Dal confronto degli studi di Aby Warburg e Fritz Saxl con la critica italiana di Caravaggio a essi contemporanea, emerge il caso-studio di un pittore la cui lettura iconografica risulta tanto più complessa quanto più prescinde dal contesto storico e sociale. Una documentazione delle numerose pene capitali avvenute a Roma, delle quali Michelangelo Merisi è potuto essere testimone, permette di ricostruire la realizzazione dei suoi dipinti, tanto cruenti e realistici nella raffigurazione di sacrifici e decapitazioni quanto accuratamente rispettosi dei testi antichi da cui i soggetti sono tratti.