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Linguaggi e rappresentazioni del potere nella Sardegna medievale

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Linguaggi e rappresentazioni del potere nella Sardegna medievale
Titolo Linguaggi e rappresentazioni del potere nella Sardegna medievale
Curatore
Collana Dip. storia-Univ. Sassari
Editore Carocci
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 400
Pubblicazione 09/2020
ISBN 9788843099412
 
39,00 37,05
 
Risparmi: €  1,95 (sconto 5%)

 
A partire dal tardo XI secolo, i regni giudicali di Cagliari, Torres, Arborea e Gallura si aprono a una vasta rete di rapporti mediterranei, per essere poi travolti – nel pieno Duecento – dall’espansionismo del Comune di Pisa e da forme di dominio signorile (Doria, Malaspina, Della Gherardesca) e comunale (Sassari) collegate alla stessa Pisa e a Genova. Su questo quadro, con l’avvento dei Catalano-Aragonesi si innesterà e poi sostituirà, durante i secoli XIV e XV, la dimensione unificante del regno di Sardegna, a lungo alleato dell’unico potentato locale superstite, il giudicato di Arborea. L’attenzione degli studiosi per la geografia politica ha finora lasciato in secondo piano il ruolo delle élites sarde, che appaiono partecipi e interpreti dei cambiamenti (il caso di Sassari in questo senso è paradigmatico). In un contesto così articolato, è possibile osservare da diverse angolature una varietà di linguaggi e rappresentazioni del potere, che attingono dalla tradizione bizantina o sono l’espressione dell’egemonia pisana e genovese, prima, e della Corona d’Aragona, poi, oltre che essere il frutto dell’originale rielaborazione operata nell’ambito dei quattro regni giudicali. Una pluralità di segni che riflette la ricchezza e complessità dei processi storico-culturali che interessano la Sardegna durante tutto il basso Medioevo.
 

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