Sara ha un impiego temporaneo in un ufficio pubblico e studia per un concorso che dovrebbe assicurarle stabilità e sicurezza. Dal primo istante, però, si trova immersa in un ambiente vagamente minaccioso, fatto di mansioni fumose, regole contraddittorie e direttive insensate. Cerca di adattarsi, ma la macchina burocratica inizia lentamente a soffocarla. Il disagio cresce in silenzio, tra momenti di sconforto e piccoli atti di resistenza: la scrittura, il disegno, la poesia, l’osservazione minuziosa diventano gli unici strumenti per non smarrirsi, finché un suo gesto inaspettato metterà in crisi l’intero sistema. Con una prosa incisiva e implacabile, Sara Mesa coglie magistralmente le ridicole e grottesche storture dell’apparato amministrativo, consegnandoci un romanzo ipnotico e irriverente tra le cui pagine serpeggia un dilemma: adattarsi o ribellarsi? Scegliere la tranquillità o la libertà? Sottomettersi o fuggire?