«... essere acqua e non goccia, mentre sono ancora goccia». (Raimon Panikkar). Il titolo "L’acqua della goccia" è suggerito dalla metafora della «goccia d’acqua» spesso usata da Panikkar per indicare l’umanità stessa nel suo essere cosmoteandrica; esso intende comunicare il senso del libro, ossia il cammino che ha portato l’autore a scoprirsi egli stesso «acqua». Per Panikkar, il diario è a un tempo riflessione sulla vita, confessione e autobiografia. Una necessità quotidiana ineludibile. Raimon Panikkar non ha voluto che i suoi diari entrassero nell’Opera Omnia, ma ha preferito affidare questi «frammenti di vita» a Milena Carrara Pavan, che per anni ha collaborato con lui.