L'essere felici non dipende tanto da fattori esterni o da particolari tecniche, ma dal nostro cuore. Sono le buone radici della nostra infanzia che ci rendono capaci della felicità . C'è una felicità sana, propria degli ottimisti che, possedendo una buona fiducia di base, si sentono amati e sono pronti a dare amore. E c'è una felicità malata, propria dei cercatori del piacere scambiato per felicità , dei dipendenti da psicofarmaci o da droghe, degli euforici, degli iperattivi, degli iperadattati che, per evitare la critica ed essere accettati e amati, si sentono inconsciamente obbligati a esibire la maschera della contentezza. Ci sono coloro che, pur desiderandolo, si sentono in colpa o hanno paura di essere felici. Ci sono i pessimisti che si sentono tagliati fuori dal mondo della felicità , ma essa può loro dischiudersi, se saranno aperti a un serio e impegnativo itinerario psicoterapeutico. Aspirare a essere felici è una potente molla dell'esistenza. Rivela che non abbiamo perso la fiducia in noi stessi e nei nostri simili e che la speranza non è spenta nei territori della nostra psiche. Ciò aiuta a crescere, anche quando l'anagrafe ci colloca nella terza o nella quarta età .