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Il paradigma stupefacente. Viaggio nella controcultura italiana dagli anni Settanta al Duemila

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Il paradigma stupefacente. Viaggio nella controcultura italiana dagli anni Settanta al Duemila
Titolo Il paradigma stupefacente. Viaggio nella controcultura italiana dagli anni Settanta al Duemila
Autore
Collana Odoya library
Editore Odoya
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 208
Pubblicazione 06/2024
ISBN 9788862888691
 
18,00 17,10
 
Risparmi: €  0,90 (sconto 5%)

 
Come si è sviluppata la rappresentazione del consumo di stupefacenti nella letteratura italiana? Per poter comprendere a pieno la complessità del rapporto tra la produzione letteraria e le droghe, è necessario chiedersi quali siano, effettivamente, le radici di quella "voglia di sballo", e se questa rappresenti una novità assoluta, prorompente e imprevedibile, oppure non sia direttamente collegata ad alcune disposizioni e consapevolezze ben presenti e radicate nella nostra cultura. L'autore traccia i punti fondamentali della presenza della droga nella letteratura italiana, dagli anni Settanta al Duemila, e analizza riti e immaginari dell'universo giovanile che hanno testimoniato una diversa attitudine nei confronti degli stupefacenti. Si parte dal contesto culturale beat milanese degli anni Settanta attraverso le vicende della prima rivista underground italiana, Mondo Beat, che ha contribuito a plasmare la figura di Eros Alesi, in arte Pasticca, e si passa poi al Movimento del '77, a Bologna, la cui cornice è utile per riflettere sul diverso ruolo delle droghe nelle opere di Ravera Radice, Palandri e Tondelli. Negli anni Ottanta si diffondono i riferimenti alla droga nelle opere letterarie, cinematografiche, ma anche nei fumetti e nella cultura popolare. In particolare, viene analizzata la parabola artistica ed esistenziale di Andrea Pazienza, la cui esperienza ha permesso di sviluppare un punto di vista inedito; a seguire, una riflessione sull'opera documentaristica e sul primo lungometraggio di Claudio Caligari. Completa il libro una rassegna di testi "stupefacenti" degli anni Novanta, con una particolare attenzione alle esperienze antologiche e collettive di quel decennio.
 

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