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UTET Università: Collana di cinema

Tutte le nostre collane

Manuale del film. Linguaggio, racconto, analisi

Manuale del film. Linguaggio, racconto, analisi

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2011
pagine: 430
Il "Manuale del film" è divenuto negli anni un punto di riferimento per l'insegnamento del linguaggio cinematografico nei corsi universitari e una guida per tutti coloro che, amando il cinema, cercano con i film un rapporto che vada di là della loro semplice visione. Attraverso ampie analisi di scene e sequenze tratte da film che appartengono a diversi momenti della storia del cinema, a differenti generi, stili e autori, il libro studia il linguaggio cinematografico in tutte le sue componenti: dalla sceneggiatura alla scenografia, dal punto di vista della macchina da presa a quello dei personaggi, dal fuori campo ai movimenti di macchina, dal montaggio al rapporto fra suono e immagine. Questa nuova edizione del "Manuale del film" nasce dal bisogno di rendere conto dei grandi cambiamenti avvenuti in questi anni sia nel cinema in quanto tale, sia negli studi a esso dedicati. Sono stati quindi aggiunti, da un lato, argomenti che erano stati omessi o poco sviluppati nella prima edizione, come le osservazioni sul colore, quelle relative al lavoro dell'attore e quelle inerenti ad aspetti più tecnici. Dall'altro lato, sono stati inseriti quegli elementi che il cinema contemporaneo, postmoderno e digitale hanno introdotto nella rappresentazione e comunicazione filmica e che hanno quindi assunto un ruolo fondamentale nello studio di questa disciplina.
25,00

Il cinema dell'Estremo Oriente. Cina, Corea del Sud, Giappone, Hong Kong, Taiwan, dagli anni Ottanta ad oggi

Il cinema dell'Estremo Oriente. Cina, Corea del Sud, Giappone, Hong Kong, Taiwan, dagli anni Ottanta ad oggi

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2010
pagine: XV-511
Se il cinema orientale inizia a farsi conoscere in Occidente già a partire dai primi anni Cinquanta - per merito dei film di Kurosawa e Mizoguchi, della tardiva scoperta di Ozu e dell'avvento, nel decennio successivo, della Nouvelle Vague nipponica di Oshima e Imamura -, è però indubbiamente solo dalla fine degli anni Ottanta, grazie a cineasti cinesi della Quinta generazione come Zhang Yimou e Chen Kaige, che questo cinema è diventato nel suo complesso un punto di riferimento imprescindibile per la stessa storia del cinema, portando all'attenzione del pubblico nuove autorialità e nuovi generi e contribuendo a rinnovare sensibilmente il linguaggio cinematografico contemporaneo. Di questo complesso e affascinante fenomeno "Il cinema dell'Estremo Oriente" vuole rendere conto proponendone un approccio sia di carattere introduttivo, sia in termini di approfondimento. Di ognuna delle cinque realtà prese in esame (Cina, Corea del Sud, Giappone, Hong Kong e Taiwan) il libro presenta, infatti, un'introduzione generale che ne ricostruisce la storia di questi ultimi venti-trent'anni, alcuni ritratti d'autore dedicati a cineasti dal grande talento e dalla poca fortuna critica in Italia (Jia Zhang-ke, Lee Chang-dong, Koreeda Hirokazu, Wong Kar-wai, Edward Yang), e ancora diversi saggi che indagano tematiche, generi e approcci estetici specifici di tali cinematografie.
37,00

Cinema e danza. Storia di un passo a due

Cinema e danza. Storia di un passo a due

Libro
anno edizione: 2008
pagine: 336
Perché il cinema ama così tanto la danza? I motivi sono tanti. Anzitutto la danza porta con sé un sistema di valori e simboli immediatamente riconoscibili con significati ben precisi: piacere, sfida, seduzione, bellezza, aggressività, armonia. E poi sia il cinema sia la danza hanno in comune la stessa materia: il tempo e lo spazio. "Cinema e danza" ricostruisce le tappe fondamentali di questa storia d'amore, che comincia un attimo prima della nascita del cinema. È a tutti gli effetti la storia di un passo a due: dall'incontro fra cinema e danza nasce qualcosa di impensabile per le due arti separatamente, qualcosa di nuovo e straordinario, che si fonde armonicamente in un tutt'uno ma è anche in grado di evidenziare la peculiarità e l'unicità di ciascuno. Siamo così conquistati dai film delle avanguardie, costruiti come balletti, dalla confidenziale eleganza di Fred Astaire e Ginger Rogers o dall'acrobatica energia di Gene Kelly. Ma scopriamo anche come nei film di John Ford la danza abbia sempre un preciso significato narrativo e non solo estetico oppure come in "A qualcuno piace caldo" di Billy Wilder, Jack Lemmon, travestito da donna, balli proprio il tango con Joe Brown per moltiplicare l'effetto comico: questo ballo sensuale e in cui uomo e donna hanno ruoli ben definiti, permette di far esplodere il gioco del travestitismo e dei doppi sensi.
20,00

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