Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina

Scienze e Lettere: I quaderni di Oebalus

Tutte le nostre collane

Carlo Bonucci. Carteggi e materiali (1850-1870)

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2019
pagine: 336
“Nella riscoperta di figure storiche finora trascurate del panorama culturale italiano è necessario un approccio scevro da pregiudizi di sorta e distante da obiettivi aprioristicamente apologetici e rivalutanti. Riportare alla luce l’esperienza e il contributo di accademici e intellettuali dai vari interessi, operanti negli anni in cui si compie il processo di unificazione nazionale, è un’operazione che rivela il suo senso nel restituire tutte le tonalità di una stagione culturale complessa. Alla luce di questa premessa, il giudizio storiografico su tali personalità, che in alcuni casi, come nel presente, seppero spaziare anche in una prospettiva europea, può e deve dare i suoi frutti solo dopo attenta valutazione e approfondita analisi del contesto di riferimento. Il volume Carlo Bonucci. Carteggi e materiali (1850-1870) di Rossella Iovinella giunge alla sua maturazione dopo che sono state indagate le diverse “anime” che convissero nell’antichista napoletano: convinto funzionario borbonico e soprintendente agli scavi di Pompei ed Ercolano, Carlo Bonucci fu attivo socio dell’Instituto di corrispondenza archeologica di Roma, in stretto contatto con la dirigenza tedesca dello stesso, instancabile promotore della circolazione di travellers e foreigners nelle città vesuviane e nel Meridione tutto, membro dell’Institut Royal de France, ispettore generale degli scavi e delle antichità del Regno, tra i pionieri dell’interesse agli studi di preistoria in Italia. Della controversa figura di Carlo Bonucci la studiosa ha - forse prima di ogni altro aspetto - appurato e sottolineato le criticità, le molte ambiguità e i limiti, nella cronaca di vicende relative alla direzione degli scavi a Pompei, ai problematici quando non apertamente ostili rapporti con Francesco Maria Avellino, Eduard Gerhard, Pietro Bianchi, ai suoi eclatanti scontri con Giuseppe Fiorelli e il principe Sangiorgio Spinelli. Ne sono stati riconosciuti al contempo, attraverso la propensione a un naturale attivismo sempre riconfermato nella sua quarantennale carriera, l’intuito e la sensibilità verso tutti gli stimoli scientifici nuovi e i processi culturali in fieri, come pure rispetto all’emersione di coordinate storiografiche nuove, ma non per questo necessariamente alternative ai consueti filoni di studio classicisti. Il ventennio, a cui è riconducibile la documentazione epistolare inedita riportata nel presente volume, è cruciale per l’Italia come per l’Europa, sconvolta dal feroce conflitto che oppose Prussia e Francia, e lascia tracce profonde nelle parole, nelle riflessioni e negli atteggiamenti degli intellettuali dell’epoca. I carteggi analizzati, frutto di un lungo lavoro di ricerca archivistica e poi di assemblaggio e selezione dei materiali, si lasciano apprezzare per l’acribia dell’analisi filologica e testuale, oltre che per il loro sicuro valore documentario, misurabile in relazione agli elementi finora ignoti offerti alla ricostruzione della storia degli studi e dei rapporti di una comunità scientifica.[---] Il volume, infatti, contribuisce alla conoscenza del panorama culturale di un’epoca, osservata attraverso lo “spioncino” delle corrispondenze e nella confluenza di interessi classici, medievali e preistorici, in una prospettiva locale e internazionale, italiana ed europea”. (Dalla premessa di Maria Luisa Chirico)
38,00 36,10

Dalla Troade a Cuma Opicia. Gli Eoli, la Sibilla, Apollo Smintheo

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2019
pagine: 280
“Sulla tradizione letteraria relativa alle origini di Cuma campana, nella misura in cui in questa fondazione venivano coinvolte componenti connesse a Cuma eolica, gravavano tutta una serie di sospetti aggravati poi dal fatto che il più antico sostenitore di questa connessione era uno storico come Eforo, nativo di Cuma eolica e criticato spesso per il suo localpatriottismo. Lo studio attento, qui ripreso, delle tradizioni sull’Eubea come sulla Beozia come sull’Asia minore eolica porta però a credere più che reale il legame in età arcaica tra area eolica continentale ed Eolide d’Asia, simboleggiato dalla vicenda di Esiodo, che si è potuto avvalere del conforto dei lavori archeologici e storici, della Lemos (2002, 2009), di Aloupi e Kourou (2007); di Mazarakis Ainian (2007), di Ridgway (1997), di Schachter (2016), di Tankosic, Mavridis, e Kosma (2017). Per ciò che riguarda Eforo e la sua opera storica, la valutazione positiva che se ne è data, si è potuta giovare di tutti i correttivi all’immagine di Eforo apportati dalle ricerche più recenti, quelle in particolare contenute nei vari contributi presenti negli atti del convegno salernitano del 2008, confluiti nel volume curato da P. De Fidio, C. Talamo e L. Vecchio, e nel volume di G. Parmeggiani (2011), che tutti tendono a rivalutare, un’opera, che nell’antichità era stata ampiamente messa a frutto da Aristotele, nella Politica e sopra tutto nelle Politeiai, aveva ricevuto, proprio per la parte arcaica, gli elogi di Polibio, ed era stata ampiamente utilizzata da Strabone proprio in relazione alla colonizzazione in Occidente (Mele 2015, 2016).[---]” (dalla premessa di Alfonso Mele).
38,00 36,10

Capreensia disiecta membra. Augusto a Capri e la villa di Palazzo a Mare

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2015
pagine: 212
Nel ricco panorama insediativo legato a residenze di lusso nell'area del Golfo di Napoli, l'isola di Capri riveste un ruolo particolarmente importante al quale nel tempo purtroppo è corrisposta una certa marginalità nell'ambito degli studi archeologici. Estremamente significativa è la figura di Ottaviano, di lì a poco Augusto, il quale di ritorno dalla vittoriosa battaglia di Azio decise, nel 29 a.C., di inserire l'isola tra i suoi possedimenti privati e di costruirvi una o più ville dedicate ai suoi momenti d'otium. Il presente lavoro ha evidenziato tracce significative della sua presenza sull'isola in uno dei più grandi edifici conservati, nell'area nota come "Palazzo a Mare", grazie all'analisi dettagliata dei rinvenimenti archeologici. La villa, nota fin dal Cinquecento e meta fissa di numerosi viaggiatori eruditi tra Seicento e Ottocento, occupa l'area Nord-Occidentale dell'isola e si dispiega attraverso spazi pianeggianti, terrazzamenti e quartieri marittimi. Attraverso un accurato studio delle testimonianze storiche e delle tracce archeologiche, spesso monumentali come nel caso dell'esedra-ninfeo posta presso i cd. "Bagni di Tiberio", si è tentata una ricostruzione dell'edificio, con particolare riguardo al rapporto tra le diverse aree funzionali, il percorso viario dell'isola e le aree circostanti.
38,00 36,10

Greci in Campania

Libro
anno edizione: 2014
65,00 61,75

Il mausoleo degli Acilii Glabriones ad Alife e i sepolcri a tamburo su podio con camera a cupola

Libro
anno edizione: 2013
Il mausoleo romano cosiddetto degli Acilii Glabriones sorge ad Alife (CE) poche decine di metri all'esterno della porta orientale del recinto murario, di fronte all'odierno Municipio; l'attuale aspetto del sepolcro appare molto compromesso dal forte interro che ne nasconde la parte inferiore e dai danni apportati con le opere relative alle varie trasformazioni subite nei secoli, durante i quali venne successivamente trasformato in fortilizio, chiesa, deposito di paglia e cereali, sacrario, magazzino archeologico, fino alla recente apertura al pubblico. Nonostante ciò l'antico edificio, con l'austera ed imponente mole esterna e con la composta ed equilibrata volumetria della camera interna coperta a cupola, costituisce ancora uno dei più importanti e meno studiati monumenti di Alife e del territorio casertano.
35,00 33,25

Karl Julius Beloch da Sorrento nell'antichità alla Campania. Atti del Convegno (Piano di Sorrento, 28 marzo 2009)

Libro
anno edizione: 2011
pagine: 416
Il volume raccoglie gli Atti del convegno storiografico su Karl Julius Beloch organizzato dalla rivista "Oebalus. Studi sulla Campania nell'Antichità", tenutosi a Piano di Sorrento il 28 marzo 2009 e dedicato a Claudio Ferone, compianto studioso del Beloch. Gli Atti del convegno prendono in esame l'attività storiografica giovanile del grande storico tedesco, che negli anni '70 del XIX secolo soggiornò per diversi anni in Penisola Sorrentina, entrando in contatto con gli ambienti culturali locali e in particolare con lo storico napoletano Bartolommeo Capasso, da cui ebbe l'impulso per scrivere il suo "primo lavoro scientifico", cioè "Surrentum im Alterthum". Negli stessi anni, sempre in Penisola Sorrentina, il Beloch scrisse anche il celeberrimo "Campanien", un libro che a lungo è stato il punto di riferimento per tutti gli studiosi della Campania antica. Le relazioni pubblicate in questi Atti, oltre ad analizzare alcuni aspetti dell'attività storiografica del giovane Beloch, offrono un utile riesame delle acquisizioni scientifiche dello storico tedesco alla luce delle più recenti acquisizioni della ricerca storico-archeologica.
75,00 71,25

Sorrento e la penisola sorrentina tra italici, etruschi e greci nel contesto della Campania antica

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2010
pagine: 384
Il volume raccoglie gli atti della giornata di studio in omaggio a Paola Zancani Montuoro (1901-1987).
75,00 71,25

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.