Il diritto romano conobbe nozioni confrontabili con quelle che oggi riconduciamo ai diritti dell'uomo? L'interrogativo, con le dovute remore per l'uso di concetti contemporanei riguardo all'antichità, è stimolato soprattutto dall'affermazione del giurista Ermogeniano: Cum igitur hominum causa omne ius constitutum sit (poiché tutto il diritto romano è stato creato in funzione degli uomini). L'enunciato sembrerebbe presupporre la consapevolezza della centralità dell'uomo. La quale, tuttavia, appare difficile da immaginare in un diritto ritenuto estremamente 'formale' e che conosceva la preminenza assoluta dei padri di famiglia, la schiavitù, l'enorme peso dei debiti; di modo che è apparso del tutto inadatto a riconoscere i diritti dell'uomo. Se così è, che senso aveva l'asserzione di Ermogeniano? Era stata una mera affermazione retorica o al più il frutto dell'illusione di un ingenuo interprete del diritto?
Ius hominum causa constitutum. Un diritto a misura d'uomo
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| Titolo | Ius hominum causa constitutum. Un diritto a misura d'uomo |
| Autore | Sebastiano Tafaro |
| Editore | Edizioni Scientifiche Italiane |
| Formato |
Libro |
| Pagine | 252 |
| Pubblicazione | 11/2009 |
| ISBN | 9788849518528 |
