Anice crede fortemente nel potere delle parole. Ma, come qualsiasi ragazzina di tredici anni, si nasconde dietro uno scudo di timidezza che non le permette di esprimersi come vorrebbe. Piuttosto, è un'abile ascoltatrice. Condivide le sue giornate con Lupo, uno spirito che le fa compagnia da quando sua mamma non c'è più e suo fratello è partito alla volta dell'Accademia Reale. Conosce a memoria il Bosco Bianco, che da anni è la sua casa. È per questo che quando sul sentiero che ogni giorno percorre nota un pennello incustodito, è spaventata e curiosa. E non sbaglia. Un avido banchiere minaccia di radere al suolo tutti gli alberi della foresta. Nessuno, al di fuori di Anice, è in grado di difendere quei luoghi a lei tanto cari. Non ha bisogno di poteri magici, ma di un alleato essenziale: la parola. L'inchiostro del pennello la aiuta a scoprire la propria voce, ad amplificare il messaggio di speranza e lotta in difesa del Bosco Bianco. Non c'è forza che regga. La parola rimane l'unico strumento capace di salvarci. Le parole che mi hanno insegnato a volare è un inno alla gentilezza e alla fiducia verso gli altri. Fiabe e folclore sono condensate e portate al loro massimo splendore nelle pagine di un libro frutto della passione che Rowan Foxwood nutre per mitologia e leggenda, natura e tradizione. Un libro che, attraverso le parole, discute della loro stessa potenza e dell'impatto positivo del dialogo in circostanze di conflitto e ostilità. Età di lettura: da 10 anni.