himmler per le mamme e i neonati del Reich, quanto potrà ancora reggere la calma apparente, ora che gli echi della guerra si fanno sempre più vicini? Ora che anche Schwester Helga, l’infermiera più votata alla causa nazista, fatica ad accettare la tragica sorte inflitta ai bambini che non soddisfano i criteri richiesti? “I bambini di Himmler” è un romanzo che conquista e commuove. Uno squarcio di luce su una pagina oscura e sconosciuta della storia.
18,50 17,58

Cambiare la storia. Falsi, apocrifi, complotti

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 160
La storia umana è modificabile? A giudicare dalla “Cancel Culture”, si direbbe di sì: eliminare quel che testimonia le violenze del passato è diventata una pratica sociale per “migliorare” la storia umana nella percezione del presente. Questo fa venire in mente altri modi con cui si è cercato di cambiare realmente il percorso storico dell’umanità: inventando dei falsi storici. Gli esempi non mancano: Adriano Prosperi si concentra, in questo libro, in particolare su alcuni. Innanzitutto la donazione di Costantino, forse il più celebre tra i falsi storici. Il secondo caso riguarda le invenzioni storiche di Giovanni Nanni, il visionario Annio da Viterbo che riscrisse la storia del mondo a partire dal diluvio e profetizzando luogo e data dell’apocalisse. Se ne ritrova il modello nelle false cronache e nei finti reperti archeologici di Granada del Seicento, dove i moriscos minacciati di espulsione dalla Spagna inventarono l’esistenza di un’antichissima presenza di arabi cristiani giunti in Spagna prima di san Giacomo. Ma il più inquietante degli esempi è il quarto, quello dei “Protocolli dei savi anziani di Sion”, notoriamente falsi eppure ancora diffusi e operanti.
13,00 12,35

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