Phraek Nam Daeng è un villaggio ai margini del tempo, dove l'infanzia trascorre tra le notti d'inverno pungenti e i racconti sussurrati attorno al fuoco, nel bel mezzo della giungla. In questo angolo remoto della Thailandia, il reverendo padre Tien, un anziano monaco, narra ai bambini, gli unici ancora capaci di ascoltare e di credere nella magia, storie di pellegrinaggi, elefanti selvatici e antichi incantesimi. Tutt'intorno, la terra è inondata dalle acque, la giungla piano piano scompare e le speranze si assottigliano: chi parte spesso non torna, chi resta si rifugia tra le macerie di un passato glorioso. Ed ecco che, tra le piante che c'erano e non ci sono più, torna a ruggire una tigre che forse è animata da uno spirito maligno e indomito, che ha seminato morte e deviato la vita. In questo romanzo che intreccia nostalgia e realismo, indagando la vulnerabilità dell’esistenza e la forza della memoria, anche l’ultima, fragile farfalla bianca può diventare testimone della storia, simboleggiando un mondo che continua a vivere nello spirito, perfino quando svanisce dalla realtà.