È una notte di tuoni, lampi e pioggia torrenziale quando C., scrittrice, riceve la visita di un uomo vestito di nero, con un ampio cappello. Hanno appuntamento per un'intervista, dice lui. Chi è veramente? È reale o è solo una proiezione dei sogni di C., della sua fantasia? Poco importa. Sollecitata dalle domande dello sconosciuto, la donna rievoca frammenti di ricordi, episodi dell'infanzia e della giovinezza vissute sotto il regime di Franco, narra la propria formazione di donna e di intellettuale, la conquista di una voce personale nel clima repressivo e maschilista della dittatura. Romanzo storico e fantastico assieme, memoir autobiografico e riflessione metaletteraria, "La stanza in fondo" è uno dei più significativi libri spagnoli del secondo Novecento: un'opera in cui l'esperienza personale assume il valore universale della testimonianza. La vicenda di una donna diventa storia esemplare per un'intera nazione che sperimenta la necessità di raccontarsi dopo la fine del franchismo, dimostrando il potere e la rilevanza della memoria nel riscattare il passato e far riaffiorare la verità.