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Volturnia Edizioni: La stanza del poeta

Tutte le nostre collane

Riflessi

Libro: Libro rilegato
anno edizione: 2021
pagine: 88
A modo suo, ma senz’altro convinto (e convincente), Patrick Sammut applica alla poesia la lezione di Francesco (il santo, e il Papa): “siate tutti più buoni, poiché siamo tutti fratelli”; e conoscendolo bene non solo posso dire che è così, ma che non potrebbe essere altrimenti, avendo lui fatto della poesia un campo d’azione per esercitarsi ed esortare a vivere meglio. E inoltre, parafrasando anche Orwell, gli si potrebbe far aggiungere l’assioma: “i poeti sono fratelli di più, e devono quindi essere più buoni”. Che per lui non è solo un augurio, ma proprio un impegno, un incarico, un dovere da rispettare. La poesia serve in definitiva a dare benessere spirituale, a chi la pratica, a chi la fa e a chi la usa. L’invito ai poeti: “Continuate a dare respiro, luce e forza a tutti quelli che ne hanno bisogno”, è sostanziato in alcuni testi che per Patrick hanno valore di lascito testamentario, per coloro che hanno orecchie per intendere: quegli “angeli-soldati” che appunto sono i poeti, “spiriti gentili”, missionari di parole nel mondo.
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Una donna una rosa

Libro: Libro rilegato
anno edizione: 2021
pagine: 56
“Di tutto questo cogitare mi devi perdonare” . Così scrive Mariano a Rosetta, dedicataria di questa raccolta di versi, ma è proprio il pensiero adesso (il “cogitare”) che lo tiene in vita, che gli dà vita, il pensiero di lei, il pensiero per lei che si fa poesia e fa vivere lei pure in poesia, tenendo lui attaccato alla vita (“non posso morire perché devo raccontare di te”). Questo canzoniere minimo “in morte di…” è infatti una dichiarazione d’amore, postuma eppure vivificante, come quelle che si fanno da adolescenti – o più in là, anche – e fanno sentire meglio, danno slancio e fiducia, proiettano al futuro. Qui, si sa, e il poeta ne è ben consapevole, il futuro (prossimo) è breve e ci sarà poco da godere, specialmente senza una persona cara, alla quale buona parte dell’esistenza terrena era stata in qualche modo dedicata. Eppure, scrivere è come nutrirsi, e nutrire quei sentimenti buoni proprio da lei ispirati e ora per lei trasfigurati. Poiché l’amore di cui si parla in questi versi (“composti con il cuore sanguinante”, come confessa l’autore) non è, non può essere – e nemmeno lo si vorrebbe del tutto – un amore di terra, cioè di carne, ma è quasi angelicato...
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