Durante un nevoso inverno a Parigi, l’ispettore Morvan è incaricato di fermare un serial killer che, in nove mesi, ha ucciso ventisette vecchiette, gettando nel panico il X e l’XI arrondissement. L’indagine procede a rilento, tra le crescenti pressioni dei superiori e il terrore della cittadinanza. Ma il modus operandi dell’assassino è sconcertante: le vittime sembrano aprirgli spontaneamente la porta e, dopo una cena o un aperitivo, vengono torturate e uccise con fredda meticolosità. Ogni volta, il killer si prende il tempo di farsi una doccia e ripulire la scena del crimine senza lasciare tracce. Tutto cambia quando Morvan trova, a casa dell’ultima vittima, il frammento di una lettera che aveva visto solo poche ore prima. Un dettaglio apparentemente insignificante che porta l’indagine su una nuova e inquietante pista. Questa è la storia del “mostro della Bastiglia” narrata da Pichón, un uomo tornato in Argentina dopo vent’anni trascorsi a Parigi. In una lunga serata di racconti e ricordi, Pichón ricostruisce gli eventi davanti agli amici Tomatis e Soldi, intrecciando il mistero del serial killer con la scoperta di un enigmatico manoscritto sulla guerra di Troia. La ricerca della verità si trasforma così in una riflessione sul tempo, la memoria e il senso stesso del narrare.